DI PAUL CRAIG ROBERTS
Global Research
Fra pochi giorni ricorrerà il
decimo anniversario dell’11 settembre 2001. Ha resistito bene il racconto
ufficiale del governo di quegli eventi dopo un decennio?
Non molto bene. Il direttore, il vicedirettore
e il primo consulente legale della Commissione sull’11 settembre hanno
scritto testi in cui si dissociano parzialmente dal resoconto della
commissione. Hanno riferito che l’amministrazione Bush ha posto ostacoli
sul loro cammino, che le informazioni non erano condivise, che il Presidente
Bush acconsentì a testimoniare solo se accompagnato dal vicepresidente
Cheney e non fu mai posto sotto giuramento, che il Pentagono e i funzionari
dell’FAA mentirono alla commissione e che la commissione stessa pensò
di deferire con l’accusa di falsa testimonianza nel corso dell’indagine
per ostruzione al corso della giustizia.
Nel loro libro il direttore e il vicedirettore,
Thomas Kean e Lee Hamilton, hanno scritto che la Commissione sull’11
settembre era stata “formata per fallire”. Il primo consulente John
Farmer Jr., ha riferito che il governo statunitense prese “la decisione
di non dire la verità di quello che era successo” e che “i nastri
del NORAD raccontavano una storia radicalmente diversa da quello che
era stato riferito a noi e al pubblico.” Kean invece disse: “Fino
a questo momento non sappiamo perché il NORAD ci ha detto quello che
ci ha detto, che era davvero molto distante dalla verità.”
La gran parte delle domande poste dalle
famiglie dell’11 settembre non sono state soddisfatte. Non sono stati
convocati testimoni importanti. La commissione ha ascoltato solo quelli
che sostenevano il racconto del governo. La commissione è stata un’operazione
politica controllata, non un’indagine degli eventi e delle prove.
I suoi membri erano tutti ex politici. Nessun esperto riconosciuto si
è aggiunto alla commissione.
Un membro della Commissione sull’11
settembre, l’ex senatore Max Cleland, rispose ai limiti posti alla
commissione dalla Casa Bianca: “Se questa rimarrà la decisione, io,
in quanto membro della commissione, non potrò guardare nessun cittadino
americano negli occhi, specialmente le famiglie delle vittime, e dire
che la commissione sia stata esaustiva. Questa indagine è ormai menomata.”
Cleland rassegnò le dimissioni per non vedere la sua integrità compromessa.
A dire il vero, né Cleland e
neppure altri membri della commissione hanno suggerito che l’11 settembre
sia stato un inside job per rafforzare l’agenda bellicista.
Ciò malgrado, né il Congresso né i media si sono chiesti,
almeno in modo non forte, perché il Presidente Bush non sia voluto
apparire davanti alla commissione sotto giuramento o senza Cheney, perché
il Pentagono e i funzionari dell’FAA abbiano mentito alla commissione
o, se i funzionari non hanno mentito, perché la commissione avesse
creduto diversamente, o perché la Casa Bianca si sia opposta così
a lungo alla formazione di una commissione d’indagine di qualsiasi
tipo, persino una sotto il suo controllo.
Si potrebbe pensare che se una manciata
di arabi sia riuscita a sbaragliare non solo la CIA e l’FBI ma tutte
le sedici agenzie di intelligence statunitensi, tutte le agenzie
di intelligence dei nostri alleati – tra cui il Mossad – , la
National Security Council, il Dipartimento di Stato, il NORAD, la
sicurezza negli aeroporti per quattro volte in una mattinata, il controllo
del traffico aereo, e così via il Presidente, il Congresso e i media
si dovrebbero domandare come sia potuto accadere un evento del genere.
Invece, la Casa Bianca ha eretto un muro per le indagini e il Congresso
e i media hanno mostrato ben poco interesse.
Nel corso del decennio trascorso si
sono formate numerose associazioni per la verità sull’11 settembre:
Architects and Engineers for 9/11 Truth, Firefighters for 9/11
Truth, Pilots for 9/11 Truth, Scholars for 9/11 Truth,
Remember Building 7.org e un nuovo gruppo di New York che
comprende le famiglie delle vittime dell’11 settembre. Questi gruppi chiedono
una vera indagine.
David Ray Griffin ha scritto dieci
libri di ricerca approfonditi documentando le problematiche presenti
nel racconto del governo. Alcuni scienziati hanno evidenziato che il
governo non ha spiegazione per l’acciaio fuso. Il NIST è stato costretto
ad ammettere che il WTC 7 era in caduta libera per parte della sua discesa
e una squadra scientifica guidata dal professore di nano-chimica all’Università
di Copenhagen ha riferito di aver rintracciato nano-termite nella polvere
degli edifici.
Larry Silverstein, che aveva l’affitto
degli edifici del World Trade Center, disse nel corso di una trasmissione
della PBS che nel tardo pomeriggio dell’11 settembre fu presa la decisione
di “sgomberare” (ndt: il termine “pull” ha, tra gli altri significati,
quello di “evacuare” e quello di “abbattere”) l’edificio 7.
Gli alti ufficiali dei pompieri hanno riferito che non era stata fatta
alcuna indagine forense sulla distruzione degli edifici e che l’assenza
di indagini era una violazione di legge.
Sono stati fatti vari sforzi per dare
forza ad alcune delle prove contrarie al racconto ufficiale, ma la gran
parte di questi sono stati ignorati. Rimane il fatto che lo scetticismo
di un gran numero di esperti riconosciuti non ha avuto alcun effetto
sulla posizione del governo eccetto un membro dell’amministrazione
Obama che ha suggerito che il governo avesse infiltrato le organizzazioni
sulla verità dell’11 settembre per screditarle.
La pratica diffusa è stata quello
di etichettare gli esperti non convinti della posizione del governo
come “teorici della cospirazione”. Ma si può dire che la teoria
del governo sia già una teoria cospiratrice, una ancor meno probabile
una volta che si comprende l’implicazione dei fallimenti dell’intelligence
e di tutte gli enti preposti. Gli insuccessi implicati sono incredibilmente
numerosi; e di questo nessuno è stato ritenuto responsabile.
Inoltre, cosa hanno da guadagnare 1.500
architetti e ingegneri dall’essere ridicolizzati come teorici della
cospirazione? Sicuramente non firmeranno mai più un contratto con il
governo e molti hanno sicuramente perso lavori per il loro atteggiamento
“anti-americano”. I loro concorrenti avranno sicuramente approfittato
dei loro “dubbi anti-patriottici”. E devo dire che la mia ricompensa
per aver parlato del punto in cui siamo dieci anni dopo l’evento saranno
solamente alcune mail in cui mi si dirà che, siccome odio tanto l’America,
dovrei trasferirmi a Cuba.
Gli scienziati hanno ancora meno incentivi
a esprimere i propri dubbi, il che probabilmente spiega perché
non esiste “1.500 Fisici per la Verità sull’11 settembre”. Pochi
fisici hanno carriere indipendenti dai fondi o dai contratti governativi.
È stato un insegnante di fisica alle superiori che costrinse il NIST
ad abbandonare la propria versione del crollo dell’Edificio 7. Il
fisico Steven Jones, che per primo riportò di aver trovato tracce di
esplosivi, si è visto sospendere l’incarico
dalla BYU, che senza dubbio avrà ricevuto pressioni
da parte del governo.
Potremmo ritenere le prove contrarie
coincidenze e errori e concludere che solo il governo ci ha visto giusto,
lo stesso governo che per il resto non ne ha combinato una buona.
A dire il vero, il governo non ha spiegato
proprio niente. Il resoconto del NIST è solamente una simulazione
di quello che potrebbe aver causato il crollo delle torri se le ipotesi
del NIST programmate nel modello computerizzato fossero corrette. Ma
il NIST non porta alcuna prova per evidenziare che le sue ipotesi siano
corrette.
L’Edificio 7 non è stato menzionato
nel 9/11 Commission Report e molti americani sono ancora ignari
che tre edifici sono venuti giù l’11 settembre.
Fatemi chiarire il mio punto di vista.
Non sto dicendo che qualche gruppo per le operazioni segrete dell’amministrazione
neo-con di Bush abbia fatto saltare in aria gli edifici per poter promuovere
l’agenda neoconservatrice della guerra in Medio Oriente. Se ci sono
prove di un mascheramento, potrebbe essere che il governo stia mascherando
la sua incompetenza e non la complicità nell’evento. E anche se ci
fossero prove definite della complicità del governo, non sono sicuro
che gli americani le accetterebbero. Gli architetti, gli ingegneri e
gli scienziati vivono in una comunità che si basa sui fatti, ma per
la gran parte delle persone i fatti non possono competere con le emozioni.
La mia domanda è perché
i vari corpi dell’esecutivo, – comprese le agenzie di security
– il Congresso, i media e gran parte della popolazione non
siano stati avidi di indagare sull’evento determinante della nostra epoca.
Non ci sono dubbi che l’11 settembre
sia un evento fondamentale. Ci ha portato un decennio di guerre sempre
più allargate, una costituzione fatta a pezzi e uno stato di polizia.
Il 22 agosto Justin Raimondo ha riportato che lui e il suo sito, Antiwar.com,
erano monitorati dall’Electronic Communication Analysis Unit
dell’FBI per determinare se Antiwar.com fosse “una minaccia
alla Sicurezza Nazionale” che lavorasse “su mandato di una potenza
straniera”.
Francis A. Boyle, un professore riconosciuto
a livello internazionale e avvocato di legge internazionale, ha riferito
che, quando rifiutò una richiesta congiunta FBI-CIA di
violare le prerogative avvocato/cliente e diventare un informatore sui
suoi clienti arabi-americani, fu messo nella lista nera dei terroristi
del governo statunitense.
Boyle è stato critico con l’approccio
del governo statunitense al mondo musulmano, ma Raimondo non ha mai
sollevato, né consentito agli articolisti di sollevare, alcun sospetto
sulla complicità del governo nell’11 settembre. Raimondo si oppone
semplicemente alla guerra e questo per l’FBI è già sufficiente per
decidere che sia necessario controllarlo in quanto possibile minaccia
alla sicurezza nazionale.
Il racconto del governo sull’11 settembre
è la base delle guerre infinite che stanno esaurendo le risorse degli
Stati Uniti e distruggendo la sua reputazione e costituisce le fondamenta
dello stato di polizia che alla fine taciterà tutte le opposizioni
ai conflitti. Gli americani sono prossimi al racconto dell’attacco
terroristico musulmano dell’11 settembre, perché è quello che giustifica
il massacro delle popolazioni civili in molti paesi musulmani e lo stato
di polizia come soli mezzi per mettersi al sicuro dai terroristi, che
già si sono trasformati in “estremisti interni” come gli ambientalisti,
i gruppi per i diritti degli animali e gli attivisti contro la guerra.
Oggi gli americani sono insicuri, non
a causa dei terroristi e degli estremisti interni, ma perché hanno
perso le loro libertà civili e non hanno protezione dall’incommensurabile
potere del governo. Si potrebbe pensare che il come si sia arrivati
a questo punto possa essere degno di un dibattito pubblico e di audizioni
al Congresso.
Fonte: 9/11
After A Decade: Have We Learned Anything?
24.08.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE