Corsica in fiamme: continuano proteste per Yvan Colonna
Tensione altissima nell'isola al settimo giorno di rivolte, che non accennano a placarsi, preoccupando gli occupanti francesi
Oggi compie una settimana la mobilitazione dei nazionalisti corsi in seguito all’aggressione di uno dei loro eroi. Stando alle dichiarazioni ufficiali, si tratterebbe di un movente religioso. Franck Elong Abé, camerunense simpatizzante dei talebani, sarebbe stato offeso sulla sua fede da un altro detenuto della prigione di Arles, Yvan Colonna, il celebre indipendentista corso che nel 1998 uccise il prefetto Claude Érignac a colpi di pistola. Mercoledì scorso quindi il 36enne musulmano ha strangolato e percosso il Colonna per otto minuti, lasciandolo in stato di coma a lottare tra la vita e la morte. Questa versione, però, non ha convinto per niente i cittadini corsi, che si chiedono come sia stato possibile un’aggressione così prolungata senza alcun intervento degli agenti di guardia nel cortile.
Così, è scoppiata la rivolta: università occupata, insieme ad altre 11 strutture tra collegi e licei. Venerdì, poi, la protesta si è espansa in tutto il paese, e ad Ajaccio centinaia di manifestanti hanno dato fuoco al cancello della prefettura, mentre i lavoratori del Sindicatu Travagliadori Corsi marinari hanno impedito a un traghetto francese proveniente da Tolone di sbarcare rinforzi per gli agenti anti-sommossa, tenendolo bloccato per 14 ore e facendo infine sbarcare tutti i passeggeri tranne gli agenti, che sono tornati indietro. Migliaia di persone sono continuate a scendere in strada nei giorni successivi a Corte, Ajaccio e a Basta, dove lunedì ci sono stati duri scontri tra studenti delle scuole superiori e CRS davanti alla Prefettura di Haute-Corse incontrando la tragicamente nota brutalità della polizia francese, che ha fracassato il cranio di un 16enne con proiettili di gomma e gravemente ferito una 14enne con una granata GM2L. La protesta, però, non fa che aumentare, in numeri e tensione, e i manifestanti rispondono alla violenza della celere con bottiglie molotov.
Quello che è successo è stato sentito come un vero scandalo da tutta la popolazione, non solo dai nazionalisti”, conferma Xavier Crettiez, professore a Sciences-Po Saint-Germain-en-Laye (Yvelines), specialista in violenza politica. Per tutti, l’errore amministrativo è tanto più forte perché mette in evidenza il rifiuto dello Stato di cedere alle richieste di rimpatriare i tre prigionieri del commando Érignac nello stabilimento di Borgo.
Secondo il politologo, l’aggressione di Colonna può servire da “pretesto per coloro che guarderebbero con favore alla ripresa della clandestinità”. E senza tornare alla serie di attacchi degli anni ’90, le prossime settimane potrebbero vedere una recrudescenza della “nuova violenza”. (Le Parisien)
Intanto, domenica Marine Le Pen ha rinunciato a una tappa elettorale nell’isola. Non accennando le proteste a placarsi, Macron ieri ha stabilito, come ridicolo palliativo, di rimuovere Yvan Colonna dal regime di massima sicurezza, trasferendolo in un carcere dove i familiari possano vederlo. Domani è atteso in Corsica l’arrivo del nuovo prefetto.
MDM 09/03/2022
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