DI MARC TO MARKET
“Sei favorevole o contrario all’idea che il tuo stato si ritiri pacificamente dal Governo Federale U.S.A.?”
Si fa un gran parlare sulla frammentazione dell’ordinamento internazionale. Sia il fallimento del Doha Round in seno all’OMC, che gli sforzi per rendere concreti dei firewall nazionali, si riducono a mere informazioni digitali, come il calo della circolazione transfrontaliera dei capitali dopo il 2008, come il declino del commercio e il crescendo di un sentimento anti–immigrazione generalizzato, sono tutti particolari del quadro pessimistico dipinto da molti osservatori.
Il referendum scozzese inoltre ha sottolineato quanto lo stesso concetto di stato-nazione sia vulnerabile, per effetto delle forze centrifughe che si sono scatenate. Parti della Spagna vogliono andarsene. In varie parti dell’Italia e della Germania si odono rumori secessionisti e a volte sembra che, se non fosse per Bruxelles, il Belgio abbia già cessato di esistere come paese.
Si scopre adesso che anche gli Stati Uniti potrebbero essere oggetto di sentimenti secessionisti. La Grande Mappa geografica, qui sotto, mostra il il risultato di un sondaggio svolto da Jim Gaines, per la Reuters. Il sondaggio si è basato su dati tratti da Internet che riportavano le risposte – circa 9000 intervistati – ad una semplice domanda:
“Sei favorevole o contrario all’idea che il tuo stato si ritiri pacificamente dal Governo Federale U.S.A.?”
I risultati sono stati rilevati da Gaines su base regionale ed è disponibile una analisi dei dati per categoria demografica stato per stato. Il rapporto di Gaines dimostra che i repubblicani sono più favorevoli dei democratici ad uscire dalla Federazione, gli indipendentisti sono più di destra che di sinistra, sono più giovani che anziani, hanno un reddito più basso e non sono laureati.
Aggregando i dati, risulta che circa un quarto (23,9%) degli intervistati ha risposto affermativamente alla domanda, arrivando ad una percentuale ben superiore a quelle raggiunte dalla maggior parte dei partiti anti-europeisti in Europa – come la UKIP e AfD (Ndt. : e la Lega in Italia). Che significa questo?
Significa forse che il prossimo anno, per il 150° anniversario della fine della guerra per l’indipendenza del Sud (guerra civile), gli investitori dovranno cominciare a preoccuparsi di un nuovo movimento secessionista?
Gaines riferisce che le conversazioni di follow–up con alcuni degli intervistati hanno potuto appurare che il voto secessionista era più un voto di protesta che un autentico desiderio di secessione. Il senso di frustrazione, secondo Gaines, era generalizzato, bipartisan, e profondamente sentito, anche se un po’ incoerente. Si tratta di un’espressione di disapprovazione per la direzione che il paese ha preso o che sta prendendo, piuttosto che una vera voglia di indipendenza.
Anche in Europa i sondaggi hanno verificato, sulla stessa falsariga, che molti elettori dei partiti anti-UE vogliono in realtà esprimere – anche loro – lo stesso stato di disapprovazione e frustrazione. In Germania, recentemente il partito euroscettico AfD è riuscito a prendere seggi in due governi regionali tedeschi grazie alla sua agenda sociale conservatrice, non per la sua posizione anti-europeista, motivo per cui si era da poco formato, per esempio.
Le élite politiche americane ed europee avranno il loro bel da fare con queste persone. Si potrà arrivare ad una soluzione economica solo per una parte del problema, che non è solo il ritmo della crescita o il livello della disoccupazione storicamente alto in molti paesi. La questione da risolvere veramente è la disparità di reddito e di distribuzione della ricchezza che indica come le misure aggregate dell’attività economica non siano più un elemento sufficiente per consentire alla cittadinanza un accesso ad una qualità di vita migliore.
In molti paesi ad alto reddito, la crisi sta passando sopra alle regole del contratto sociale che, pur di trovare la strada per uscire dalla crisi, viene calpestato e, visto che non si trovano altre vie di fuga, si continua a violarlo sempre più profondamente.
Fonte: www.zerohedge.com
Link: http://www.zerohedge.com/news/2014-09-23/secession-cometh-america
23.09.2014
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario