Zuckerberg in prigione con l’Online Safety Bill
Gli alti dirigenti delle piattaforme online potrebbero finire in prigione se non rispetteranno la nuova legge britannica
Come annunciato da Nadine Dorries, membro del Parlamento britannico e Segretaria di Stato per il digitale, la cultura, i media e lo sport, con la nuove leggi sulla sicurezza online, i dirigenti dei giganti dei social media corrono più di un rischio di finire dietro le sbarre se non reprimeranno i contenuti illegali.
La nuova legge per la sicurezza online prevede un elenco di reati prioritari, come revenge porn, crimini ispirati dall’odio, frode, vendita di droghe o armi illegali, i cui materiali devono essere rimossi necessariamente dai social, prendendo tutte le contromisure possibili anche per fermarne la diffusione.
Come ha sottolineato la Dorries, il disegno di legge è stato un “avviso alle piattaforme online per dire che eccolo qui, ti stiamo facendo sapere di cosa si tratta ora, quindi inizia a fare quello che devi fare”, specificando come nessun alto dirigente possa sentirsi al sicuro nel caso in cui non agisse a norma di legge.
Dello stesso avviso però non è Andy Burrows, capo della Head Of Child Safety Online Policy (NSPCC) secondo cui “Nonostante la retorica, le attuali proposte del governo significano che i capi tecnologici non sarebbero personalmente responsabili per gli effetti dannosi dei loro algoritmi o per la mancata prevenzione dell’adescamento e potrebbero essere perseguiti solo per non aver fornito informazioni all’autorità di regolamentazione”.
Massimo A. Cascone, 07.02.2022
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