Il consiglio dei ministri tenuto oggi pomeriggio è saltato dopo una sola ora di discussione. Il maldestro governo Draghi – primo della classe nel distruggere, ma quando si tratta di costruire un elefante nella cristalliera – ha presentato al Cdm una bozza di decreto legge che prevede un generale allentamento delle restrizioni: via il sistema dei colori e i limiti di capienza nei luoghi affollati, via il super-nazipass al lavoro per gli over 50, che potranno tornare a tamponarsi almeno fino al 30 aprile (salvo proroga), e restano le sanzioni per chi non ce l’ha. Resta l’obbligo vaccinale fino al 15 giugno, ma dal primo aprile via a tutte le sanzioni tranne il pizzo di 100 euro. Questo non vale per i sanitari – che dovranno continuare a inocularsi forzatamente fino a dicembre – ma solo per personale scolastico e forze dell’ordine. Dal 1° aprile le pecore potranno tornare a pascolare all’aperto senza mascherina e senza alcuna tessera – ristorazione, spettacoli, sport – e utilizzare i mezzi pubblici a breve percorrenza. Al chiuso, invece – ristoranti, centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi, eventi sportivi – resta tutto come prima: super-nazipass o niente, e senza la tessera base niente mense, concorsi pubblici, colloqui in carcere, visite nelle Rsa. Ma non è tutto: via le quarantene da contatto – restano quelle da contagio, via il Comitato tecnico-scientifico – resta un’unità operativa al ministero della salute con l’obiettivo di portare a compimento la campagna vaccinale, via la dad per i non vaccinati – resta per i contagiati, e un regime di “autosorveglianza” con più di 4 PCR positivi in classe.
Dopo un quarto d’ora di stallo, la seduta è ripresa, e la bozza è stata approvata all’unanimità. Mario Draghi si è presentato verso sera in conferenza stampa e con tono trionfalistico ha annunciato la fine di “quasi tutte” le restrizioni. Sembrava l’epilogo di un film hollywoodiano: grazie italiani per il sacrificio e l’altruismo, grazie vaccini per aver salvato 80mila vite umane. E poi l’emaciato ministro della salute ha tranquillizzato tutti: niente quarta dose, la valutiamo solo per gli anziani (quelli sopravvissuti alle prime tre, e speriamo che sia la dose buona). Ma c’è in verità poco da stare allegri.
In effetti, si tratta di un vero e proprio guazzabuglio di norme che si contraddicono a vicenda e sono al limite dell’applicabilità. Innanzitutto, nei visti del decreto, prima si afferma che lo stato d’emergenza è cessato, per poi sostenere un rigo più giù che “nonostante la cessazione” si debba continuare a contrastare la diffusione della pandemia. Un po’ come dire l’emergenza è passata, ma noi continuiamo lo stesso come se ci fosse. Inoltre, fa notare Cesare Sacchetti, come è legalmente possibile che in posta un over 50 possa entrare senza nazipass se è cliente, ma è obbligato a esibirlo se ci lavora? E come si giustifica, passata l’emergenza, un prolungamento di nove mesi dell’obbligo per i sanitari, quando tutti gli altri dipendenti pubblici, compresi gli insegnanti che sono in continuo contatto col pubblico, potranno tornare a lavorare? Non si specifica inoltre quando e se verrà mai abrogato l’obbligo vaccinale per le categorie che lo manterranno anche dopo il 30 aprile, e non si dà – qui sta il vero comportamento criminale – un quadro chiaro e a lungo termine su come continuerà la campagna vaccinale. Nulla di nuovo sotto il sole del belpaese – non il formaggino, anche se la consistenza dei diritti democratici è ormai quella: la banda di tecno-criminali al soldo della cricca globalista, temendo l’esacerbarsi della rabbia sociale a ridosso dell’aumento dei prezzi e del progressivo instaurarsi dell’economia di guerra dovuto alla crisi russo-ucraina, ha preparato un’opera di ingegneria sociale niente male, anticipando l’ora d’aria estiva alla primavera. D’altronde, Herr Mario non ha escluso la possibilità di restrizioni e razionamenti alimentari causati dalla guerra in atto.
Così, mentre inizia la fase due, lo smantellamento del risparmio e della proprietà privata di milioni di cittadini italiani e la distruzione creativa dell’economia interna del nostro paese, si chiude la fase uno, quella della dittatura sanitaria, che – è il caso di dirlo – ha dato tante soddisfazioni ai padroni kazari del tetro Herr Mario e dell’emaciato ministro (senza) Speranza, portando la maggior parte del popolo italico a devastare per sempre il proprio sistema immunitario una dose dopo l’altra, con la chiusura di più di mezzo milione di piccole e medie imprese, creando così un gregge perfetto per dipendere per tutta la vita dai farmaci e dalle sovvenzioni statali. Gregge lentamente transumante verso il Nuovo Ordine Mondiale.
L’autore ringrazia Ivana Suerra per la collaborazione.
MDM 17/03/2022