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di Raffaele De Luca
Al contrario di quanto previsto dal decreto con cui in Italia è stato introdotto l’obbligo vaccinale per il personale sanitario, in Veneto al momento non verranno sospesi i sanitari che non si sono sottoposti al siero anti Covid. Lo si apprende dalle parole pronunciate recentemente dal presidente della Regione, Luca Zaia, durante la tradizionale conferenza stampa presso la sede della protezione civile regionale a Marghera. «Non sono dalla parte della ragione, ma per ora non si procede con le sospensioni per i medici non vaccinati. Esse sono state congelate per un semplice motivo: ci vuole un coordinamento nazionale», ha affermato Zaia. «Dietro alle sospensioni c’è anche un altro problema, che giocoforza pesa su di noi: la mancanza di professionisti. Chi ha fatto questo decreto non ha tenuto conto del fatto che manca il personale», ha aggiunto. Il governatore ha inoltre specificato che le sospensioni per le quali la procedura è già stata avviata saranno portate a termine, facendo riferimento in tal senso ai 34 sanitari sospesi a Vicenza. Tutte le altre, però, al momento non verranno effettuate.
Detto ciò, le difficoltà legate alle sospensioni non riguardano esclusivamente la Regione Veneto: basterà ricordare che anche il Trentino-Alto Adige sta facendo i conti con i problemi derivanti da esse. Tuttavia, era prevedibile che ciò potesse andare ad influire sulla capacità di garantire prestazioni mediche adeguate in Italia. Si tratta, infatti, di un’ovvia conseguenza: come abbiamo recentemente sottolineato, impedire ai sanitari di svolgere il proprio mestiere produrrà inevitabilmente un ulteriore danno al sistema sanitario pubblico, già deteriorato dai tagli effettuati negli ultimi anni.
Pubblicato il 26.07.2021