DI PASCUAL SERRANO
eldiario.es
Prima arrivò internet, poi i social network. La conclusione sembrava senza appello, si era arrivati alla democratizzazione delle informazioni. I cittadini, osservatori, testimoni, armati con i loro gadgets tecnologici e una connessione a banda larga mobile avevano rovesciato l’oligopolio dei grandi media mettendo fine ai loro interessi e manipolazioni che hanno condizionato il giornalismo. In primo luogo oggi, attraverso blog e social network la realtà sarebbe arrivata in casa, senza le mediazioni perverse dei media.
Effettivamente la diagnosi sul potere e l’applicazione della manipolazione da parte dei media mainstream ha avuto successo, ma l’illusione che stavamo andando a conoscere la verità attraverso la partecipazione di massa dei cittadini e tutto il potenziale tecnologico ora sembra perlopiù un miraggio.
Ancora una volta, il Venezuela è diventato il banco di prova per le nuove tendenze di (dis)informazione. Scontri tra oppositori e sostenitori del governo di Nicolas Maduro, e la violenza hanno innescato una riflessione sui social network , in particolare su Twitter, che mostra come internet e questa rete sociale possono diventare un vero e proprio letamaio grazie all’intervento di campagne dirette da mani occulte di militanti “paranoici”. Vecchie foto e avvenimenti in altre parti del mondo hanno alimentato tutta una marea di menzogne dove alla fine diventa più difficile smontare la menzogna che raccontare la verità.
In altre occasioni sono state utilizzate immagini del Brasile nel 2013
o di studenti che manifestano contro il governo cileno nel 2012.
Con l’espediente della rete possiamo anche aiutare qualche ragionamento mentalmente piuttosto limitato per dimostrare certe tesi. (“I poliziotti erano cubani perchè quelli venezuelani non sono così neri”)
Abbiamo pensato che i social network avrebbero potuto rendere democratica l’informazione ma, purtroppo, hanno democratizzato quella che è invece la disinformazione. Tutto questo è solo su Twitter, dove la maggior parte degli utenti mettono i loro “cinguettii” in libertà. In circoli più stretti come Facebook noi temiamo che la spirale endogamica della disinformazione possa invece raggiungere il parossismo. Perché qualcuno ha detto che in tempi di inondazioni l’acqua potabile diventa scarsa. Forse è questo che sta accadendo con un sovraccarico di informazioni. E’ ora che impariamo ad essere molto più cauti e selettivi. Non c’è dubbio che la verità è lì, c’è stato un tempo in cui, attraverso la censura, veniva nascosta; ora con un sovraccarico di informazioni, noi la seppelliamo.
Allo stesso modo dei nostri nonni e genitori che impararono ad aggirare la censura, anche noi dobbiamo imparare
ad aprirci un varco contro la mezogna.