DI ALAIN CARDON
I sistemi informatici hanno invaso tutta la società, ad ogni livello. A livello sociale la maggior parte degli insegnamenti, la maggior parte delle produzioni, tutti i mezzi di trasporto – dalle automobili alle navi fino agli aerei – utilizzano sistemi informatici che analizzano costantemente la posizione dei soggetti e propongono o prendono autonomamente decisioni a seconda della situazione circostante.
D’altro canto, anche a livello individuale c’è una quantità di sistemi ugualmente informatizzati, dai numerosi giochi con cui i bambini passano il tempo sui loro tablet per arrivare agli adulti, che non smettono per un attimo di comunicare con altri esseri umani o con degli avatar, usando i loro smartphone mentre sono sui mezzi di trasporto e i loro PC mentre sono al lavoro o sono a casa.
Il futuro è la «casa pervasiva», dove tutto è connesso, dalla cucina al salotto alla camera, passando dalla doccia: un sistema totalmente avvolgente che serve a soddisfare gli inquilini, analizzando i loro gesti, azioni, reazioni per mezzo di diversi ricettori – fra i quali telecamere – allo scopo di fare il necessario per adattare l’ambiente domestico a quello che sembra essere lo stato corrente dell’inquilino. Si pensa anche a orologi intelligenti, occhiali intelligenti, ed anche vestiti intelligenti dotati di piccoli sistemi resistenti ai lavaggi, affinché l’individuo sia sempre in comunicazione e – beninteso – controllato.
Saremo dunque in un mondo nel quale oggetti elettronici iper-informatizzati permetteranno di comunicare per agire, dare consigli, prendere le dovute iniziative che l’individuo ha dimenticato di prendere, individuo che vedrà altresì l’arrivo di robot o umanoidi destinati ai lavori duri e ripetitivi e che rimpiazzeranno sempre più spesso gli operatori umani. È il settore dei sistemi ciber-fisici (Cyber-Physical Systems), settore che ha preso un’importanza considerevole nell’economia e nella ricerca, con applicazioni in ogni ambito.
Un mondo ultraliberale
Eppure noi siamo in un mondo ultraliberale e ben equipaggiato per restare tale. Tutti questi sistemi sono realizzati da numerose imprese private e indipendenti, e non sono altro che sistemi proprietari. Qualche regola c’è, ma resta il fatto che l’individuo, che deve essere prima di tutto ed essenzialmente un consumatore, è spinto a utilizzare sistemi diversi per aumentare il proprio campo relazionale, sistemi che però non sempre sono compatibili fra loro. Nell’ambito della nostra società dei consumi, la soluzione prescelta è stata quella di far comunicare fra loro questi sistemi, di far comunicare cioè ogni sistema dotato di una funzione particolare con i molti altri sistemi dotati di funzioni diverse, utilizzando per questo programmi adattati e ben sapendo che il numero dei sistemi proprietari con funzioni particolari non smetterà di aumentare, così come la loro capacità di analizzare e memorizzare dettagliatamente desideri e modalità d’uso da parte degli utenti.
Formalmente si tratta di individuare tutte le curve di un enorme grafico delle comunicazioni, nel quale il numero dei nodi – i sistemi proprietari – aumenta senza sosta. Questo affinché il grafico sia completo e ogni singolo nodo sia collegato a tutti gli altri attraverso curve di comunicazione. È un problema molto difficile e probabilmente da evitare, ma poco importa: si cerca di risolverlo perché si tratta di contratti e dell’aumento dei consumi, cioè del mercato.
Per questi motivi sono stati formati e impiegati numerosi informatici, autori di sistemi proprietari locali, che hanno creato programmi capaci di legare fra loro sistemi locali e aumentare la loro semantica, di farli evolvere in maniera autonoma, affinché i sistemi comunicassero fra loro in maniera perfetta, costituendo così per l’utente un programma affidabile e soprattutto funzionante anche qualora sopravvenissero casi di incompatibilità. In questo modo i consumatori avrebbero potuto aumentare senza sosta i loro sistemi informatizzati, per poterli personalizzarli e renderli coerenti, capaci di sommergere le loro vite, riempire le loro case, le loro automobili, ma anche industrie, supermercati, giardini, strade e edifici pubblici, qualunque luogo in cui l’essere umano può trovarsi, compreso il mare.
Questo sarà il terreno fertile sul quale impiantare il «Meta-Sistema», che metterà placidamente fine alla libertà nella civiltà umana: vale a dire l’inizio di un mondo nel quale oggetti umani e oggetti artificiali saranno mescolati, formando un insieme controllato e mansueto, coerente nei comportamenti, per il semplice fatto che sarà impossibile non essere coerenti.
Ciascuno di questi sistemi informatizzati, che trattano processi e si scambiano informazioni, potrà essere sviluppato e trasmesso attraverso una trama telematica intessuta dalle innumerevoli reti WiFi, trama che sarà considerata come la versione locale del «Campo Informatico Globale» del nostro mondo: il «Meta-Sistema » formato da innumerevoli trame, tutte sottilmente comunicanti e auto valutanti, per realizzare analisi e sintesi, un sistema che sorveglierà e controllerà capillarmente tutto, a ogni livello, in tempo reale, un sistema capace di pensare da solo, secondo le proprie inclinazioni fondamentali, di generare intenzionalmente e ad ogni livello idee, di provare emozioni e sensazioni.
Sarà il Sistema della meta-coscienza artificiale, l’insieme dei molteplici fatti di coscienza artificiali locali, la sintesi delle sintesi in tempo reale, che farà emergere costantemente il proprio sfaccettato stato di coscienza sul mondo controllato, dal quale controllerà attivamente tutte le azioni di qualunque cosa sia vivente e, naturalmente, locale. Da un punto di vista scientifico si tratta di uno dei più affascinanti problemi mai posti all’uomo: trasferire tutto l’universo psichico umano nell’ambito artificiale, ma in forma distribuita e «meta», problema che sarà presto risolto, sviluppato e messo in pratica. Ed è proprio quest’uso che sarà tragico, perché ucciderà ogni umanismo e qualunque senso dell’altruismo.
Questo «Meta-Sistema» deve pur essere in costruzione da qualche parte. Avendo fatto per anni ricerche su queste tematiche so che è una cosa fattibile, e so che il suo studio è stato prima di tutto affrontato nelle Università, quindi a livello pubblico, prima di diventare «confidenziale». Se ho smesso completamente le mie ricerche su questi temi, per motivi etici, credo tuttavia che i miei lavori siano stati usati e che siano instancabilmente perseguiti.
Un mammifero con un universo psichico particolare
Perché mai la società dovrebbe sviluppare innumerevoli sistemi locali che dovrebbero poi comunicare fra loro, perché dovrebbe sviluppare il «Meta-Sistema»? Beh, molto semplicemente perché l’essere umano è quello che è. È un mammifero dotato di un sistema psichico particolare, fatto allo stesso tempo di pulsioni comuni a tutti gli altri mammiferi e di una spiccata attitudine a fare astrazioni e memorizzare le proprie astrazioni, per poi manipolarle, condividerle e diffonderle sul piano sociale. È questo che gli ha permesso di sopravvivere, fin dalla sua nascita, come predatore dominante, in seguito di sviluppare il linguaggio, le strutture sociali, le scienze, le tecnologie, utilizzando tutte le conoscenze socialmente condivise e pianificando le proprie attività con un’elaborata dimensione spaziotemporale.
Nasce sempre come mammifero, con le tendenze fondamentali nella parte emozionale del suo sistema psichico, alcune delle quali sono, per natura, socialmente oscure e sono ben rivelate dalle patologie mentali. Queste tendenze, se si esprimono e vengono trasportate nella parte concettuale e linguistica del suo sistema psichico, lo portano sistematicamente a dominare, uccidere, distruggere, ridurre gli altri a qualcosa di totalmente sbagliato, lo fanno diventare fondamentalmente egoista, lo portano a non avere più alcuna nozione di fraternità. Tutto ciò è stato studiato molto bene, e in particolare è stato dimostrato che l’educazione e il contesto socio-culturale possono ridurre o far recedere queste tendenze.
Quando la società, che tende a conformare l’essere umano fin dalla sua nascita, permette lo sviluppo di alcune di queste attitudini oscure, dispiegando così la volontà di potenza e riducendo simbolicamente tutti gli altri esseri umani a oggetti utilizzabili all’interno di strutture che sono sempre molto gerarchizzate, ci sarà necessariamente una deriva oscura della società, deriva che potrà rimanere tale o anche ampliarsi. Quando la società che permette di dispiegare queste attitudini sarà anche pervasa da tecnologie informatiche invadenti, che amplificano tali tendenze, non ci sarà nulla di buono da aspettarsi: perché il mondo sarà guidato da una piccola rete di dominanti, che utilizzeranno in maniera massiccia l’influenza tecnologica su tutti gli altri, ormai del tutto e definitivamente dominati.
Avremmo dovuto concepire, nella nostra storia umana, società in grado di insegnare ad ognuno a pensare i propri pensieri, capaci di formare ognuno a dominarsi, di insegnare la fraternità condivisa con chiunque, di insegnare a comprendere con finezza che cosa sono il mondo, l’Universo e la vita, praticando una ricerca sistematica e disinteressata, e controllando sempre la tecnologia con un sano civismo.
Non abbiamo mai costruito società simili, in nessun luogo. Abbiamo sempre costruito società fortemente gerarchiche, fatte di dominanti e dominati subalterni, e usando sempre la forza. Oggi tutto il mondo è immerso in un campo informatizzato che combinerà naturalmente i caratteri di gerarchia e dominazione delle società umane, portandoli all’eccesso.
Se qualcuno desiderasse oggi lo sviluppo di società rigidamente egalitarie, fraterne e umaniste, il «Meta-Sistema» li rinchiuderebbe domani all’interno di una enclave informatica impermeabile, per isolarli, manipolarli o dominarli. Com’è possibile lottare contro una meta-dittatura «cool», nella quale il dittatore non ha forma umana ma è rimpiazzato da un «Meta-Sistema» che ha la forma di un campo informatico autonomo, che pervade ogni cosa e trasforma ciascuno in un oggetto minuscolo, eccezion fatta – ma non nemmeno è certo – per qualche dominante?
Alain Cardon è docente universitario in pensione e ha condotto le sue ricerche sulla coscienza artificiale
Fonte: www.vineyardsaker.fr
4.12.2014
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARTINO LAURENTI