DI PAOLO BARNARD
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La mia vita incrocia quella di un personaggio pubblico italiano di alto calibro, nome e carriera da prima pagina del Corriere della Sera. Questo personaggio intrattiene con me alcuni scambi dove subito mi rivela fatti gravi di rilevanza nazionale e che riguardano proprio la compagine di quelli che io chiamo i ‘paladini’ dell’Antisistema. Sono dei falsari, mi conferma, e questo io l’ho sempre denunciato, ma il personaggio precisa di averli “pescati con le mani nel sacco” proprio nel loro campo d’azione. Li ha visti essere disonesti, omertosi, e collusi in malefatte che ricalcano nel principio, se non nell’ampiezza, ciò per cui essi castigano impietosamente la Casta.
La prima domanda che mi viene è: perché non li denuncia? La notorietà del personaggio e la sua autorevolezza sarebbero impossibili da ignorare; il danno che i ‘paladini’ falsari stanno facendo alla democrazia italiana è troppo grave, nell’istupidimento e annullamento degli unici italiani ancora potenzialmente attivi rimastici, che ormai li seguono come morti viventi. Ma peggio: essi tradiscono la disperata fiducia donatagli da così tanti giovani, che ne saranno delusi, bruciati e ne usciranno cittadini incalliti per sempre. Questa è una tragedia.
La risposta del personaggio è vaga, non si può ora, qualcosa si è fatto trapelare, ma no, vedremo, tu non capisci ecc. Insisto, premo, invoco l’urgenza e l’estremo bisogno di una chiarificazione finale sul fatto che, come ho già scritto, “il nemico marcia alla nostra testa”. Nulla, il personaggio non cede. Si rompono i rapporti.
Sono qui, con in mano dei cocci, distrutto. Questa ultima esperienza mi ha veramente distrutto. Perché a me? Di tutti, doveva capitare proprio a me di incrociare finalmente la conferma più autorevole della verità che grido da anni, ma di averla potuta solo annusare per pochi istanti?
Io non posso fare il nome del personaggio protagonista. Non posso prendermi la responsabilità di gettare un essere umano sotto i riflettori nazionali se non lo vuole, sarebbe un sopruso da parte mia che rivolta la coscienza. Tacere, in fondo, è un suo diritto umano, e io non posso essere arbitro morale delle sue ragioni. Non posso neppure accennare ai fatti relativi alle “mani nel sacco” dei ‘paladini’ dell’Antisistema, poiché identificherebbero il personaggio immediatamente. E di conseguenza non posso neppure nominare chi sono esattamente quei ‘paladini’ falsari, poiché non potrei poi difendermi dalle querele essendo costretto al silenzio. E qui sta la cosa che odio di più, quella per cui vorrei che mai fosse venuto il giorno in cui ho conosciuto quel personaggio. Mi costringe a essere omertoso, mi ha fatto questo, a me.
E allora che senso hanno le righe appena scritte? Solo uno: dirvi il più accorato “non v’è speranza nei personaggi, perché dal momento in cui lo diventano non sono più liberi. Se la vita in Italia rinascerà mai, accadrà dagli scantinati delle formiche, le poche ancora di buona volontà, le persone, se mai ne rimarranno.” Il valore del messaggio è questo, ed è altissimo. Vi basti.
Su tutto ciò non rispondo a mail, tassativamente. Barnard.
Paolo Barnard
Fonte: ww.paolobarnard.info/
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26.02.2010