La tessera verde non finirà, né a marzo né a giugno, e i globalisti non hanno alcuna intenzione di fare passi indietro sulla propria agenda. Non lo diciamo perché siamo “falsa controinformazione” o gatekeeper. Lo diciamo perché la resistenza vera è quella consapevole, e chi pensa che coloro che ci hanno tolto i diritti in maniera tanto barbara e brutale possano restituirceli dal 31 marzo (fine delle restrizioni) o dal 26 giugno (fine degli obblighi vaccinali) come se niente fosse successo, si sta solo illudendo: la tessera verde non sarà mai abrogata, e non solo, sarà pienamente rafforzata, anzi diventerà istituzione dello stato. Nulla ci sarà restituito dalla nostra acropoli occupata dal nemico, e l’agorà non ci sarà data ma concessa, e alle loro condizioni.
Circa una settimana fa, il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao ha presentato al forum ANSA la piattaforma ID Pay:
“Stiamo pensando ad una piattaforma per l’erogazione di tutti i benefici sociali, il nome provvisorio è IDPay, tutto direttamente in digitale, addirittura in pagamento anticipato, senza bisogno di dover anticipare i soldi, venire riconosciuti nel punto vendita e ricevere l’ammontare di bonus di voucher grazie alla piattaforma” e si può partire “già da quest’anno”.
ID Pay raccoglierà tutti i dati personali, non soltanto quelli sanitari, di chi la utilizza, e fin qui tutto regolare: i telefonini lo fanno già, e Google – come è stato dimostrato in più sedi legali – raccoglie i dati personali sensibili anche senza il consenso degli utenti. Ma qui è diverso, perché a farlo sarà lo stato, che così realizzerà pienamente il “sorvegliare e punire” di foucaultiana memoria e inaugurerà la prima dittatura della sorveglianza digitale sul modello cinese. Difatti, molti commentatori concordano sul fatto che i “benefici sociali” erogati dalla piattaforma altro non saranno che quelli che oggi – o almeno fino al 2020 – ritenevamo diritti fondamentali e inviolabili. ID Pay sarà il wallet di stato per la moneta virtuale – Colao è stato ben chiaro sull’intenzione di usarlo per abbattere definitivamente l’utilizzo di denaro contante: al singolo cittadino sarà assegnato un codice identificativo univoco (scansionabile nella sua versione QR) che sarà associato a ogni singola transazione, ogni singolo spostamento, ogni singola attività che ne prevederà la scansione. Da questo punto di vista, il green pass è stato solo una finestra di Overton, e i cittadini italiani che si sono così facilmente piegati al ricatto di dover scansionare un codice che attestasse il proprio status sanitario per tutta una serie di attività, certamente percepiranno come normale il fatto di dover tornare a farlo. E che altri cittadini, bollati come indegni del consesso civile, ne siano esclusi. Perché il piano è chiaro: “Ci deve essere un cambio di mentalità in cui si passa dal dire ‘io son qua a controllarti’ a ‘io son qui ad aiutarti’, e poi verificherò l’integrità di quello che fai.” aveva detto il lobbista Colao a maggio scorso dal patriarca Fazio. E il trattamento riservato ai camionisti canadesi – conti bancari congelati, assicurazioni sospese solo per reato d’opinione – è stato un fulgido esempio di dove si arriva quando si virtualizza la propria vita, denaro e diritti, e la si mette nelle mani di un provider che può privarcene non appena smettiamo di obbedire.
MDM 08/03/2022
https://www.recnews.it/2022/03/03/rec-news-dir-zaira-bartucca-id-pay-il-green-pass-aumentato-cosa-pianifica-il-governo-draghi-mentre-ci-distrae-con-la-guerra-in-ucraina-vittorio-colao-iran/