DI ERIC MARGOLIS
La settimana scorsa Duncan Hunter, presidente di una potente commissione sulle forze armate, è apparso in TV per ribattere contro le accuse di Amnesty International a riguardo del “gulag dei nostri giorni” che si trova a Guantanamo, Cuba.
La sua brutta figura mi ha fatto venire in mente mio padre che quando era presidente della Elgin Watch Co., avendo avuto a che fare con molti rappresentanti del Congresso, li chiamava “venditori di auto usate di Biloxi.” Hunter viene dalla California, ma il paragone si adatta ugualmente.
Il Cicerone di San Diego sventolando una coscia di pollo e qualche frutto agli astanti per illustrare l’alta cucina di Guantanamo, dichiarava che i suoi ospiti “non avevano mai mangiato così bene… che non erano mia stati trattati così bene… grazie alla bontà dei contribuenti americani!”
I 540 ospiti mussulmani di Guantanamo erano veramente, veramente fortunati.
C’è da chiedersi se Hunter ha intenzione di passare le sue vacanze a Guantanamo. A quanto pare si tratta veramente di un bel albergo, con servizio completo, compresi programmi quali la deprivazione del sonno, intensi attacchi acustici garantiti, bruciature di sigarette, torture con l’acqua, bastonature, e umiliazioni. Sono comprese anche delle belle gabbie in ferro di lusso. E che cucina!
Per essere sicuri che il messaggio non vada perduto, sono intervenuti a difesa di Guantanamo anche il vice presidente Cheny e il segretario alla difesa Rumsfeld. Cheney ha avanzato la tesi principale, secondo la quale il campo deve continuare a esistere perché tiene prigionieri “i cattivi”. Rumsfeld invece ha detto che deve restare aperto perché è già costato 100 milioni di dollari e ce ne vogliono 90 all’anno per mantenerlo attivo.
Il capo gruppo repubblicano al Senato, Bill Frist, ha aggiunto che “chiudere tutto e andarsene solo per qualche problema di immagine non è la cosa giusta da fare.” Bill, sei veramente brillante. Qualche anno addietro avresti potuto dire: “ Mio Fuerher, non dare retta a tutte queste stupide critiche che riguardano i nostri campi di concentramento. Rimani nella tua decisione.”
Per fortuna, gli americani onesti sono d’accordo che il campo/gulag di Guantanamo rappresenta una oltraggiosa violazione di tutto ciò per cui la nazione si batte. L’ex presidente Carter, che è diventato la coscienza del paese in tempi di grandi impulsi totalitari, ha chiesto che il campo venisse chiuso. Lo stesso hanno fatto numerosi deputati e senatori, compreso il più coraggioso senatore del partito repubblicano: Chuck Hagel.
Agli americani viene detto che tutti gli internati sono dei pericolosi terroristi. Non è vero. Molti sono stati fatti prigionieri in Afghanistan dai signori della guerra locali che prendevano 10.000 dollari e più per ogni “terrorista” catturato.
Altri sono pakistani di passaggio in Afghanistan per motivi religiosi o di famiglia. Altri ancora si erano uniti alle forze talebane, l’Alleanza del Nord, per combattere il Partito Comunista Afgano sostenuto dall’URSS, e non per combattere gli USA. Altri ancora erano jihadisti che volevano combattere contro il brutale regime dell’Uzbekistan oppure opporsi all’occupazione indiana del Kashmir. Solo pochi sono i membri di Al-Qaida contrari agli USA.
ABC News ha rivelato che un alto esponente della Marina americana, Alberto Mora, aveva messo sull’avviso, nel 2003, che i metodi di interrogatorio utilizzati contro i mussulmani avrebbero potuto costituire per gli ufficiali compromessi motivo di accusa per “indagine criminale”.
Il senatore John McCain, egli stesso un ex prigioniero di guerra, ha ragione quando chiede che i processi siano rapidi e che venga posta fine a una detenzione indefinita. Però negli ultimi tre anni si è avuta la prova che le persone coinvolte nelle accuse di terrorismo, nell’America del post 11 settembre, non hanno la possibilità di avere un giusto processo. Questa settimana un avvocato della difesa ha riferito al Congresso che i suoi superiori lo avevano avvertito che, in caso di difesa di un detenuto di Guantanamo, non esisteva altra alternativa che “un riconoscimento di colpevolezza.” Ormai siamo in piena ex URSS. Guantanamo rappresenta una violazione della convenzione di Ginevra, delle leggi internazionali e delle leggi USA. Ci sono rapporti che indicano come nelle altre prigioni segrete dell’arcipelago gulag USA, in Marocco, Egitto, Giordania, Irak, Afghanistan, Pakistan e Diego Garcia, vengono commessi crimini ben peggiori contro tutti quelli che sono sospettati di esercitare attività anti americane.
Se tutto ciò è vero, ci troviamo di fronte a una impresa organizzata criminale, i cui responsabili dovrebbero essere perseguiti, a cominciare dall’alto.
La Casa Bianca sostiene che i Talebani e i combattenti jihadisti sono “combattenti illegali” che non meritano pietà né protezione legale. Allora cosa dobbiamo dire dei 20.000 e più mercenari USA e Inglesi che operano in Irak e in Afganistan come “contraenti civili” e le forze speciali USA che operano in abiti civili?
Guantanamo, che si trova a soli 150 km da Miami, non è un problema di immagine. Si tratta di una patente violazione di tutti i valori americani. E’ una creatura degna del KGB. Chiudiamo subito questa vergogna.
Fonte:www.commondreams.org/
Link:http://www.commondreams.org/views05/0619-28.htm
19.06.05
Articolo scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da Vichi.
VEDI ANCHE: AMNESTY INTERNATIONAL E I NUOVI ‘GULAG’