UN QUANTITATIVE EASING PER LA GENTE: LA RADICALE PROPOSTA DI JEREMY CORBIN

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DI ELLEN BROWN

counterpunch.org

Jeremy Corbyn, il candidato sul ‘cavallo scuro’ [1] attualmente in testa nei sondaggi per la leadership del Partito Laburista Britannico, ha incluso nella sua piattaforma un ‘Quantitave Easing per le persone’. Nella presentazione del 22 Luglio egli ha detto:

”Il ‘riequilibrio’ di cui sto parlando si riferisce a quello della finanza nei riguardi dei settori sostenibili e ad alta crescita del futuro. Com’è che possiamo fare? Una possibilità sarebbe quella di conferire alla Banca d’Inghilterra un nuovo mandato, quello di migliorare la nostra economia investendo massicciamente in nuove abitazioni, nell’energia, nei trasporti e nei progetti digitali. Un Quantitative Easing per le persone, quindi, invece che per le banche”.

Il suo consigliere economico Richard Murphy ha ulteriormente spiegato:

“Il Quantitative Easing per la gente è un processo tramite il quale viene riacquistato il debito che era stato deliberatamente creato da una banca d’investimenti ‘verde’, o da un ente locale, o da un’azienda sanitaria o da altre agenzie, con lo scopo specifico di finanziare nuovi investimenti nell’economia – visto che i grandi mercati commerciali e finanziari non sono in grado di effettuarli nella quantità necessaria perché il Regno Unito funzioni di nuovo – e per ripristinare la nostra prosperità finanziaria”.

Secondo il gruppo ‘Positive Money’:

”Idee similari sono state sostenute, o almeno suggerite, da economisti di rilievo, tra i quali JM Keynes, Milton Friedman, Ben Bernanke, William Buiter e Martin Lupo. Più di recente, anche Lord Adair Turner ne ha proposto di analoghe, evidenziando che ‘non ci sono motivi tecnici per respingere quest’opzione'”.

Forse, ma gli scettici, invece, sostengono che c’è molto da criticare. Sullo ‘UK Telegraph’ Peter Spence ha detto che:

”Gli esperti sostengono che una vittoria di Jeremy Corbyn nelle prossime elezioni generali metterebbe la Gran Bretagna in rotta di collisione con Bruxelles e spingerebbe il Regno Unito verso una rovina in pieno ‘stile Zimbabwe’ ..… Tony Yates, ex economista della Banca Centrale ed ora professore presso l’Università di Birmingham, ha detto che: ‘questa strada conduce alla rovina della politica monetaria. E’ esattamente quello che ha fatto lo Zimbabwe, che ha smesso di pagare i suoi debiti stampando nuova moneta”.

Spence ha anche citato il Governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, che ha dichiarato:

”La ragione per cui non si dovrebbe nemmeno dar inizio a questa conversazione è che questa proposta, se attuata, porterebbe alla rimozione di qualsiasi disciplina in materia di politica fiscale”.

LA MINACCIA FASULLA DELL’IPERINFLAZIONE

Avvertimenti riguardo un’iperinflazione in pieno ‘stile Zimbabwe’ sono stati continuamente mossi contro i Quantitative Easings [QE], fin da quando la Federal Reserve li ha avviati, nel 2008.

Quando la Banca Centrale Europea [BCE] ha annunciato, a Gennaio 2015, che si sarebbe anch’essa impegnata in un proprio QE – insieme agli Stati Uniti, al Regno Unito ed al Giappone – i commentatori, allarmati, hanno avvertito che ci sarebbero state guerre valutarie, svalutazioni competitive, politiche ‘beggar-thy-neighbour’ [riduci il vicino in miseria] ed iperinflazione. Ma i QE sono in corso fin dalla fine degli anni ‘90, e questa presunta iperinflazione non si è mai verificata.

Il 30 Agosto, sul ‘New Zealand Herald’, Bernard Hickey ha osservato che:

”La Federal Reserve ha tagliato il suo ‘Official Cash Rate’ a quasi lo 0%, nel 2008, e lo ha lasciato lì. Ha lanciato tre turni del cosiddetto Quantitative Easing ed ha appena smesso di stampare nuova moneta per comprare titoli di Stato. La Banca del Giappone ha stampato soldi per anni – e di recente ad un ritmo forsennato – per cercare di risollevare la sua economia da decenni di perma-recessione.

La Banca Centrale Europea ha tagliato il suo ‘tasso di deposito’ a meno dello 0,2% per cercare di forzare i risparmiatori ad investire. Questo significa che i risparmiatori devono pagare le banche perché queste pensino ai loro soldi.

La Cina ha iniettato 310 miliardi di dollari per puntellare un mercato azionario che ha ceduto quasi il 43% rispetto al suo picco. Ha spinto in basso lo yuan cinese ed ha speso, infine, altri 200 miliardi di dollari per impedire ulteriori cadute. Questa settimana la Banca Popolare della Cina ha tagliato il suo ‘tasso di rifinanziamento’ principale al 4,6% ed ha allentato le regole per i prestiti bancari”.

Tuttavia, non c’è alcun segno della minacciata iperinflazione, ha sostenuto Hickey:

”Il taglio dei tassi e la stampa di denaro hanno reso attraente l’acquisto di azioni, immobili e obbligazioni che producono un reddito regolare superiore ai tassi d’interesse, che sono prossimi allo zero. Ma, curiosamente, la stampa di tutto questo denaro e i tassi d’interesse allo 0% devono ancora liberare il ‘drago dell’inflazione’, almeno per i beni ed i servizi. I prezzi degli assets sono stati pompati, ma i manufatti delle fabbriche ed i servizi sono saldamente in modalità deflazionistica”.

Perché? Secondo la teoria economica convenzionale, conseguentemente all’aumento della massa monetaria una maggior quantità di denaro dovrebbe essere a caccia di un minor numero di beni, il che farebbe salire i prezzi. Perché allora non è successo, nonostante vari QE di dimensioni mondiali?

UNA TEORIA SBAGLIATA

La ‘teoria monetarista convenzionale’ era unanimemente accettata fino all’arrivo della Grande Depressione, quando John Maynard Keynes ed altri economisti notarono che i massicci fallimenti bancari avevano portato ad una sostanziale riduzione dell’offerta di moneta. Contraddicendo la teoria classica, la carenza di denaro stava incidendo sempre di più sui prezzi.

Questo fatto sembrava fosse direttamente collegato con la massiccia ondata di disoccupazione e con il fatto che le risorse restavano inutilizzate. I prodotti marcivano a terra, mentre la gente moriva di fame, perché non c’erano i soldi per pagare i lavoratori che li avrebbero dovuto raccogliere, o per i consumatori che li avrebbero potuto acquistare.

La ‘teoria convenzionale’ ha poi lasciato strada alla teoria keynesiana. In un articolo del Marzo 2015 sul ‘The International New York Times’, intitolato ‘Keynes Versus the IMF’, l’economista Dr. Asad Zaman ha scritto che:

“La ‘teoria keynesiana’ si basa su un’idea molto semplice, ovvero che la conduzione delle attività ordinarie di un’economia richiede una certa quantità di denaro. Se la quantità di denaro è inferiore a quella necessaria, allora le imprese non possono funzionare – non possono fare acquisti [prodotti da rivendere, materie prime da lavorare etc.], pagare i lavoratori o affittare i negozi. E’ stata questa la causa fondamentale della Grande Depressione.

La soluzione era piuttosto semplice: aumentare l’offerta di moneta. Keynes suggerì che avremmo potuto stampare denaro e seppellirlo nelle miniere di carbone perché i lavoratori disoccupati potessero essere occupati a scavare. Se il denaro fosse stato disponibile in quantità sufficiente, le imprese avrebbero ripreso a vivere e gli operai disoccupati avrebbero trovato un lavoro. C’è un consenso quasi universale, ormai, su questa idea.

Persino Milton Friedman, leader della ‘Monetarist School of Economics’ ed acerrimo nemico delle idee keynesiane, ha convenuto che la riduzione dell’’offerta di moneta’ è stata la causa della Grande Depressione. Invece di seppellire i soldi nelle miniere, suggerì che il denaro avrebbe dovuto essere lanciato dagli elicotteri, per risolvere il problema della disoccupazione”.

E questo è esattamente il luogo dove ora ci troviamo: nonostante i ripetuti cicli di QE c’è ancora troppo poco denaro a caccia di troppi beni. L’attuale forma dei QE equivale ad un asset-swap: dollari in cambio di assets finanziari – titoli federali o titoli garantiti da ipoteche – esistenti. [2]

I ricchi diventano sempre più ricchi, conseguentemente ai salvataggi bancari e ai ‘tassi d’interesse’ molto bassi, ma non ci sono soldi nell’economia reale, che resta priva dei fondi necessari per creare la domanda, che a sua volta creerebbe posti di lavoro.

Per essere efficace, il denaro lanciato dall’elicottero dovrebbe cadere direttamente nel portafoglio dei consumatori. Lungi dall’essere ‘un’indisciplinata politica fiscale’, iniettare un certa quantità di denaro nell’economia reale è fondamentale per poterla mettere di nuovo in movimento.

Secondo la teoria del ‘Credito Sociale’, persino la creazione di nuovi posti di lavoro non risolve del tutto il problema del troppo poco denaro nelle tasche dei lavoratori, perché possano essere vuotati di conseguenza gli scaffali [dei supermercati].

I venditori fissano i prezzi per coprire i loro costi [3], che comprendono molto di più del semplice salario dei lavoratori. Primo [per importanza], fra i costi non salariali, è l’interesse sul denaro preso in prestito per poter pagare la manodopera ed i materiali, prima ancora che ci sia un prodotto da vendere.

La stragrande maggioranza della ‘massa monetaria’ entra in circolazione sotto forma di prestiti bancari, come ha recentemente riconosciuto la stessa Banca d’Inghilterra. Le banche creano il capitale, ma non l’interesse necessario per rimborsare i prestiti che hanno concesso, lasciando un ‘eccesso di debito’ che richiede a sua volta la creazione di sempre più debito, nel tentativo di colmare il divario.

Questo divario può essere chiuso in modo sostenibile solo con l’emissione di ‘soldi senza debiti’, ovvero di ‘soldi senza interessi’, da far scendere direttamente nel portafoglio dei consumatori. Sotto forma, idealmente, di un dividendo nazionale pagato direttamente dal Tesoro.

Come Keynes ha ben evidenziato, l’’inflazione dei prezzi’ si verifica solo quando l’economia raggiunge la sua piena capacità produttiva. Prima di allora, l’aumento della domanda richiede un aumento dell’offerta. Nel senso che, se un numero maggiore di lavoratori viene assunto per produrre quantità maggiori di ‘beni e servizi’, allora la domanda e l’offerta si alzeranno insieme.

Nei mercati globali di oggi, le pressioni inflazionistiche hanno uno sbocco nella capacità produttiva in eccesso della Cina e nel maggior uso di robots, computers e macchine. Le economie globali hanno decisamente molta strada da fare prima di raggiungere la piena capacità produttiva.

IL CONFLITTO CON L’UNIONE EUROPEA

Un ostacolo più impegnativo per la proposta di Corbyn potrebbe essere quello delle regole comunitarie. Peter Spence ha scritto che:

“Alcune parti-chiave del piano concepito dalla leadership laburista potrebbero cadere di fronte alle leggi comunitarie, tese ad evitare un’inflazione galoppante. Potrebbero consegnare il Regno Unito ad una pluriennale battaglia legale con la Corte di Giustizia Europea [CGE] …. Le proposte del Sig. Corbyn potrebbero essere in contrasto con l’articolo 123 del Trattato di Lisbona, che vieta alle Banche Centrali di stampare moneta per finanziare la spesa pubblica”.

Forse. Ma la BCE ha già avviato un programma di QE per l’acquisto di Titoli di Stato. Cosa sono i Titoli di Stato, se non debito pubblico utilizzato per finanziare la spesa pubblica? Quella regola, quindi, è già stata piegata.

Perché, allora, non piegarla in modo che possa avvantaggiare anche l’economia, la gente e le infrastrutture della nazione? La proposta di Corbyn è necessaria, funzionerà … è finalmente rrivato il tempo di attuarla!

Ellen Brown

Fonte: www.counterpunch.org

Link: http://www.counterpunch.org/2015/09/03/quantitative-easing-for-people-jeremy-corbyns-radical-proposal/

3.09.2015

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO

Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore, ed inoltre:

[1] Per ‘candidato sul cavallo scuro’ si intende qualcuno che viene inaspettatamente nominato al posto del favorito.

[2] Interessanti e chiarificatori, al riguardo, alcuni passaggi del recente articolo pubblicato da CdC, intitolato ‘SCONFIGGERE IL DEBITO PUBBLICO SENZA GIOCARSI LA CARTA DEL DEFAULT’: http://comedonchisciotte.org/controinformazione/modules.php?name=News&file=article&sid=15483]

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