DI CHAD NAGLE
Durante la guerra fredda, il clima globale “spia-contro-spia” e di contrapposizione dei blocchi est-ovest, generò infinite trame assassine e storie di omicidi politici. Uno dei delitti più famigerati coinvolse un impiegato bulgaro della BBC, Georgi Markov, assassinato quasi sicuramente dalla polizia segreta comunista bulgara, in una via di Londra, nel 1978.
La leggenda racconta che Markov morì in seguito ad un colpo inferto dalla punta di un ombrello dove era appiccicata una minuscola pallina impregnata di un veleno organico conosciuto con il nome di ricin.
Un quarto di secolo più tardi, nell’ex sovietica Repubblica dell’Ucraina, il candidato presidenziale Viktor Yushchenko
ha accusato il governo di aver cercato di avvelenarlo durante il
periodo pre-elettorale. Il veleno, sostengono lui e il suo staff,
è responsabile dell’improvvisa malattia e della deturpazione del volto che lo hanno colpito nella prima settimana di settembre, dopo avere trascorso una sera in compagnia di due capi dei servizi segreti ucraini. Uno dei luogotenenti di Yushchenko ha perfino accusato il governo di aver usato il ricin. Questa accusa però è stata presto ritirata perchè l’uso del ricin risulterebbe quasi certamente letale. Gli accusatori hanno allora ipotizzato l’uso della “diossina” , tossina così comune da trovarsi nei terreni e nell’aria che respiriamo.
Molti osservatori esterni credono alla storia del tentato assassinio proprio per il suo contesto geografico: l’ex Unione Sovietica.
Pochi in America potrebbero immaginare un candidato rischiare l’avvelenamento per mano di un avversario politico durante le elezioni presidenziali, ma dopotutto, si tratta di un paese sovietico.
Il governo ucraino invece, mentre il mondo intero lo stava a guardare, avrebbe tentato di assassinare una figura politica
di alto-profilo, poche settimane prima del giorno delle votazioni, o perlomeno, così sembrerebbe.
Il buonsenso farebbe pensare ad un’ invenzione di Yushchenko.
Supponendo perfino possa essere plausibile un diabolico complotto del governo per ucciderlo, altri fatti fanno pensare ad altre ipotesi.
Il più importante è il fatto che Yuschenko abbia una lunga e documentata storia di gravi malattie alle spalle, e questa che si è manifestata ora potrebbe proprio essere l’ultima della serie.
Le sue cartelle cliniche mostrano come dal 1994 al 2004 abbia avuto le seguenti malattie: gastrite cronica, colecistite cronica,
colite cronica, gastroduodenite cronica, infezione delle viscere e
diabete di tipo II. Secondo medici esperti, questa pletora
di problemi intestinali avrebbe richiesto al paziente di seguire
una dieta rigorosa, ma Yushchenko avrebbe spesso trasgredito alle regole con effetti infelici. Nel mese di settembre del 1996, dopo una festa di compleanno dove mangiò e bevve abbondantemente, Yushchenko accusò dolori e forti bruciori alla parte destra dell’addome. La diagnosi: colecistite cronica e infiammazione della cistifellea. I più recenti disturbi di Yushchenko sono stati: nausea, vomito, emicranie, dolori di stomaco e intestinali – tutto ciò a indicare che probabilmente ancora una volta non aveva rispettato la prescrizione del programma dietetico.
Pochi sembrano ricordare che nel settembre di quest’anno,
la clinica austriaca che ha curato Yushchenko, la Rudolfinerhaus di Vienna, ha confermato pubblicamente la storia dell’avvelenamento da diossina diagnosticandogli: una grave pancreatite, gravi ulcere intestinali, gastrite, proctite, una paresi periferica e una malattia virale della pelle.
La diagnosi principale, la pancreatite (alterazione del tessuto
pancreatico), è stata causata per il 65-75% dall’abuso d’alcol e dal tipo di cibo che Yushchenko ha consumato prima del manifestarsi della malattia di settembre: granchi, anguria, sushi.
In un paese dove l’ospitalità ti coinvolge in innumerevoli brindisi, gli ospiti di Yushchenko possono averlo “avvelenato”
con niente più che un litro di alcolici ucraini. A peggiorare le cose, le annotazioni mediche lo confermano, aveva volontariamente rifiutato la dieta impostagli anche dopo essere caduto seriamente malato.
Il 9 settembre ha consumato il “salo” (una varietà di maiale molto grasso, popolare in Ucraina) con aglio, latte di cavalla ed acqua minerale ed il giorno seguente si è fatto ricoverare alla clinica Rudolfinerhaus accusando subito “il regime” del suo avvelenamento.
Anche se Yushchenko aveva dichiarato, verso la fine di settembre, di non aver mai sofferto di malattie croniche, insistendo sulla tesi dell’avvelenamento deliberato, è stato subito smentito pubblicamente: in realtà aveva sofferto di disturbi intestinali per molti anni. Questo non giustifica l’aspetto del suo volto, ma l’azione della diossina è una spiegazione meno probabile di quella dell’alcool. Lo sfregio di Yushchenko assomiglia molto da vicino ad una forma d’infezione da herpes denominata rosacea.
Come il Dott. Chris Rangel, un esperto di medicina interna in Texas,
fa notare: ” la rosacea può essere esplosiva ed estremamente
deturpante e può essere scatenata anche solo da una bevanda alcolica. In cinque anni di lavoro negli ospedali più importanti di Manhattan, ho visto parecchi casi simili.” Sostanzialmente sia la rosacea che la pancreatite possono essere attribuite all’eccessivo consumo di alcolici.
Come esseri umani di riflesso tendiamo a simpatizzare con chiunque abbia fatto esperienza di una malattia deturpante. Tutti i politici, tuttavia, sanno che la rivelazione pubblica di una malattia seria può risultare fatale per l’esito di una campagna elettorale, e per Viktor Yushchenko era soltanto naturale tentare di dissimulare i suoi problemi fisici.
In assenza di qualsiasi prova certa, dobbiamo resistere alla
tentazione di permettere che le nostre naturali simpatie ci portino a trarre conclusioni errate.
Chad Nagle
È un avvocato accreditato come osservatore della prima tornata elettorale per le presidenziali in Ucraina. Scrive da Kiev
Fonte; http://www.counterpunch.org/nagle12202004.html
20.12.04
Traduzione per Comedonchisciotte a cura di Drop