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Che fine ha fatto il buon giornalismo?

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A cura di Redazione CDC
Il 27 Febbraio 2022
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di Enza Sirianni
ComeDonChisciotte.org

«Un’inchiesta giornalistica è la paziente fatica di portare alla luce i fatti, dimostrati nella loro forza incoercibile e nella loro durezza. Il buon giornalismo sa che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere e se ne fa custode nell’interesse dell’opinione pubblica.»

(Giuseppe D’ Avanzo)

Frugavo nella mia corrispondenza cercando una citazione di Simone de Rogerbastide, quando mi compare una petizione che avevo firmato nel 2013. Strabuzzo gli occhi per il titolo: Vaccinati a morte.

Non la ricordavo proprio seppur la vicenda la conoscessi e cioè le morti di tanti giovani militari dopo la somministrazione di vaccini vari, tra cui quello contro l’antrace. Tragedie che avevano un nesso con la questione dell’uranio impoverito con cui sarebbero venuti a contatto i militari in missione all’estero.

Mi soffermo e mi metto a cercare l’indirizzo a cui rinvia la petizione riferendosi all’inchiesta di Vittoria Iacovella “Vaccinati a morte”, vincitrice del Premio Alpi nel 2013 (migliore inchiesta televisiva italiana delle web tv). Purtroppo mi dice “link disabled”.

Ma non mi scoraggio. Digito il nome della giornalista (facile reperire il suo curriculum con le sue collaborazioni e un suo blog fermo al 2009) e mi compaiono i link ancora presenti su youtube dell’inchiesta. [1]

Ascoltare le testimonianze, i militari, le famiglie, i medici che hanno vissuto certi lutti in prima persona, fa arrabbiare e dona un senso di impotenza giacché la strage è rimasta sostanzialmente impunita (al netto di qualche condanna al Ministero della Salute), mentre la macchina di Big Pharma ha continuato e continua indisturbata a macinare profitti stellari, con una sfrontatezza sempre più arrogante a cui la comparsa di Sars-Cov2 ha spianato la strada, senza freni, scrupoli, ostacoli, controlli, verifiche, veti a sperimentazioni lucrose e su larga scala.

Tutto è lecito a costoro in nome della scienza pro domo loro che, in paesi come l’Italia, è andata a finire in mano a gente in aperto conflitto di interesse con i produttori dei sedicenti vaccini.

La cosa più sorprendente, se davanti agli arbitri a cui abbiamo assistito in quasi tre anni di covidocrazia si riesce ancora a sbalordirsi, è che l’indagine della Iacovella, allora, fu fatta per Repubblica che, con tutti i limiti della stampa sussidiata, ancora tentava di fare un giornalismo a servizio della ricerca della verità e del bene comune. Per verificarlo basta andare al link [2].

Si leggeranno cose interessantissime, perfettamente sovrapponibili a quanto accade oggi per l’affaire vaccini anti-covid (e non solo), con lo scarto fondamentale della piena e fattiva collaborazione dei governi occidentali neoliberali.

Dimenticavo: il passo di D’Avanzo, riportato in esergo, l’ho tratto proprio dal sito R’E LE INCHIESTE.

Buona lettura

NOTE

[1] “Vaccinati a morte” di Vittoria Iacovella

[2] “Sanità in Conflitto” – inchiesta di Vittoria Iacovella

Pubblicato da Verdiana Siddi per ComeDonChisciotte.org

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