FONTE: CLORO AL CLERO (BLOG)
Immaginate un molo, il “Vittorio Veneto”, sotto il sole implacabile dell’agosto palermitano.
Immaginatelo gremito di gente di tutti i tipi: anziani, famigliole povere con bambini, ma anche signore “acchittate” con trucco (a rischio decomposizione per il caldo torrido), bei vestitini estivi e tacchi a spillo.
Che fa ’sta gente, aspetta una rockstar? Quasi. L’evento è il soggiorno siciliano del sultano dell’Oman, Qabas Bin Said. Un islamico che non fa paura, che è graditissssimo, anzi di più: esercita un carisma di massa sulla popolazione siciliana, in fibrillazione per la sua vacanza in Trinacria.
Cosa rende l’ospite mediorientale così gradito? Semplice: l’essere imballato di soldi a livelli inimmaginabili, con uno yacht di 155 metri, con sanitari di ametista e rubinetti di oro zecchino e diamanti. Una simile portata di ricchezza induce pensieri proibiti in un popolaccio di telespettatori, ormai avvezzo a sogni di gloria capitalistica, moderno sostituto degli antichi fasti delle corti che i poveri potevano soltanto figurarsi e spettegolarci sopra.
Qualche famigliola vuole chiedergli quattrini (ne ha così tanti, che cosa vui che sia per Qabas qualche migliaia di euri?) , qualche signora in tacchi a spillo vuole incontrarlo (per offrirgli le proprie grazie?). E Qabas che fa? niente di che: sta imboscato, isolato nel suo yacht, aspettando le 13 mercedes che lo porteranno, lui e il suo entourage, all’aereoporto Falcone e Borsellino (sic!) per cominciare a terra le sue fiabesche vacanze.
E i siciliani, cui le virtu’ di dovizia e di opulenza del sultano fanno lo stesso effetto dei poteri taumaturgici di Padre Pio, staranno a guardare, invidiando e sperando.
Fonte: www.cloroalclero.com
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5.08.08