Come Lincoln distrusse gli Stati Uniti

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Paul Craig Roberts
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Il titolo del nuovo libro di Thomas J. DiLorenzo, Il problema con Lincoln [The Problem with Lincoln], è, a dir poco, riduttivo. Lincoln è stato molto più di un problema, è stato il peggior disastro mai capitato agli Stati Uniti.

Lincoln ha distrutto la repubblica federale istituita dai Padri Fondatori e ha distrutto la Costituzione che la proteggeva. Ha violato ogni disposizione e ogni emendamento alla Costituzione. Ha poi riscritto, a tutti gli effetti, la Costituzione, lasciandone fuori il Decimo Emendamento.

Quello di Lincoln era un regime dittatoriale. Lincoln aveva ignorato le leggi degli Stati Uniti, la Costituzione degli Stati Uniti, tutti i diritti del popolo, il potere e l’autorità dei giudici e aveva persino esiliato un deputato degli Stati Uniti. DiLorenzo scrive che “la libertà di parola è stata praticamente inesistente negli stati del Nord per tutta la durata dell’amministrazione Lincoln.” Lincoln aveva ordinato l’arresto e l’incarcerazione di tutti coloro che disapprovavano la sua invasione del Sud o che lo criticavano anche in minima parte. C’erano stati arresti di massa di cittadini e di redattori di giornali degli stati del Nord. Almeno 38.000 cittadini degli stati del Nord erano stati incarcerati senza un regolare processo.

Lincoln, quando aveva sospeso l’Habeas Corpus, si era macchiato di tradimento nei confronti della Costituzione. Un simile potere non risiede nella presidenza. Solo il Congresso può sospendere l’Habeas Corpus, anche in caso di ribellione e di invasione.

Il giudice capo della Corte Suprema degli Stati Uniti, Roger B. Taney, aveva deliberato che la sospensione dell’Habeas Corpus da parte di Lincoln era incostituzionale. L’editore del New York Tribune, Horace Greeley, aveva scritto che sarebbe stato necessario dare una lezione a Taney. Lincoln aveva fatto preparare un mandato di arresto per Taney, ma non lo aveva fatto applicare, facendo invece affidamento sul fatto che Taney sapesse del mandato e rientrasse spontaneamente nei ranghi.

Altri giudici, statali e federali, che avevano tentato di far rispettare la legge erano stati picchiati a sangue e trascinati in prigione o messi agli arresti domiciliari e impossibilitati ad adempiere ai loro compiti giudiziari. Il giudice Richard Bennett Carmichael, nel Maryland, aveva tentato di applicare la normativa che garantiva il giusto processo. Il Segretario di Stato di Lincoln, William Seward, aveva inviato i soldati federali armati. Questi avevano colpito con il calcio delle pistole il giudice mentre si trovava nel proprio ufficio, “picchiandolo a sangue fino a farlo svenire, e poi lo avevano trascinato a Fort McHenry.” Il giudice circoscrizionale William Merrick aveva emesso un’ordinanza di Habeas Corpus a favore di un giovane minorenne che era stato messo “agli arresti domiciliari con la forza delle armi senza il dovuto processo.” Sotto Lincoln, non solo non esisteva la separazione dei poteri, non esisteva un altro potere.

Lincoln aveva usato le truppe dell’esercito per interrompere le riunioni del Partito Democratico. Al senatore degli Stati Uniti Thomas A. Hendricks, ad esempio, era stato impedito di parlare dalle truppe dell’Unione con le baionette inastate che avevano minacciato di “liberarsi sommariamente di lui.”

In altre parole, nel Nord vivere sotto Lincoln era come vivere nell’Unione Sovietica durante i giorni più bui del regime di Stalin. Nel Sud, la vita sotto Lincoln era paragonabile alla distruzione dei Kulaki da parte di Stalin.

Gli “studiosi di Lincoln” bianchi e liberali concordano su gran parte di tutto questo. E lo giustificano. Ad esempio, il professore della Cornell University, Clinton Rossiter, ha scritto un libro, curiosamente intitolato Dittatura costituzionale [Constitutional Dictatorship], un vero e proprio ossimoro. Rossiter afferma che Lincoln era “un grande dittatore” il cui “incredibile disprezzo per la Costituzione non era considerato legale da nessuno.” Rossiter celebra questo fatto. Essere un “grande dittatore” è ciò che aveva reso Lincoln un “vero democratico.” Un altro “studioso di Lincoln”, Dean Sprague, ha scritto un libro in cui descrive centinaia di episodi della tirannia di Lincoln e poi, in qualche modo, riesce a concludere che Lincoln “non provava alcuna attrazione per la tirannia” ed era un “grande umanitario.”

Questo modo di pensare,” scrive DiLorenzo,” è quello che ci vuole per diventare studiosi di Lincoln: la dittatura è democrazia, la tirannia è libertà, distruggere la Costituzione è costituzionale, imprigionare i dissidenti politici è benevolenza, la dittatura nelle mani giuste è buona e nobile, e così via.”

Il capitolo più importante del libro di DiLorenzo è il quarto. Il tema di questo capitolo sono i crimini di guerra di Lincoln, dei suoi generali e del suo esercito. Lincoln porta l’onta di essere il primo governante dei tempi moderni ad aver scatenato una guerra indiscriminata contro la popolazione civile. Da Lincoln derivano tutte le successive violazioni di Washington alle regole di guerra e ai Protocolli e alle Convenzioni di Ginevra: i bombardamenti incendiari delle città e dei civili giapponesi e tedeschi, le bombe atomiche su due città giapponesi, le atrocità in Vietnam, Laos e Cambogia, l’omicidio di 500.000 bambini iracheni, giustificato dal Segretario di Stato americano Madeleine Albright, alla vera maniera di Lincoln, come “ne valeva la pena,” le stragi legate alle illegittime invasioni di Afghanistan, Iraq, Libia, Siria sponsorizzate da Washington, i bombardamenti in Pakistan, Somalia, Yemen, la persecuzione e la tortura del giornalista Julian Assange, gli orrori della tortura di Abu Ghraib e di Guantanamo. Se il Sud avesse vinto la guerra, Lincoln, l’intero alto comando dell’Unione e la maggior parte dell’esercito dell’Unione avrebbero potuto essere legalmente e giustamente impiccati come criminali di guerra. I crimini di guerra di Lincoln, Grant, Sherman, Sheridan e dell’esercito dell’Unione “hanno, a tutti gli effetti, aperto la strada agli orrori genocidi del mostruoso 20° secolo.

Il piano bellico di Lincoln era stato studiato per distruggere tutto il Sud, non solo il suo esercito. I mezzi erano gli incendi, i saccheggi, gli stupri e gli omicidi dei civili, la distruzione di case, fienili, bestiame e di città intere da parte dei criminali in uniforme dell’Unione. Nel Missouri, vaste aree dello stato erano state trasformate il lande disabitate. Il generale dell’Unione James H. Lane aveva dichiarato: “Crediamo in una guerra di sterminio. Voglio vedere ogni pezzo di terra nelle contee di Jackson, Cass e Bates incendiato, tutto dev’essere devastato. La cavalleria dell’Unione ha bruciato 45 edifici a Dayton, Missouri, 42 a Rose Hill e 150 case private nella Contea di Johnson. L’intera città di Columbus, nel Missouri, è stata rasa al suolo.”

Il generale Thomas Ewing aveva distrutto tutte le case in 3000 miglia quadrate del Missouri, costringendo 20.000 civili ad abbandonare le proprie abitazioni, lasciandoli senza tetto e solo con gli abiti che indossavano, mentre tutti i loro beni venivano rubati dai “soldati” dell’Unione. Ewing si era vantato della sua impresa con un reporter di Washington, dicendogli che le sue azioni erano state approvate dal presidente Lincoln.

Un amico di Lincoln, il generale Grenville Dodge, aveva dichiarato che la sua politica era quella di far morire di fame l’intera popolazione dello stato del Tennessee. “Queste persone sono ribelli orgogliosi ed arroganti” e verrà fatto loro capire che “tutto ciò che possiedono appartiene al governo degli Stati Uniti.”

Nel dicembre 1862, Fredericksburg, in Virginia, era stata saccheggiata, depredata e distrutta dai “soldati” dell’Unione. Dilorenzo riferisce che “simili abusi illegali nei confronti dei civili si erano verificati in tutto il Sud, mentre i generali di Lincoln continuavano a giustificarli e anche ad incoraggiarli.”

Atene, in Alabama, era stata saccheggiata dal Colonnello dell’Unione Turchin, un russo immigrato e sostenitore dello Zar Nicola. Le atrocità subite dai residenti civili includevano lo stupro collettivo delle donne di colore da parte dei “soldati” dell’Unione. Questo si era rivelato eccessivo anche per i generali dell’Unione. Il maggiore generale Don Carlos Buell aveva mandato sotto corte marziale Turchin e lo aveva fatto congedare dall’esercito, ma Lincoln era intervenuto e aveva promosso Turchin al grado di generale. Il Chicago Tribune aveva elogiato la promozione di Turchin e aveva scritto che Turchin “aveva avuto, fin dall’inizio, le idee più sagge e chiare di qualsiasi uomo sul campo riguardo al modo in cui avrebbe dovuto essere condotta la guerra.” Questo dovrebbe farvi capire tutto quello che c’è da sapere sul “grande e morale Nord,” ma, ahimè, c’è di molto peggio.

Incapaci di sconfiggere Lee sul campo di battaglia, i criminali di guerra dell’Unione avevano sempre più preso di mira i civili. Charleston, nella Carolina del Sud, era stata bombardata per sei mesi dalla Marina dell’Unione. Nel 1963 si rinvenivano ancora proiettili inesplosi.

Atlanta era stata completamente distrutta dal generale Sherman, prima con i bombardamenti e poi con le cariche esplosive. Il capo ingegnere militare di Sherman, il capitano O.M. Poe, sgomento per i così tanti cadaveri di donne e bambini, aveva avvertito Sherman che il continuo bombardamento non aveva più alcuno scopo militare. Di parere opposto, Sherman aveva affermato che “i cadaveri sono uno spettacolo bellissimo.”

Scrive DiLorenzo: “Di città in città, una dopo l’altra, veniva seguita l’identicaa routine: il bombardamento dei civili, il furto delle loro proprietà, l’incendio delle loro case e delle attività commerciali, l’uccisione del bestiame e persino il bizzarro, gratuito e crudele sterminio di tutti i cani di famiglia.” Orangeburg, nella Carolina del Sud, era stata trasformata in un mucchio di ceneri. “Anche le tombe nei cimiteri erano state scavate dai soldati [dell’Unione] alla ricerca di gioielli di valore sui cadaveri.” Due terzi della Columbia, nella Carolina del Sud, erano stati completamente bruciati. Un colonnello dell’Unione si era vantato: “Abbiamo bruciato una città, la capitale e la maggior parte dei villaggi lungo il nostro percorso, così come la maggior parte dei granai, degli annessi e delle case di abitazione e tutto quello che è sfuggito al fuoco è stato saccheggiato.

Il Sud aveva perso la guerra quando Stonewall Jackson era stato ucciso dalle sentinelle confederate che lo avevano scambiato per uno scout dell’Unione. Con Jackson fuori dai giochi, il generale dell’Unione Philip Sheridan aveva potuto distruggere la Valle di Shenandoah, in Virginia. Grant aveva ordinato a Sheridan di trasformare la terra in “uno sterile deserto.” E lo aveva fatto. “Sheridan aveva informato Grant di aver dato fuoco a 2.200 fienili e a 70 mulini per farina e grano e di aver rubato o ucciso almeno 7000 bovini e ovini in un giorno solo. ‘Domani continuerò la distruzione.'”

DiLorenzo scrive: “C’è voluto un tipo speciale di ‘soldato’ per commettere simili crimini di guerra. Il biografo di Sherman, Lee Kennett, aveva scritto che nell’esercito di Shermani reggimenti di New York erano pieni di criminali delle grandi città e di stranieri appena usciti dalle carceri del Vecchio Mondo.’…  Questi uomini avevano commesso atroci crimini di guerra sotto la direzione di comandanti come Sherman, che aveva scritto a sua moglie che il suo scopo ultimo nella guerra era ‘lo sterminio, non solo dei soldati, che è la parte minima del problema, ma del popolo del Sud.’ Alcuni anni dopo, Sherman sarebbe diventato ancora più famoso per il suo detto secondo cui ‘l’unico Indiano buono è un Indiano morto,’ quando era comandante generale delle [genocide] guerre indiane.” [La citazione attribuita a Sherman è, in realtà, di Sheridan. I due generali dell’Unione avevano una considerazione talmente simile dei Sudisti e degli Indiani che è facile confonderli].

Gli “studiosi di Lincoln,” disonesti fino all’ultimo, fingono che Lincoln, Grant, Sherman e Sheridan e gli eserciti dell’Unione abbiano combattuto la guerra per liberare gli schiavi. Centinaia di migliaia di Nordisti bianchi erano morti per la presunta liberazione della gente di colore, che, secondo Lincoln, era inadatta a vivere tra i bianchi. Questo è il tipo di “storia” che gli Americani ottengono dai loro “storici.” Nessun singolo documento storico supporta la falsa affermazione che la guerra era stata combattuta contro schiavitù. Vedere qui.

Mai e poi mai, gli “studiosi di Lincoln” hanno notato che, dopo solo sei settimane dalla fine della guerra, Sherman e Sheridan erano già al lavoro con l’esercito dell’Unione a sterminare gli Indiani delle pianure che, come la Confederazione, intralciavano la strada dell’impero e dei baroni della ferrovia.

Sherman aveva scritto a Grant che “non lasceremo che alcuni Indiani ladri e straccioni controllino e fermino il progresso delle ferrovie.” L’amico di Lincoln, il generale Grenville Dodge, aveva proposto di rendere schiavi gli Indiani e di farli lavorare alla posa dei binari. DiLorenzo scrive: “Lo stesso esercito che aveva appena saccheggiato, depredato e razziato in tutto il Sud ‘per liberare gli schiavi,’ come vuole il folklore, sarebbe diventato una gigantesca congrega di sorveglianti per le piantagioni di schiavi.

Sherman considerava i nativi americani allo stesso modo in cui considerava i Sudisti: creature da sterminare. I nativi americani, secondo il generale dell’Unione, erano “una razza non umana e selvaggia.” Gli eserciti di Sherman e di Sheridan avevano condotto più di mille incursioni contro i villaggi indiani, soprattutto nei mesi invernali, quando le famiglie erano tutte insieme. Avevano l’ordine di uccidere tutto e tutti, compresi donne, bambini e animali. Era stata intrapresa una guerra di sterminio dei bisonti, per privare gli Indiani del cibo e farli morire di fame, rendendoli una forza di combattimento inefficace. Le atrocità commesse dall’esercito dell’Unione dal 1861 fino al 1880 superano i crimini di guerra di qualsiasi altro periodo storico.

DiLorenzo conclude: “Il loro comportamento ha spianato la strada ai grandi orrori e ai crimini di guerra dei conflitti del 20° secolo.”

DiLorenzo descrive come il criminale Lincoln sia stato trasformato in un santo e come le azioni criminali di Lincoln siano diventate dei precedenti per i presidenti successivi. Il presidente George W. Bush ha ripetuto l’atto illegale di Lincoln di sospendere l’Habeas Corpus e il Congresso e la Corte suprema non hanno contestato questa usurpazione del potere del Congresso da parte di Bush. Sia Bush che Obama si sono sbarazzati del processo regolare. Per colpa di Lincoln, gli Stati Uniti di oggi non hanno alcuna somiglianza con il paese creato dai Padri Fondatori. Gli Stati Uniti, come allora, sono morti nel 1865.

Alla fine della guerra, era iniziata la vera distruzione del Sud. È nota come la Ricostruzione. L’umiliazione della popolazione sudista e l’avvelenamento delle relazioni razziali da parte dei Repubblicani e degli occupanti dell’Unione, se i Sudisti fossero stati persone meno rispettabili, si sarebbero conclusi con lo sterminio dei neri e l’uccisione a vista di tutti i Nordisti e dei loro complici sudisti. Ma i Sudisti erano un popolo morale e civile. Di conseguenza, era stato il Sud ad essere sterminato.

Paul Craig Roberts

Fonte: paulcraigroberts.org
Link: https://www.paulcraigroberts.org/2020/07/21/how-lincoln-destroyed-the-united-states/
21.07.2020

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