È sicuro vaccinare i bambini per il SARS-Cov2 ?

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di Giovanni Frajese
comedonchisciotte.org

Non è un titolo complottista, un affronto No-Vax all’attuale gestione politico-sanitaria della recente pandemia da SARS-CoV-2. È un’esigenza legittima di ogni cittadino italiano e del mondo, e suo è il diritto di avere informazioni chiare e veritiere, risposte univoche ed esaurienti, per non subire soltanto la pressione di dover sottostare a una serie di direttive e imposizioni di utilità estremamente dubbia.

Ciascuno di noi, in questi giorni, è chiamato a “scegliere” se vaccinarsi e, in caso affermativo, a prenotare la sua dose di siero, con scarsa possibilità di esprimere una preferenza, per poi recarsi presso gli hub e ricevere la tanto agognata iniezione: piccolo grande passo verso la riconquista della libertà.

Bellissimo, emozionante, a tratti commovente, se non fosse per il fatto che in pochissimi sono pienamente consapevoli di ciò che il siero contiene davvero. Invece ogni cittadino che si reca a farsi vaccinare dovrebbe farlo con vera consapevolezza, per libera scelta, affinché il suo sia davvero un gesto responsabile ed una decisione informata. E solo la conoscenza dà la vera libertà.

Cos’è un vaccino? Ne abbiamo fatti tanti, tutti, da infanti, e anche più in là con l’età, magari per evitare l’influenza stagionale o per poter viaggiare in zone particolari del mondo. Ogni vaccino introduce nel nostro corpo qualcosa che stimola il nostro sistema immunitario, tale che poi esso possa riconoscere uno specifico agente patogeno (batterio, virus) e annientarlo prima che possa riprodursi e scatenare un’infezione sistemica nel nostro corpo. Uno strumento prezioso, un patrimonio della salute mondiale.

A partire dal XIX secolo, con la rivoluzionaria scoperta di Jenner sul vaiolo bovino, che poteva essere utilizzato sull’uomo come “vaccino”, appunto, contro il molto più pericoloso vaiolo umano, enormi progressi sono stati fatti sullo sviluppo di sieri vaccinali sempre più efficaci e sicuri, passando dagli organismi patogeni attenuati o inattivati, alle tossine prodotte dall’agente infettante, alle proteine del capside virale, i cosiddetti antigeni, purificati o riprodotti per via ricombinante in laboratorio. Cioè materiale inattivato, proteico o polisaccaridico, adiuvato da opportune sostanze per stimolare maggiormente il sistema immunitario umano e assicurare una protezione efficace e duratura in caso di esposizione al vero agente patogeno, vivo e riproduttivo.

Ciascuno dei vaccini sviluppati e somministrati all’uomo fino ai giorni nostri ha avuto alle spalle decenni di sperimentazione, fino ai più recenti vaccini anti-HBV (epatite B) e anti-HPV (papillomavirus), cosiddetti vaccini a proteine ricombinanti o purificate. Tutto questo ci ha assicurato l’efficacia dei sieri, e soprattutto la loro sicurezza, sia breve, sia a lungo termine.

Ciò che fino ad ora non è stato mai utilizzato in un vaccino è materiale genico, i cosiddetti RNA (nello specifico mRNA) e DNA. La recente pandemia da SARS-CoV-2 ha rappresentato l’inizio dell’utilizzo dei cosiddetti “vaccini genici”, ossia vaccini che invece di mettere l’organismo umano a contatto con l’antigene immunizzante, lo fanno produrre direttamente in cellula iniettando al loro interno materiale genetico in gergo tecnico “codificante per l’antigene”. In parole povere, la ormai famosissima proteina spike del coronavirus, che fa produrre i nostri anticorpi, non viene introdotta col siero vaccinale, ma si forzano le cellule a sintetizzarla artificialmente. E a questo scopo viene introdotto a vario titolo materiale genetico estraneo (mRNA in nanoparticelle lipidiche, o DNA plasmidico in vettore virale) all’interno delle nostre cellule.

Ciò che potrebbe sembrare e rappresentare un enorme progresso della scienza, come tanti ce ne sono stati per fortuna nel corso della storia, e declamato oggi come tale da una vasta platea di medici e politici di tutto il mondo, in realtà per le modalità e la rapidità con cui è arrivato dai banconi di laboratorio alla produzione e all’approvazione per l’utilizzo sugli individui, dovrebbe invece destare forti preoccupazioni. Se ne possono citare solo alcune, tutte adeguatamente documentabili: pochi mesi di sperimentazione a confronto dei decenni necessari; mancanza di linee guida specifiche ed esaustive da parte di FDA ed EMA per poter assicurare l’adeguatezza dei vaccini proposti, poiché le tecnologie coinvolte non sono mai utilizzate prima; protocolli per la valutazione dell’efficacia spesso non codificati e non comparabili tra di essi; mancanza assoluta di dati sugli effetti collaterali a lungo termine.

Pur volendo credere a quanto asserito da chi ha progettato tali vaccini genici, ossia che questi mRNA e DNA introdotti in cellula umana siano opportunamente ingegnerizzati da non andare ad integrarsi con il materiale genetico proprio dell’organismo (nonostante manchino dati sperimentali esaurienti), è indiscutibile che non si abbia nessuna evidenza esaustiva di quale sia la risposta immunitaria dell’organismo umano all’introduzione di tale materiale genico estraneo. Studi scientifici di diversi anni fa, mettevano in guardia, ad esempio, sulla possibilità di far sviluppare anticorpi anti-RNA o anti-DNA, o di andare ad interferire con la normale risposta immunitaria incrementando la produzione di interferone, con il pericolo di sviluppare malattie autoimmuni. Nessun dato sulla carcinogenesi, sugli effetti sulla fertilità e la riproduzione sono attualmente disponibili, e ogni cittadino che si vaccina né solleva dalla responsabilità il produttore firmando il consenso informato.

La rapidità con cui questi prodotti genici sono stati approvati è allarmante, e non giustificabile dall’emergenza pandemica in atto.

In questo panorama, è inquietante immaginare la somministrazione di tali vaccini genici a bambini, adolescenti, addirittura neonati. Organismi in fase di crescita e sviluppo per i quali ogni risposta dell’organismo è rapida ed amplificata, in cui il sistema immunitario va formandosi, ed ogni processo differente da quello fisiologico avrà presumibilmente effetti sull’organismo per tutta la vita. L’idea di vaccinare tutta la popolazione pediatrica sana, oltretutto fascia di età non soggetta agli effetti gravi del Covid, con prodotti dei quali non si conoscono gli effetti a lungo termine sulla crescita e lo sviluppo, è al di fuori di qualsiasi logica e rigore scientifico, ogni morale e ogni buonsenso.

La mortalità da SARS-CoV-2 non è tra le più alte riscontrate per altre patologie infettive, bassissima se non quasi azzerata in neonati, bambini e adolescenti, come si evince dai dati ufficiali INED (National Institute for Demographic studies) aggiornato al 23/5/2021, e dunque non si riesce a capire quale possa essere il beneficio derivante da una vaccinazione non esente da rischi, ed è bene ricordare come il medico debba tenere sempre a mente il principio cardine del “primum non nocere”.

Interessante notare come in Corea non vi siano state vittime sotto i 20 anni, a differenza di quanto accaduto nel mondo occidentale.

“Questi sono vaccini sperimentali, non è concessa licenza per alcuna indicazione.” È la precisazione della FDA stessa nel momento del loro autorizzo in via emergenziale.

Sarebbe stato forse preferibile investire su cure più adeguate e su sieri vaccinali basati su tecnologie magari meno innovative ma testate e affidabili. Strada che è stata invece bruscamente ostacolata, in duplice modalità: più vaccini e meno cure, più vaccini genici e meno vaccini tradizionali.

Perché il compito dei bioreattori, apparati di laboratorio che rappresentano il passo industriale aggiuntivo richiesto nella produzione di un vaccino proteico invece che genico, sarà svolto dalle nostre cellule. A che prezzo per noi, lo scopriremo.

Questo però, è un prezzo che non possiamo far pagare ai bambini. Non vi è traccia di ragionamento logico che giustifichi la sperimentazione su di loro, come fatto notare con una lettera aperta ai governi ed enti regolatori da un nutrito gruppo di medici inglesi (Open Letter from UK doctors: Safety and Ethical Concerns Surrounding COVID-19 Vaccinationin Children to Dr June Raine, Chief Executive, MHRA). America’s Frontline Doctors ha avviato una azione legale contro il “Secretary of the U.S. Department of Health and Human Services”, e contro lo “U.S. DEPARTMENT OF HEALTH AND HUMAN SERVICES” per la vaccinazione sui bambini.

A casa nostra, alcuni colleghi hanno fatto partire una petizione su change.org per tentare di bloccare l’accesso dei bambini alla sperimentazione in atto.
Cliccate qui
per partecipare, se il contenuto di questo articolo vi sembra logico e sensato.

Prof. G. Frajese

N.B. Il contenuto del presente articolo rappresenta una mia personale riflessione, e non rappresenta in alcun modo l’opinione della Università presso cui presto servizio (Università di Roma “Foro Italico”), né l’OMA/WFO (Organizzazione Mondiale degli Agricoltori) di cui coordino il comitato scientifico.

Pubblicato da Tommesh per Comedonchisciotte.org

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