DI SERGIO GONZALEZ RODRIGUEZ
monde-diplomatique.it
Sono davanti a uno schermo che proietta un video. Stanno torturando un uomo di cui ignoro l’identità. Un canale televisivo mi ha invitato a intervenire a una trasmissione politica che andrà in onda a breve. Hanno improvvisato una scena per le riprese all’interno di un ufficio e, di fronte a una telecamera, ascolto le domande che mi vengono poste sulla violenza estrema, e più precisamente sulla violenza criminale.
Rispondo al mio interlocutore esponendogli quella che chiamo «tesi Sontag»: sì, dobbiamo accettare che le immagini atroci ci perseguitino (1). Ci permettono di conoscere meglio noi stessi. La censura fa gli interessi di una realtà manipolata che occulta gli abusi, l’inadeguatezza, l’inefficacia e l’irresponsabilità delle autorità.
Terminata l’intervista, mi chiedono di sedermi di fronte a uno schermo per guardare alcune immagini. La stessa telecamera che ha registrato le mie risposte è ora posizionata di fronte a me. La coercizione è flagrante. Mi vengono in mente il cineocchio di Dziga Vertov e i suoi precetti (obiettività, spontaneità, precisione, immagini grezze sottoposte a un successivo montaggio) e accetto la sfida perché capisco subito che la tappa che sta iniziando è una specie di prova a cui dovrò prestarmi. Mentre mi accomodo, le immagini scorrono. Mi vedo come quel personaggio del film Arancia meccanica di Stanley Kubrick che subisce una terapia volta a fargli provare, con l’esposizione a scene di una violenza inaudita, un sentimento istintivo di rifiuto.
CONTINUA QUI
Un articolo verità, che fa luce sulla realtà di una paese del NAFTA.
Terribile lo scenario dei paesi poveri allineati agli Usa.
Un timore ben fondato direi.
ma, come si può notare , i commenti a questo articolo sono pochissimi.
Molto bene anzi benissimo mandiamo i boy scout a proteggere la popolazione dai narcotrafficanti.