Il prezzo del gasolio schizza sempre più in alto, e i trasportatori italiani sono in agitazione: presto non saranno più materialmente in grado di lavorare. Se già a febbraio i prezzi erano iniziati a salire nonostante i prezzi al barile restassero gli stessi, dallo scoppio della guerra in Ucraina i prezzi sono saliti alle stelle, e il tutto ancora molto arbitrariamente. Non c’è infatti un costo al barile che effettivamente giustifichi l’impennata. Già in Sardegna, riporta La Presse si sono segnalati i primi disagi.
Così, lunedì 15 marzo l’associazione nazionale Trasportounito ha annunciato che “a partire da lunedì prossimo, 14 marzo, le aziende di autotrasporto sospenderanno a livello nazionale i loro servizi ‘per causa di forza maggiore’”. L’associazione ha anche inviato una lettera alla Presidenza del Consiglio, al Ministro e al Vice Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e al Presidente della Commissione di Garanzia in Scioperi, in cui spiega che “la sospensione dei servizi si è resa inevitabile anche per tutelare le imprese e impedire che le esasperate condizioni di mercato, determinate dal rincaro record dei carburanti, si traducano in vantaggi per altri soggetti del settore trasporti, ovvero in addebiti per obblighi contrattuali che le imprese della filiera logistica non sono più in grado di garantire”.
Sabato prossimo, 19 marzo, sarà Unatras a manifestare in tutta la nazione, denunciando una situazione drammatica: “Continuando a tergiversare, il Governo si assume il rischio che nascano nuovamente iniziative spontanee di protesta, nonché la responsabilità di lasciare committenze senza rifornimenti […] non è un blocco né un fermo. Il 19 marzo i camion non escono dalle aziende, come i pescatori non escono in mare. Resteranno nei piazzali delle aziende”. Cominceranno, fanno sapere, in maniera più soffice, ma annunciano un inasprimento se il governo non darà risposte immediate.
MDM 12/03/2022