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La Redazione

 

I Fratelli Musulmani e la necessità di ricalibrare la bussola

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A cura di Redazione CDC
Il 7 Gennaio 2025
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Copertina articolo Muslim brotherhood

 

Di Mohammad Ali Senobari, ideeazione

 

I Fratelli Musulmani, un movimento con profonde radici storiche e ambizioni ideologiche, sono diventati un’entità controversa nel panorama geopolitico dell’Asia occidentale. Mentre la sua retorica enfatizza spesso la resistenza all’imperialismo e la liberazione della Palestina, le sue azioni, intenzionali o meno, si allineano spesso agli obiettivi strategici del regime sionista. Questo paradosso ha sollevato seri interrogativi sul ruolo, le intenzioni e le contraddizioni interne della Fratellanza.

L’impatto dei Fratelli Musulmani sulla stabilità regionale

Un chiaro esempio di questo fenomeno può essere osservato nelle politiche della Turchia sotto la guida del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP), che opera in un contesto fortemente influenzato dall’ideologia dei Fratelli Musulmani. Il coinvolgimento della Turchia nel conflitto siriano, con il pretesto di sostenere la democrazia e proteggere i diritti umani, ha finito per indebolire la Siria, un Paese storicamente considerato una roccaforte della resistenza contro il regime sionista. L’entità sionista ha beneficiato direttamente della disintegrazione delle strutture statali siriane e della paralisi delle sue capacità militari, eliminando un importante avversario ai suoi confini. Gli aerei nemici hanno condotto centinaia di attacchi alle scorte militari strategiche della Siria per neutralizzare qualsiasi minaccia futura, mentre la Turchia e i nuovi governanti siriani stavano a guardare.

I parallelismi tra le manovre della Turchia in Siria e le strategie emergenti della Fratellanza in Egitto sono sorprendenti. In entrambi i casi, la retorica della riforma e della liberazione ha mascherato politiche che hanno portato alla frammentazione e all’instabilità. Se questa traiettoria continua, l’Egitto, come la Siria, rischia di diventare un teatro di caos, conflitti interni e l’erosione delle sue capacità militari, uno scenario che si allinea in modo preoccupante con gli obiettivi a lungo termine del regime sionista.

La strategia sionista di frammentazione regionale

L’entità sionista persegue da tempo una strategia di frammentazione regionale per garantire il proprio dominio. Indebolendo sistematicamente gli Stati vicini, spesso definiti “Stati-anello”, si assicura l’assenza di minacce militari credibili. Questa strategia ha avuto inizio con la Siria, uno Stato il cui forte esercito un tempo rappresentava una sfida significativa alle ambizioni israeliane. Il crollo delle capacità militari della Siria a causa di un conflitto prolungato ha rappresentato una grande vittoria per il regime sionista.

L’Egitto è ora il prossimo obiettivo critico. Con la sua ricca storia, la sua posizione strategica e uno degli eserciti più forti del mondo arabo, la stabilità dell’Egitto è di fondamentale importanza. Tuttavia, le attività dei Fratelli Musulmani minacciano di minare questa stabilità. Se le strutture militari e governative dell’Egitto vacillano, il regime sionista si troverà ancora più al sicuro da potenziali minacce.

Dopo l’Egitto, la Giordania e l’Iraq sembrano essere i prossimi candidati alla destabilizzazione. La posizione strategica della Giordania e le vaste risorse dell’Iraq li rendono obiettivi primari. Il progetto del regime sionista per la regione è chiaro: smantellare gli eserciti e le strutture governative degli Stati vicini per garantire un dominio incontrastato. Le azioni dei Fratelli Musulmani, siano esse guidate da errori ideologici, manipolazioni esterne o fallimenti interni, si allineano inavvertitamente a questo progetto.

La crisi interna dei Fratelli Musulmani

Per comprendere questa traiettoria, è necessario esaminare le dinamiche interne dei Fratelli Musulmani. Un tempo movimento incentrato sulla liberazione di Gerusalemme e sul ripristino della dignità islamica, oggi è afflitto da una deriva strategica e da contraddizioni ideologiche. Lo scollamento tra i suoi principi fondanti e le azioni della sua attuale leadership è netto. Mentre i membri di base della Fratellanza possono rimanere impegnati nella causa della liberazione, la leadership ha spesso adottato politiche che contraddicono questo obiettivo.

Questa crisi interna è esacerbata dalla presenza di leader compromessi o infiltrati all’interno della Fratellanza. Questi individui, influenzati da forze esterne o spinti da ambizioni personali, sono riusciti ad allontanare il movimento dal suo percorso originario. Le loro decisioni non solo hanno minato la credibilità della Fratellanza, ma l’hanno anche resa vulnerabile alla manipolazione di potenze esterne, tra cui il regime sionista e i suoi alleati.

Inganno strategico e futuro

L’incapacità della Fratellanza Musulmana di riconoscere e affrontare l’inganno strategico che ha di fronte è stato un passo falso catastrofico. La retorica della democrazia e delle riforme è stata usata come arma contro di essa, creando divisioni e favorendo alleanze al servizio di agende esterne. La leadership della Fratellanza deve affrontare la scomoda realtà che le sue azioni, in molti casi, hanno minato gli stessi obiettivi che sostiene di difendere.

Per i membri originari della Fratellanza Musulmana, quelli che aspirano veramente a liberare Gerusalemme e a resistere all’occupazione, questo è un momento critico per fare i conti. Devono superare l’autocompiacimento e l’inazione, sfidando gli errori strategici della leadership. Se non lo faranno, non solo eroderanno la loro credibilità, ma saranno anche coinvolti nell’avanzamento dell’agenda sionista.

La traiettoria dei Fratelli Musulmani ha profonde implicazioni per l’Asia occidentale in generale. Indebolendo Stati chiave come la Siria e l’Egitto, la Fratellanza ha involontariamente contribuito a creare un panorama regionale caratterizzato da frammentazione e conflitto. Questo ambiente non solo avvantaggia il regime sionista, ma perpetua anche cicli di instabilità che minano la capacità della regione di resistere al dominio esterno.

La liberazione di Gerusalemme, una causa che risuona profondamente in tutto il mondo islamico, non può essere raggiunta attraverso alleanze e politiche che indeboliscono le strutture fondamentali della regione. I Fratelli Musulmani devono riconoscere che il loro percorso attuale è insostenibile. Un ritorno ai suoi principi originari, unito a una ricalibrazione strategica, è imperativo.

I Fratelli Musulmani si trovano a un bivio. Può continuare sulla strada attuale, segnata da passi falsi strategici e derive ideologiche, oppure intraprendere un profondo processo di introspezione e riforma. Questo processo deve iniziare con una valutazione onesta del suo ruolo nel promuovere o ostacolare la causa della resistenza.

I membri autentici dei Fratelli Musulmani devono rivendicare la visione originale del movimento e unirsi contro la complicità della leadership in politiche che servono agende esterne. Devono dare priorità alla liberazione di Gerusalemme non solo come obiettivo retorico, ma come obiettivo tangibile che richiede chiarezza strategica e unità.

La posta in gioco non è mai stata così alta. Le ambizioni del regime sionista si estendono oltre la Palestina e comprendono la frammentazione e l’assoggettamento dell’intera regione. Le azioni dei Fratelli Musulmani, intenzionali o meno, hanno finora contribuito a far avanzare questa agenda. Ora è il momento di agire con decisione. La mancata azione non solo macchierà l’eredità dei Fratelli Musulmani, ma accelererà anche la realizzazione degli obiettivi espansionistici del regime sionista.

Il futuro richiede coraggio, chiarezza e impegno costante nei confronti dei principi di giustizia e resistenza. Per i Fratelli Musulmani e per l’intera regione, la scelta è chiara: ricalibrazione o collasso.

Di Mohammad Ali Senobari, ideeazione

28.12.2024

Mohammad Ali Senobari, Direttore e caporedattore del Centro di Studi Strategici New Vision, Iran.

FONTE: https://telegra.ph/I-Fratelli-Musulmani-e-la-necessit%C3%A0-di-ricalibrare-la-bussola-12-28

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

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