Linea dura quella di Krista Mikkonen, ministro degli interni finlandese, che ha fatto arrestare tra le giornate di venerdì e sabato 70 suoi concittadini che manifestavano pacificamente. Migliaia di cittadini di Helsinki, insieme ad altri venuti da fuori, hanno marciato in corteo venerdì 4 febbraio: il primo Finland Convoy, che ha bloccato le strade principali per attestarsi a Piazza del Popolo, davanti alla sede del parlamento. I cittadini, in maniera assolutamente pacifica, hanno seguito l’esempio della storica ribellione dei Truckers For Freedom canadesi, creando una grande festa che ha bloccato il centro della capitale per diverse ore, chiedendo l’annullamento dell’obbligo vaccinale, delle restrizioni pandemiche e contro l’aumento dei prezzi dei carburanti, ma soprattutto le dimissioni dell’esecutivo di Sanna Marin, il governo al femminile del partito dei Verdi, che però di verde ha, stando ai fatti, solo la bile. La protesta si è protratta fino a tarda notte, quando 55 persone sono state arrestate per aver ignorato le intimazioni a disperdersi da parte delle forze dell’ordine. Assalti a persone inermi e tranquille, e per un attimo si è fatto un salto nella barbarie di inizio Novecento quando si sono visti addirittura gli zoccoli dei cavalli slanciarsi minacciosi sulla folla intimidita.
Sabato la manifestazione si è ripetuta ancora in maniera pacifica, ma la repressione della dittatura sanitaria è scattata lo stesso e, per intimidire la resistenza e inibire il risveglio della sovranità popolare, gli sgherri del regime hanno arrestato altre 15 persone.
Questo però non ha intimidito i resistenti del Finland Convoy, che non hanno abbandonato il presidio fino a tarda notte. E non hanno intenzione di fermarsi.
MDM 06/02/2022
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