DI EUGENIO ORSO E ANATOLIO ANATOLI
pauperclass.myblog.it
Oramai non ci resta che il peggiorismo del “tanto peggio, tanto meglio” per uscire dal rigore euromontiano salvando le chiappe. In assenza di vere opposizioni e alternative reali al sistema, l’unica speranza che hanno gli italiani per non soccombere è nel gioco allo sfascio, appoggiando chiunque e per qualsivoglia motivo mostri di opporsi alla dittatura europide-globalista. Non è detto che vada bene, ma è l’unica e la sola speranza rimastaci, perché il sistema è troppo forte, numerosi come mosche i suoi lacchè piazzati nei punti strategici e gli idioti che lo accettano in massa, acriticamente, una quota significativa della popolazione.A tale proposito, alcuni interrogativi s’impongono cercando una risposta:
1) Come applicare la logica peggiorista per salvarci? Semplice, votando numerosi e incazzati per Silvio alle prossime politiche anticipate, se il predetto imposterà la sua campagna elettorale attaccando senza risparmio l’unione europoide, l’euro e i crucchi bastardi. Non importa se lo farà sinceramente, oppure, com’è più probabile, per puro calcolo elettoralistico in un estremo azzardo. Non importa se pensa soprattutto alle sue vicende giudiziarie e al suo patrimonio personale. Quel che importa è che lo fa, è l’unico a farlo e attacca in modo abbastanza chiaro e diretto l’unione europide, l’euro e i crucchi “primi della classe”.
2) Quale fine ci si propone applicando elettoralmente il peggiorismo? Quello di provocare il collasso dell’eurozona, che trascinerà nel baratro tutte le oppressive istituzioni europidi, nonché, nei paesi oppressi, i partiti liberaldemocratici servi dell’eurounionismo rigorista e finanziario. In quel caso si apriranno nuove prospettive politiche (e geopolitiche), la Germania si troverà con le ali tarpate e i Mercati&Investitori (cioè le Aristocrazie finanziarie globali) potranno cominciare a preoccuparsi seriamente, anche se nel breve continueranno a rastrellare risorse attraverso furibondi attacchi speculativi.
3) Perché il voto a un Silvio Berlusconi in veste elettorale populista, anticrucca e antieuropoide – solo contro tutti, in Europa – potrebbe realizzare la speranza contenuta nel “tanto peggio, tanto meglio”? Di seguito proviamo a spiegarlo.
Riassumendo brevissimamente ciò che è accaduto in queste ultime, convulse giornate che hanno avuto come esito le dimissioni annunciate da Monti, abbiamo visto un Silvio rinvigorito irrompere improvvisamente, per l’ennesima volta, sulla scena politica nazionale, mettendo in riga l’insignificante Angelino Alfano e ciò che rimane del pdl, provocando le dimissioni dello stragista sociale Mario Monti, sollevando vespai in Italia e in Europa, con particolare riguardo per l’odiata Germania di Merkel, Schäuble e Westerwelle. Persino il kapò crucco socialdemocratico Martin Schulz, protagonista nel 2003 di un noto battibecco con Silvio e oggi (non a caso) presidente del finto parlamento europoide, si è fatto vivo al rientro del cav, gridando “al lupo, al lupo!”. Se la stampa globalista-europoide dipinge il ritorno di Silvio come una sciagura annunciata, per l’Europa e l’Italia, nella penisola il Quisling Monti, che ha rassegnato le dimissioni con tipica freddezza british, ha iniziato a duellare con Berlusconi sullo spread, e l’improvviso scontro fra opposti ha conquistato la scena, mettendo in po’ in ombra sia Bersani sia Grillo. Ma come? All’unione europoide hanno persino assegnato il nobel per la pace (presenti alla cerimonia sia Monti sia Schulz), e ti arriva questo sciagurato, già tristemente noto negli ambienti global-europidi, a gettare fango sullo spread con il bund, sulle politiche “germanocentriche”, sugli stessi mercati onnipossenti e sull’unione benedetta, campione di pacificazione fra i popoli del continente? Contro Silvio scende in campo la Germania tutta, dai socialdemocratici alla Schulz, alleati del pd, ai democristiani alla Merkel, estimatori (guarda caso) del boia Monti, perché l’Italia non è la piccola e quasi insignificante Grecia (non ce ne vogliano i fratelli greci!), non è il Portogallo e non è la Spagna, ma una potenza industriale e manifatturiera che per anni ha fatto concorrenza serrata alla Germania, e naturalmente un “socio fondatore” delle istituzioni europidi. Il monito a non usare la Germania per ragioni di campagna elettorale in Italia, lanciato dal reichsminister des auswärtigen Guido Westerwelle, la dice lunga sulle paure tedesche che il gioco al massacro dell’Europa meridionale e mediterranea non si possa prolungare fino alle estreme conseguenze, a causa della “ribellione” di un paese chiave dell’area come l’Italia. Lo stesso Monti dimissionario, che regge il sacco alla complice Merkel e ai grandi signori global-finanziari, si è premurato a spiegare, in aperta polemica con “il nostro Silvietto” che non sono in corso (udite, udite!) complotti occulti da parte dei soliti investitori (altrimenti detti Global class) sugli onnipotenti mercati.
Sappiamo che Silvietto non è un eroe, ma anzi, l’esatto contrario di un eroe. In passato ha abbassato la testa davanti alla potenza di fuoco delle Aristocrazie finanziarie che hanno imposto Monti all’Italia scalzandolo. Il fatto che oggi la rialza improvvisamente ci fa sospettare che le stesse Aristocrazie dominanti gli hanno accordato il permesso di farlo o almeno non glielo hanno vietato tassativamente, tenuto conto che dopo quasi tredici mesi di governo Monti ne ha fatte di “riforme strutturali”, tutte votate e approvate dai gruppi parlamentari del pdl, almeno fino al momento dell’astensione sfiduciante. Ma il cav, nel corso di una campagna elettorale che si prospetta “populistica”, di scontro con tutti e forse un poco violenta, potrà uscire dal seminato per rastrellare il maggior numero possibile di consensi, esagerando con l’estremizzazione delle posizioni antieuropee e anticrucche. E qui sta il bello! Perché la situazione potrebbe sfuggire di mano allo stesso “Silvietto nostro”, o almeno diffondere a macchia d’olio un sano odio rivitalizzante, antieuropoide e antitedesco negli italiani con le pezze al culo. Cosa di cruciale importanza, riemergerebbe finalmente la fondamentale questione della sovranità nazionale e della sua riacquisizione. Se ciò accadrà i venti di scollamento europoide e di protesta “radicale” contro l’unionismo potranno valicare i confini italiani, contagiando altri paesi, oppressi e in affanno. Silvietto, involontariamente, potrebbe mostrare la strada della salvezza e della riscossa all’Europa mediterranea tutta. Esiste anche la probabilità, per quanto bassa, che il cav riesca a ribaltare, pur di poco, una situazione elettorale a lui sfavorevole, riuscendo ad ottenere una risicata, o risicatissima, maggioranza relativa in termini di voti. Certo, si tratta di una possibilità un po’ remota, se non come il pieno alla roulette che paga trentacinque a uno almeno come il carrè che paga otto a uno, ma l’evento rientra pur sempre nell’ordine del possibile. L’ingovernabilità conseguente, mancando con tutta probabilità la maggioranza al senato, non pregiudicherebbe il risultato, a quel punto conseguito, del ricompattamento di una maggioranza intorno a posizioni scopertamente antiunioniste e antitedesche. Fidiamo sul fatto che anche le probabilità più basse possono verificarsi.
Per tutti i motivi sopra esposti, noi sottoscritti, Eugenio e Anatolio, invitiamo a votare in massa per “Silvietto nostro” nelle prossime politiche anticipate. Anche chi si è sempre astenuto, per scelta deliberata e per opposizione irriducibile al sistema, dovrebbe farlo turandosi il naso e chiudendo i boccaporti, perché l’obiettivo principale è proprio quello di far collassare il sistema stesso, o almeno di provocare l’inizio di una crisi che destabilizzi progressivamente tutta l’eurozona.
In fede antiunionista e antiglobalista
Eugenio Orso e Anatolio Anatoli
Fonte: http://pauperclass.myblog.it
Link: http://pauperclass.myblog.it/archive/2012/12/12/vota-silvio-sperando-che-collassi-l-eurozona-di-eugenio-orso.html
12.12.2012