www.byoblu.com
Edoardo Gagliardi
La censura di Youtube non si ferma davanti a nulla. Qualche giorno fa infatti il canale tedesco di RT, uno dei maggiori media in Russia, ha subito lo stesso destino di Byoblu, è stato chiuso perché “ha violato le norme della community”. Tradotto, significa che il canale televisivo russo avrebbe diffuso disinformazione in merito al coronavirus.
Secondo quanto riportato dalla Deutsche Welle, emittente televisiva tedesca, RT avrebbe ricevuto alcuni avvisi da Youtube ai quali non avrebbe prestato attenzione, subendo quindi la chiusura del canale. RT era uno dei canali in lingua tedesca più seguiti, con oltre 600mila iscritti e 547milioni di visualizzazioni totali.
Come da prassi, che noi di Byoblu ben conosciamo, Youtube non ha specificato quali dei video presenti sul canale RT avrebbero violato le norme della community al punto tale da meritare la chiusura.
Tra la vicenda di Byoblu e quella di RT c’è però una differenza fondamentale: Byoblu ha dovuto lottare in solitaria, sostenuto solo dai suoi spettatori. Infatti, nessuna istituzione competente si è espressa dinanzi alla censura, da parte piattaforma social, di una testata giornalistica quale è Byoblu; al contrario, per la chiusura di RT si è mosso il governo russo, anche perché il canale è controllato dallo Stato.
Nelle ore successive alla chiusura del canale in lingua tedesca di RT, le autorità russe hanno ammonito Google che se il canale non sarà ripristinato, la piattaforma Youtube potrebbe essere oscurata in tutta la Russia.
Il ministero degli Esteri di Mosca ha parlato “di un atto di aggressione senza precedenti all’informazione, un’ovvia manifestazione di censura e limitazione della libertà di espressione da parte di Youtube”.
E dalle minacce si potrebbe passare ai fatti. In un comunicato diffuso dal Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa si legge che “nel caso in cui il proprietario della piattaforma non rispetti l’avviso di ripristinare il canale, la legislazione consente di adottare misure opportune, incluso il blocco totale o parziale dell’accesso ad essa”.
I sospetti non si limitano però solo al comportamento di Google. Secondo il caporedattore di RT, Margarita Simonyan, il ban del canale sarebbe una “dichiarazione di guerra mediatica da parte della Germania verso la Russia”. In altre parole, secondo i russi ci sarebbe la Germania dietro la censura del canale. Ricordiamo inoltre che RT possiede anche altri account su Youtube, in lingua inglese, araba, oltre ad un canale specifico per gli Stati Uniti e uno per la Gran Bretagna. Questi sono tutti ancora attivi. E allora perché il ban proprio sul canale in lingua tedesca?
Al ministero degli Esteri non hanno dubbi, a tal punto che in un comunicato si avverte che “potrebbero essere adottate misure restrittive contro i media tedeschi in Russia che, tra l’altro, hanno ripetutamente dimostrato di aver interferito negli affari interni del nostro Paese”.
Le relazioni tra la Germania e la Russia hanno subito un peggioramento nel momento in cui l’oppositore al presidente Vladimir Putin, Aleksey Navalny fu accolto proprio in Germania per essere curato dall’avvelenamento avvenuto il 20 agosto 2020, mentre volava da Tomsk a Mosca. Navalny fece appello d’aiuto ad Angela Merkel ed Emmanuel Macron, appello che fu ascoltato dalla Germania e subito dopo l’attivista fu ricoverato a Berlino.
Mentre le azioni lesive della libertà di espressione da parte di Youtube in Italia vengono accolte nel silenzio totale delle autorità e forse con una non troppo malcelata soddisfazione, in Russia si prova almeno a stabilire i limiti allo strapotere delle multinazionali della comunicazione, sempre più utilizzate come arma non convenzionale per silenziare le voci di dissenso.
Pubblicato il 30.09.2021