A volte mi sembra che queste siano diventate parole vuote. Certo le vittime ci sono e sono tante, e sono ovunque.
Certo forse sono anch’io una vittima, anzi no, non io, ma mio figlio, ucciso da un missile della Hizbollah libanese a vent’anni giusto cinque anni fa..
Era quello un conflitto? Certamente non lo fu mai dichiaratamente eppure ci morirono in tanti, da ambedue le parti, morti stupidamente e inutilmente perché ormai di quella stupida guerra non si ricorda più nessuno e non è servita a nulla.
La guerra e la pace e i morti e i feriti e l’Afganistan e l’Iraq e Israele e la Palestina sono diventati argomenti ormai sulla bocca di tutti. Perfino Pippo Baudo ne parla a Sanremo… è diventato Bon Ton e Comme il Faut essere contro la guerra e appendere la bandiera della pace alla finestra di casa.
Ma non basta. Permettetemi di chiedervi qualcosa di più.
Chiudete gli occhi per un attimo e guardate al mondo non in orizzontale o in verticale, non in bianco o in nero, non dividendolo tra “buoni ” e ” cattivi ” come alle partite di calcio …. è troppo facile, questo lo sanno far tutti …. Guardatelo per un attimo in trasversale..
Cercate i punti di contatto tra i popoli in conflitto e nutriteli , e curateli e fateli fiorire , perché il futuro verrà da lì. Non da fuori, ma da dentro. E aiutateci, perché noi che crediamo nel dialogo trasversale in luoghi di conflitto, non siamo molti, e siamo stanchi.
Con una donna palestinese, Mary Bittar , stiamo creando uno fondo d’emergenza per curare bambini palestinesi malati di diabete, di tumore , di reni e delle malattie più varie, come tutti i bambini del mondo. Nei territori non è possibile curarli. Dobbiamo, certo, anche ricostruire gli ospedali palestinesi ma ci vorrà molto tempo. E in Israele è possibile già da oggi. I medici saranno medici israeliani. Vi dà fastidio l’idea? Pazienza.
Dobbiamo pur imparare ad aiutarci l’uno con l’altro. Noi abbiamo ottimi medici e ottimi ospedali, e i bambini palestinesi ne devono e possono usufruire. È così che si ricrea il futuro, non piangendo e commiserando e poi contando i numeri dei morti prima da una parte poi dall’ altra, e le ragioni dell’uno e le ragioni dell’altro.
Non parlate. Non commiserate. Fate!
Manuela Dviri
Centro Peres Per la Pace
http://www.omco.pd.it/notizie/centroperes.htm