La generosità delle compagnie che controllano le carte di credito (CCC: Credit Card Companies)
DI CHRISTOPHER BRAUCHLI
Avendo più credito che soldi, si può girare il mondo
(Johann Wolfgang von Goethe, Claudine von Villa Bella – 1776)
Il fatto di criticare le “credit card companies” (CCC) per i loro sforzi tesi ad ottenere la modifica della legge fallimentare americana è all’ordine del giorno, ma certamente
scorretto.
Invece che criticare dovremmo ringraziarle per tutto ciò che hanno fatto per i consumatori.
L’anno scorso sono state mandate in giro cinque miliardi di richieste di sottoscrizione alle varie carte di credito. E’ chiaro che mandando in giro cinque miliardi di inviti,
qualcuno può essere arrivato a persone che non lo meritavano. Persone che, essendo irresponsabili, hanno accettato l’invito ed hanno poi contratto debiti che non potevano
assolutamente pagare. In qualche caso la situazione ha portato alla dichiarazione di fallimento del debitore, lasciando le CCC, che avevano emesso le carte di credito, con un
pugno di mosche.
In fondo, le CCC hanno cercato in tutti i modi di educare e responsabilizzare gli utilizzatori.
Magari applicando tassi d’usura, così da scoraggiare la dilazione dei pagamenti e convincere al saldo ad ogni fine mese.
Oppure applicando multe e penali sostanziose per i casi di ritardato pagamento, ma solo allo scopo di rendere più responsabili i possessori di carta di credito.
Quando però nessuno di questi sistemi hanno dato risultati positivi e gli utilizzatori delle carte hanno continuato a prelevare quattrini senza darsi dei limiti, le CCC si sono
associate per tutelare i loro interessi richiedendo l’intervento del congresso americano per modificare la legge fallimentare, visto che in effetti si trattava, praticamente,
dell’ultimo nascondiglio per i cattivi pagatori.
Le CCC ci hanno impiegato ben 10 anni, spendendo oltre 100 milioni di dollari, così faticosamente guadagnati, prima di riuscire a far comprendere al congresso che c’era una
reale necessità di modifica della legge fallimentare.
Nell’ambito della legge fallimentare precedente, il debitore poco scrupoloso poteva essere avvantaggiato dalla situazione che gli permetteva di dichiarare bancarotta e subito
dopo essere contattato dalle CCC che, grazie alla loro generosità, e con l’intento di concedergli una seconda possibilità, gli avrebbero fatto avere una nuova carta di credito
assogettata alla legge fallimentare. Il debitore poco scrupoloso doveva poi aspettare solo sei anni per ripetere l’operazione, chiedere il fallimento e cancellare così,
nuovamente, tutti i debiti.
E’ ovvio che, in questo modo, poteva solo crescere l’irresponsabilità dei poveri e così le banche e gli altri istituti dediti al prestito venivano scoraggiati nella loro politica di
generosità e di credito.
Nel 2004 più di 2 milioni di persone hanno dichiarato fallimento e va da sè che tra i due milioni ce ne siano molti che hanno ottenuto, seppur scorrettamente, vantaggi
economici nei confronti delle CCC, non onorando i propri debiti.
Adesso, grazie al lavoro fatto dalle CCC, la nuova legge fallimentare rende più difficile, per il consumatore, di essere avvantaggiato scorrettamente nel suo rapporto con le
CCC.
Non è più possibile privare le CCC del loro giusto guadagno, dichiarando fallimento ogni sei anni.
Con la nuova legge dovranno aspettarne otto, di anni. Una cosa, questa, che certamente farà in modo che gli utilizzatori diventino più responsabili e più attenti, pensandoci
due volte prima di fare troppi debiti.
Un altro incoraggiamento alla serietà sta nel fatto che i debiti non si cancellano più così facilmente come in passato: è possibile ritrovari sulle spalle, in futuro, debiti che prima
venivano, invece, totalmente cancellati.
Le CCC comunque non si adagiano sugli allori, nè si fanno scrupoli. Anche se molti dei loro clienti si sono affannati a dichiarare fallimento prima dell’entrata in vigore della
nuova legge, le CCC non demordono. Si sono messe a fare la corte ai loro vecchi clienti “morosi” perché ridiventassero titolari di carta di credito. Gli inviti vengono spediti in
grande numero, indirizzati ai clienti già fallimentari.
Aspramente criticati per la mancanza di etica professionale, quando appare evidente che le CCC cercano di avvantaggiarsi dei debitori vulnerabili, incoraggiandoli ad
indebitarsi ancora, le CCC hanno risposto che la loro generosità permette anche ai falliti di ricrearsi il credito e quindi la credibilità.
Laura Fischer, una portavoce dell’associazione delle banche americane, ha dichiarato, così come riportato dal New York Times: “Le persone che hanno sofferto un fallimento
hanno bisogno di una nuova opportunità per rimettersi in piedi. Se gli togliete la possibilità di avere credito è come togliere ai disoccupati la possibilità di leggere gli annunci di
lavoro”.
Quello che non ha detto è che i profitti delle banche sarebbero di molto inferiori se le CCC non incoraggiassero i meno abbienti a pagare interessi così alti, affossando poi nei
debiti, solo per vivere al di sopra dei propri mezzi.
Lo dirò io, al posto suo!
Christopher Brauchli è un avvocato che esercita a Buolder, Colorado
Lo si può contattare via mail: [email protected] oppure sul suo website: http://hraos.com/
Fonte:www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/brauchli01092006.html
9.01.06
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PAOLO FEDERICI