La compagnia petrolifera italiana Eni SpA e la spagnola Repsol SA potrebbero iniziare a spedire petrolio venezuelano in Europa già dal mese prossimo, secondo quanto riportato quest’oggi, lunedì 6 giugno, da Reuters.
Gli Stati Uniti, che hanno imposto restrizioni economiche alla nazione latinoamericana, hanno dato il via libera alle due compagnie per riprendere le spedizioni, secondo Reuters, sperando che il greggio proveniente dalla nazione sanzionata possa aiutare l’Europa a diventare meno dipendente dalla Russia.
Il volume di petrolio che Eni e Repsol riceveranno non sarà elevato, ha detto Reuters citando alcune fonti, il che significa che l’impatto sui prezzi globali del petrolio sarà modesto. Inoltre Washington ritiene che Caracas non trarrà alcun beneficio da queste vendite poichè il credito maturato esportando verrà utilizzato per pagare il debito della nazione. Eni e Repsol, che hanno joint venture con la compagnia petrolifera statale venezuelana PDVSA, potranno infatti conteggiare le spedizioni di greggio sui debiti non pagati e sui dividendi arretrati. Inoltre le spedizioni saranno consentite a condizione che il petrolio ricevuto “debba andare in Europa. Non può essere rivenduto altrove”.
L’accordo prevede quindi la ripresa degli scambi petrolio-debito interrotti due anni fa. Caracas è sottoposta a sanzioni statunitensi da oltre 15 anni. L’ultimo ciclo di restrizioni, imposto nel 2019 a seguito di accuse di brogli elettorali, ha visto il congelamento di tutti i beni del governo venezuelano negli Stati Uniti e il divieto di intrattenere rapporti con cittadini e aziende statunitensi.
Tuttavia, dopo l’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina a febbraio e i successivi divieti sul petrolio russo negli Stati Uniti e un embargo parziale in Europa, Washington si è rivolta al Venezuela per ottenere un aiuto petrolifero e ha indicato che potrebbe allentare la pressione economica su Caracas, consentendole anche di aumentare le esportazioni di petrolio.
Massimo A. Cascone, 06.06.2022