Ieri, lunedì 21 marzo, il presidente ucraino Zelensky ha affermato che qualsiasi eventuale accordo che le delegazioni russe e ucraine dovessero trovare per porre fine al conflitto, successivamente dovrà essere il popolo dell’Ucraina ad esprimersi, e per farlo sarà necessario probabilmente un referendum.
L’ho spiegato ai gruppi di negoziatori; quando si parla di tutti questi cambiamenti, e possono essere storici, non andiamo da nessuna parte, arriveremo a un referendum. […] Il popolo dovrà pronunciarsi e rispondere a qualche forma di compromesso o altro. E quello che sarà è una questione di dialogo e di comprensione tra l’Ucraina e la Russia. Quindi in ogni caso sono pronto ad andare con la nostra gente.
– ha affermato durante più di un’intervista ai media occidentali il presidente ucraino.
Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, per quanto l’atteggiamento di Zelensky sia apprezzabile, in quanto leader di un paese sovrano che ha tutta la legittimità di scegliere le procedure che più ritiene opportune, un ritardo nell’accettazione di possibili compromessi decisi dalle delegazioni diplomatiche potrebbe non essere auspicabile:
L’Ucraina è uno stato sovrano ed è giusto che ci siano delle procedure interne. Ma oltre a questo, ci sono quelle questioni sostanziali che sono sul tavolo dei negoziati delle due delegazioni. […] La nostra squadra negoziale ha pieni poteri, ha le competenze necessarie, rappresenta la volontà politica del nostro Capo di Stato. Il resto è compito della nostra controparte ucraina”.
Ci chiediamo come un popolo che è stato invaso possa prendere una decisione così importante in un momento come questo. Zelensky lo sa perfettamente ma d’altronde non ha altro modo per legittimare la sua leadership in caso di una pace che non soddisfi l’Occidente, altrimenti sarà velocemente sostituito.
Massimo A. Cascone, 22.03.2022
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