La questione nucleare
DI IMMANUEL WALLERSTEIN
La ragione per cui gli Stati Uniti in particolare sono così agitati per il potenziale armamento nucleare iraniano è che la diffusione delle armi nucleari ai cosiddetti paesi medi chiaramente riduce la forza militare americana. Ma questo non significa che minacci la pace del mondo.
Allora dovremmo preoccuparci di un’invasione dell’Iran da parte degli Stati Uniti o di un attacco israeliano?
In realtà no, perché gli Usa adesso non hanno la forza militare da impegnare in un simile attacco, perché il regime iracheno non lo appoggerebbe, e perché Israele non può farlo da solo. Così, molto rumore per nulla. Buona parte della discussione sul programma nucleare iraniano è semplicemente isterica. Ne è testimonianza la dichiarazione proprio questo mese del senatore John McCain: «C’è solo una cosa peggiore dell’azione militare e questa è un Iran con armi nucleari».
Si è tentati di rispondere con il titolo di Shakespeare: “Molto rumore per nulla”. Solo che c’è una terribile quantità di “rumore” e alcune persone in alto sembrano fare sul serio sull’impegno in un’azione militare per impedire all’Iran di ottenere armi nucleari. Così dobbiamo chiederci perché questo è così importante, e così importante per chi?
Prima di tutto, perché dovremmo considerarla una catastrofe se domani l’Iran avesse armi nucleari? Oggi ci sono nove paesi di cui si sa che possiedono armi nucleari – Stati Uniti d’America, Gran Bretagna, Russia, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord. Cosa cambierebbe se l’Iran diventasse il decimo? Chi sarebbe minacciato dall’Iran? Quale paese potrebbero voler bombardare?
Al momento, non c’è alcun genere di indicazione che l’Iran sia o intenda essere militarmente aggressivo. Certo, l’attuale presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, ha pronunciato dichiarazioni molto ostili su Israele. Ma qualcuno pensa che intenda bombardare Israele, o che l’Iran abbia la capacità militare per farlo? La retorica e le intenzioni sono due cose diverse.
Ma se l’Iran non intende usare la bomba, perché vorrebbe averla? Esistono ragioni ovvie. Dei nove paesi che hanno la bomba, tutti meno uno hanno basi vicine abbastanza da poterla usare contro l’Iran. Il governo iraniano dovrebbe essere assai ingenuo a non preoccuparsene.
Inoltre, possono dedurre facilmente dalla politica americana degli ultimi cinque anni che gli Usa hanno invaso l’Iraq ma non la Corea del Nord, e che una delle maggiori differenze fra i due era che l’Iraq non aveva armi nucleari e la Corea del Nord sì.
Una seconda ragione ovvia è il nazionalismo iraniano. Dobbiamo ricordarci che le aspirazioni iraniane a essere una potenza nucleare non sono cominciate con l’attuale presidente. Risalgono a prima della rivoluzione iraniana, ai giorni dello Shah. Ovviamente, oggi una “media” potenza delle dimensioni dell’Iran aumenterà la propria forza geopolitica se sarà un membro del club nucleare. L’Iran ha i suoi interessi nazionali, come tutti gli altri Stati, e chiaramente vuole svolgere un ruolo centrale nella propria regione.
Ma questo in se stesso minaccia la pace della regione o del mondo? Quando l’Unione Sovietica nel 1949 ebbe la sua prima esplosione nucleare, le lamentazioni del mondo occidentale furono assai forti. Ma retrospettivamente è chiaro che il singolo fattore che ha contribuito di più al non verificarsi di una guerra americano-sovietica dal 1949 alla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991 è stato il fatto che entrambe le potenze avessero armi nucleari. Fu la paura della mutua distruzione a garantire che nessuno dei due avrebbe usato armi nucleari, malgrado tutte le acute tensioni dal blocco di Berlino alla cosiddetta crisi dei missili di Cuba alla guerra in Afghanistan. Il fatto che sia l’India che il Pakistan hanno la bomba è stato un fortissimo freno al loro conflitto sul Kashmir.
Perché l’equilibrio del terrore non dovrebbe operare altrettanto bene nel Medio Oriente? Perché il possesso da parte dell’Iran di armi nucleari non dovrebbe essere un elemento di pacificazione nel Medio Oriente piuttosto che il contrario? L’unica risposta che viene offerta è che il governo iraniano non è sufficientemente “razionale” da astenersi dall’usare la bomba. Ma questa è chiaramente una sciocchezza – e, andrebbe aggiunto, una sciocchezza razzista. L’attuale regime iraniano è politicamente sofisticato almeno quanto il regime di Bush, e molto meno rumorosamente militarista.
Allora, perché stanno facendo tutti tanto chiasso? Henry Kissinger lo ha spiegato più di un anno fa e Thomas Friedman lo ha recentemente ripetuto sul New York Times. » chiarissimo che, una volta che l’Iran avrà armi nucleari, la diga sarà stata sfondata, e almeno altri 10-15 paesi lavoreranno molto velocemente per acquistare queste armi. Esistono alcuni ovvi candidati: Corea del Sud, Giappone, Taiwan, Indonesia, Egitto, Iraq (sì, Iraq), Sudafrica, Brasile, Argentina, e molti paesi europei. Nel 2015, potrebbero esserci venticinque potenze nucleari.
Questo è pericoloso? Naturalmente lo è, nel senso che ci sono sempre gruppi e individui folli che potrebbero ottenere l’accesso alle stanze dei bottoni. Ma questi gruppi e individui folli esistono negli attuali nove paesi nucleari e personalmente non credo che ce ne siano di più nei prossimi quindici. Il disarmo nucleare è un obiettivo urgente, ma non il disarmo nucleare solo di una parte del mondo – il disarmo nucleare di chiunque.
La ragione per cui gli Stati Uniti in particolare sono così agitati per il potenziale armamento nucleare iraniano è che la diffusione delle armi nucleari ai cosiddetti paesi medi chiaramente riduce la forza militare americana. Ma questo non significa che minacci la pace del mondo. Allora dovremmo preoccuparci di un’invasione dell’Iran da parte degli Stati Uniti o di un attacco israeliano? In realtà no, perché gli Usa adesso non hanno la forza militare da impegnare in un simile attacco, perché il regime iracheno non lo appoggerebbe, e perché Israele non può farlo da solo. Così, molto rumore per nulla.
Immanuel Wallerstein
Fonte: www.liberazione.it
7.03.06
VEDI ANCHE: LA FAVOLA NEOBOLSCEVICA DELL’ATTACCO ALL’IRAN