ALTERNATIVA, DI GIULIETTO CHIESA

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DI MIGUEL MARTINEZ
kelebeklerblog.com

Sabato e domenica sono stato a Genova, per dare un’occhiata all’assemblea nazionale di Alternativa, che si definisce un “laboratorio politico”, raccolto attorno a Giulietto Chiesa.

Giulietto Chiesa lo conosco soprattutto come autore del libro, La Guerra Infinita, uscito nel 2003, che è veramente un buon libro. Che spiega con chiarezza e documentazione il quadro politico ed economico che ha portato alle guerre statunitensi dell’inizio di questo secolo.

So che in seguito, Giulietto Chiesa si è occupato di vari temi, tra cui l’11 settembre, cosa che ha suscitato una valanga di polemiche. Come spiega un sito legato alle iniziative di Giulietto Chiesa su questo tema,

“non diciamo cosa è accaduto quel giorno di settembre negli Stati Uniti d’America, ma diciamo che quello che ci hanno raccontato è chiaramente falso.”

Metto in nota cosa ne penso io della questione, e vado avanti.[1]

Nella foto: Giulietto Chiesa

Giulietto Chiesa, nella sua qualità di eurodeputato, è riuscito a ottenere informazioni inedite sulla complicità europea nei sequestri di persona compiuti dai servizi segreti statunitensi; e ha raccolto anche qualche chicca straordinaria, come i corsi che l’apparato di intelligence degli Stati Uniti ha organizzato, su suolo americano, subito dopo l’11 settembre, non solo per i servizi segreti italiani ma anche per i pubblici ministeri. Ribadisco il concetto: dei magistrati italiani portati negli Stati Uniti, a spese del governo americano, per imparare come dare la caccia ai presunti “terroristi islamici”.

La scorsa primavera, Megachip, rivista telematica vicina a Giulietto Chiesa, mi ha invitato a parlare a Cagliari al convegno Blogosferatu, accanto a Glauco Benigni, Michela Murgia, Federica Sgaggio e Felice Capretta. Io sono abituato ad ambienti politici che combinano la massima disorganizzazione con un linguaggio oscuro che capiscono solo loro. Qui invece, un’organizzazione efficiente e una vera curiosità di capire.

A maggio, Giulietto Chiesa mi ha invitato a parlare a Roma assieme all’avvocato Carlo Corbucci sulla costruzione del terrorismo islamico in Italia.

Si tratta di una questione che mette alla prova le persone: nell’estrema sinistra, ho visto una solidarietà, a volte cieca, con i “compagni”; una simpatia verso gli “immigrati”; ma – con alcune nobili eccezioni – un imbarazzato silenzio quando si tratta della persecuzione dei musulmani: i musulmani non si divertono alle battute di Nanni Moretti.

Giulietto Chiesa ha superato benissimo questa prova musulmani.

Torniamo alla riunione di Genova.

Una sessantina di persone, che non sono poche dati i tempi. Limiti: l’età media non è giovane; il gruppo sociale prevalente è probabilmente quello degli insegnanti.  Aspetti positivi: sono persone serie, che agiscono e che non si perdono in baroccate gergali. Una curiosità: scopro che molti leggono questo blog, cosa che indica una certa affinità istintiva.

Giulietto Chiesa ha aperto l’incontro con a fianco Franco Cardini, un segnale per indicare come  i tempi nuovi richiedono a tutte le persone migliori di unire i loro sforzi.

La tesi di Alternativa è chiara e la condivido: non stiamo attraversando una semplice crisi, ma una transizione di civiltà, qualcosa che non ha precedenti, almeno da qualche secolo a questa parte. E alla base di questa crisi, c’è l’illusione del progresso e della crescita infinita, materiale e ancora di più finanziaria, in un mondo dalle risorse finite. Una crescita in cui una minoranza sempre più ristretta dell’umanità si appropria, privatizzandole, delle risorse in diminuzione.

Di fronte a questa crisi la gente è spaventata, ma non capendo, si ritira o cerca capri espiatori.

Alternativa cerca di mettere insieme le persone, con ogni o nessun passato politico alle spalle, che abbiano coscienza di questo: “i problemi che abbiamo non possono essere risolti con lo stesso tipo di pensieri che li ha creati“.

Contro la privatizzazione del mondo, occorre promuovere la protezione della natura e della conoscenza come bene comune.

Alternativa dichiara esplicitamente di non essere di Sinistra: un’affermazione cruciale, su cui mi soffermo.

Certa gente non ha difficoltà a rinunciare a dirsi marxista, mentre reagisce in modo irrazionale quando viene messa in dubbio l’identità di Sinistra. Questo è un fatto interessante, perché “marxista” ha un significato preciso, “Sinistra” invece no.

Innanzitutto, Sinistra in Italia (non parlo per altri paesi) significa alcuni ideali ottimi ma vaghi, cose come “giustizia” o “uguaglianza”, che troverebbero d’accordo tanti, compresa probabilmente la maggior parte di coloro che sono considerati di “destra”.

Più concretamente, però, Sinistra significa alcune organizzazioni politiche realmente esistenti.

E la Sinistra realmente esistente – gente come Bertinotti, Diliberto o Vendola – finisce sempre per offrire una copertura al centrosinistra; e il centrosinistra non è altro che il braccio sinistro del capitale, per usare una metafora sintetica. A parte qualche innocua setta, ci sono poche eccezioni.

Ma è il terzo significato che suscita reazioni emotive: Sinistra indica un’inconfessata ma precisa identità antropologica.

Non ho nulla contro le persone “di Sinistra”, che sono ottime o pessime come tutte le altre. Personalmente, ho probabilmente più cose in comune con loro che con tante altre categorie sociali.

Il problema è che si tratta di un piccolo mondo in cui si entra solo da giovanissimi, cioè quando ancora non si capisce niente. In linea di massima, le iscrizioni al club sono chiuse da qualche decennio, per cui il giro è sempre quello, ed è in via di estinzione per banali motivi anagrafici.

Nel club, ci si fa strada in base al possesso di un codice particolarissimo, fatto di certe parole, certi gusti e comportamenti e certi ricordi condivisi.

Chi non ha questa storia personale viene tenuto ai margini (nel caso di un ambiente sano) o cacciato come infiltrato (nel caso di un ambiente patologico).

A differenza di altri circoli chiusi, come ad esempio i valdesi, la Sinistra pretende però di cambiare la società. Nei fatti, questo significa che un gruppo di ex-sessantottini [2] pretende di avere il monopolio dell’opposizione sociale. Comprensibilmente, la società non ha alcuna intenzione di farsi dire da loro cosa deve fare: è uno dei motivi per cui la Sinistra viene espulsa dalle fabbriche e dai quartieri popolari, e non significa nulla per i migranti. Eppure la gente è  disperata e terrorizzata. Ne risulta un fenomeno curioso: non solo i leghisti (al governo) parlano come se fossero opposizione lo fa spesso lo stesso Berlusconi.

Si può benissimo essere contro la svendita del mondo, la mercificazione degli uomini e delle cose, contro le guerre imperiali e a favore del bene comune senza dover farsi giudicare o inquadrare dal club degli ex-sessantottini. Va benissimo che ci siano persone che provengono da Sinistra o si sentono di Sinistra, come lo stesso Giulietto Chiesa. Ma dirsi collettivamente “di Sinistra”, significa affondare assieme al club in via di estinzione.

Un movimento in grado di fare qualcosa nella nostra società deve partire dal presupposto che chiunque ci si avvicini, sia uguale in partenza. Rinunciare pubblicamente ed esplicitamente a essere “di Sinistra” significa rinunciare all’idea che debbano contare solo coloro che provengono dal club.

Alternativa non mira a fare concorrenza ai movimenti esistenti: casomai potrebbe offrire proposte sensate alle masse di persone che – in mancanza di meglio – seguono le confusionarie esternazioni di Beppe Grillo. E forse (è una mia speranza) anche a chi finisce per sostenere la Lega Nord, se solo si trovasse il linguaggio per far capire che chi ti deruba e mette in pericolo non è certo il migrante.

Negli ambienti politici, è quasi la regola che il Capo parli e il Popolo ascolti; di conseguenza, il Capo tende a circondarsi di persone, se non stupide, almeno mute. Negli incarichi attorno al capo, ci sono di solito i Servitori Zelanti.

Mi sembra piuttosto diversa l’atmosfera in Alternativa – Giulietto Chiesa non solo ascolta le persone intelligenti e indipendenti, anzi le cerca attivamente. Ad esempio, proponendo come segretario del movimento Marino Badiale, una delle menti migliori e più libere dei nostri tempi.

Insomma, per ora, Alternativa mi sembra una buona cosa; certamente più interessante di qualunque altra cosa ci sia in giro.

Miguel Martinez
Fonte: http://kelebeklerblog.com
Link: http://kelebeklerblog.com/2010/11/02/alternativa-di-giulietto-chiesa/
2.11.2010

Note:

[1] Quello dell’11 settembre è un tema curioso, che suscita passioni tremende.

Non parlo di quelle legittime riguardanti i morti nella strage, bensì il groviglio di dubbi riguardanti ciò che è successo. Anche accennare al tema porta sempre con sé una valanga di commenti: da una parte, persone che ti chiedono, “ma allora come mi spieghi il fatto che al quindicesimo piano della seconda torre quel giorno la quarta porta a sinistra fosse chiusa a chiave?” e dall’altra, sghignazzanti cinici che confondono questo tipo di domande con cose come i rettiliani di David Icke.

Riassumo quindi la mia posizione personale (sapendo di scatenare così la rissa che vorrei evitare) : non so perché quella porta era chiusa a chiave e non voglio dedicare il resto della mia vita a scoprirlo; non confondo chi pone domande sull’11 settembre con chi crede ai rettiliani. Ritengo lecito mettere in dubbio la versione ufficiale.

Però non voglio entrare nel dibattito tecnico-tecnologico che sembra occupare il 90% della discussione sull’11 settembre. Perché sono laureato in lingue orientali e non in ingegneria.

Penso che, quando può impunemente manipolare i media, un gruppo di potere non correrebbe tutti i rischi che richiederebbe l’organizzazione di un autoattentato di quella portata; e mi sembra difficile che la stessa cricca, se non è riuscita a mettere una sola “arma di distruzione di massa” nel remoto Iraq, militarmente occupato, abbia potuto preparare un autoattentato al centro di New York.

Mi posso sbagliare, ovviamente, ma ho il sospetto che le contraddizioni che compaiono nella versione ufficiale siano dovute soprattutto alle dimensioni di ciò che è successo: basta pensare alla fretta, alle incomprensioni, ai ricordi falsati e confusi, alle infinite piccole magagne che la gente ha da nascondere.

[2] Ex-sessantottini in senso ampio – Bertinotti ha qualche anno in più, Vendola qualche anno in meno, ma il giro resta quello.

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