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GERARD CELENTE: LA RECESSIONE VA VERSO LA DEPRESSIONE

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A cura di Davide
Il 28 Agosto 2010
87 Views

DI DANIEL TENCER
informationclearinghouse.info

Se crolla la classe media significa che non ci sarà il carburante per la ripresa, afferma Gerald Celente.

La ripresa economica statunitense degli ultimi tempi è poco più di una “copertura” ed il mondo va verso una “Greatest Depression” (ndt. enorme depressione), con tanto di tumulti sociali e lotta di classe, afferma un famoso esperto di previsioni economiche.

Gerald Celente, direttore del Trends Research Institute, ha spiegato al Tech Ticker di Yahoo!News che non c’è il rischio di una “ricaduta nella recessione” perché la prima crisi non è mai finita.

“Diciamo che non c’è una ricaduta, perché non si è mai arrestata la prima crisi”, ha detto Celente. “Stiamo osservando la Greatest Depression (ndt. enorme depressione). Non si esce da questa situazione senza [ricostruire] la capacità produttiva. Non si può stampare [denaro per] uscirne.”
Celente, cui è stata attribuita la previsione del crac borsistico del 1987, del crollo dell’Unione sovietica e della crisi dei subprime degli ultimi anni, ha affermato che gli Stati Uniti ed altri Paesi sviluppati possono aspettarsi tumulti sociali come quelli cui abbiamo assistito quest’anno in Grecia quando i governi tenteranno di porre rimedio alla crisi economica e i legislatori ricorreranno a “misure di austerity” per tappare i profondi buchi di budget.

“Lo si vedrà in ogni parte del mondo”, ha affermato Celente. “Quelli che chiamano programmi di austerity… Cosa stanno facendo? Salvano le banche e fanno ricadere i costi sulla popolazione. E alla popolazione questa cosa non piace.”

Celente, riferendosi a un tentativo di sommossa avvenuto settimana scorsa ad Atlanta, quando 30.000 persone si sono riunite per farsi iscrivere su una lista d’attesa per ottenere un alloggio popolare, ha affermato che l’evento anticipa ciò che accadrà.

Celente ha anche sostenuto che il modo in cui viene misurata la disoccupazione oggi maschera la reale crisi occupazionale perché “una volta che si è fuori dalle liste di disoccupazione, non si è più considerati disoccupati.”

Celente afferma che l’attuale tasso di disoccupazione, se fosse calcolato come era stato calcolato durante la Grande depressione, sarebbe intorno al 17,5 percento. E si aspetta che quella cifra salga intorno al 22 percento dei prossimi anni.

“Potrebbe essere un buon affare investire nelle ghigliottine”, scherza Celente. “Perché si sta diffondendo una febbre da tagliate-loro-la-testa. La gente non ne può veramente più.”

Celente ha affermato che, semplicemente, non ci sono le condizioni necessarie per una ripresa economica. “Torniamo agli anni Novanta. C’era la recessione. Cosa ci ha permesso di superarla? Internet. Non è stata una politica governativa, e Al Gore non lo ha inventato.”

Ma oggi, ha affermato Celente, non ci sono industrie in forte crescita che possono trainare l’economia verso un’espansione. E la classe media statunitense potrebbe non avere le capacità giuste per raccogliere la sfida.

“Ci siamo trasformati da paese di commercianti, artigiani, industriali a impiegati e cassieri”, ha detto Celente. “Dobbiamo riportare l’industria in America.”

Celente si è mostrato d’accordo con gli intervistatori di Tech Ticker sul fatto che la green economy, che cerca di sostituire i carburanti fossili con risorse energetiche alternative e rinnovabili, è un buon punto d’inizio per una ripresa economica, ma ha affermato che l’amministrazione Obama ha diretto la questione in modo sbagliato.

Celente ha evidenziato che gli Stati Uniti hanno destinato 54 miliardi di dollari per l’espansione del settore nucleare, e si sono anche impegnati nel “carbone pulito” — ma non vede nessuna delle due come grandi conduttori della green economy.

Il governo “investe denaro laddove non dovrebbe andare”, ha affermato.

Daniel Tencer

Fonte: www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article26222.htm
22.08.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIADA GHIRINGHELLI

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