Più di trecento giovani allevatori bretoni oggi hanno protestato in diversi ipermercati della regione Côtes-d’Armor. Sul principio hanno bloccato le vie di accesso, costringendo le forze dell’ordine a creare una deviazione per ripristinare la viabilità della RN12, poi hanno fatto irruzione nelle strutture, impedendo ai clienti di entrare e bruciando i pallet all’esterno. Al Carrefour di Langueux i dimostranti hanno prelevato tutte le carni suine non nazionali con l’etichetta “di provenienza UE” riempiendone diversi carrelli e impedendo di fatto che potessero essere acquistate. Presi di mira anche Leclerc e Lidl.
La protesta è la conseguenza diretta della guerra economica operata dai padroni transnazionali contro i mercati di produzione nazionale attraverso i regolamenti dell’Unione Europea. Mentre i prezzi sugli scaffali salgono sempre di più a causa della “crisi energetica” costruita ad arte dai criminali globalisti per impoverire i popoli sovrani europei, le cifre pagate ai produttori sono ai minimi storici:
“Abbiamo controllato i prezzi e abbiamo trovato il latte a 62 centesimi al litro, il che significa che il contadino non può essere pagato. I grandi e medi rivenditori sono i becchini dell’agricoltura”, ha dichiarato all’AFP [“Agence France-Presse” NdT] Fabienne Garel, presidente della FDSEA [“Fédération nationale des Syndicats d’Exploitants Agricoles” NdT] in Côtes-d’Armor.
“Non glielo permetteremo, spingeremo i negoziati per accettare l’aumento dei nostri prezzi, non lasceremo che ci seppelliscano. Il solo costo di produzione di un chilo di carne di maiale è di 1,80 euro, l’allevatore viene pagato 1,25 euro e viene venduto a 1,65 euro”, ha aggiunto. [Capital]
Il responsabile del settore carni della Carrefour Bertrand Eon, giunto a Langueux, si è impegnato con pubblica firma ad alzare i prezzi, fissando un appuntamento con gli insorti, e anche il prefetto della regione Thierry Mosimann nel pomeriggio ha raggiunto gli allevatori a Lamballe, dicendo che comprende le loro ragioni e fissando con loro un incontro istituzionale per il 31 gennaio. Quindi i dimostranti alle 19 hanno abbandonato il campo, promettendo di ritornare, più forti e più decisi, lunedì.
MDM 29/01/2022