FONTE: EFFETTO RISORSE (BLOG)
Dal 2007, abbiamo perso il 40% della produzione industriale
Dei tre grafici questo è il più impressionante a mio avviso. Al nord le zone industriali si riempiono di capannoni vuoti e di erbacce mentre basta andare in città una mattina feriale per prendere coscienza di quanta gente è a casa! Nelle scuole i giovani sono testimoni di questo disastro e alla domanda “cosa farai dopo il diploma” la risposta più gettonata è “farmi mantenere dai genitori”. Un patrimonio immenso buttato via e tanto dolore per tutti.
Come pensare anche lontanamente una risalita da questa situazione?
Credo che saremo fortunati se riusciremo a mantenere per alcuni anni questi parametri ma il declino è inevitabile, è solo questione di tempo.
E non si tratta di essere pessimisti ma persone che sanno analizzare i fatti intorno a noi e i dati a nostra disposizione.
E infine di cosa stupirci poi, non era tutto ben spiegato e in un certo senso predetto fin dagli anni settanta nello studio “I limiti dello sviluppo”?
Questo è quello a cui stiamo andando incontro, bisogna solo adattarci, cioè imparare a essere resilienti.
16.08.2014
Secondo l’Istat a luglio i prezzi al consumo sono aumentati solo dello 0,1% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Ancora più significativi sono i dati del ‘carrello della spesa’: frutta e verdura costano il 10% in meno, sempre rispetto al 2013 e i prodotti per la cura delle persone e della casa registrano un -0,6%. L’inflazione è sotto l’1%. “Siamo legati agli oggetti, non buttiamo via mai niente” dice il sociologo dei consumi Italo Piccoli e l’economista Fausto Panunzi aggiunge: “Si è portati a risparmiare quasi compulsivamente, a comprare solo lo stretto necessario”.
Sembrerebbero tutte notizie positive. Se l’inflazione è all’1% vuol dire che i 100 euro che ho in tasca ne valgono 99, se l’inflazione è al 20% i miei 100 euro ne valgono ottanta così come il mio stipendio reale è il 20% in meno di quello nominale. E vorrei vedere il consumatore che si lamenta perché paga le pesche il 10% in meno. Non buttare via i frigoriferi che rendono ancora decentemente il loro servizio o non farsi attrarre, in questo caso sì ‘compulsivamente’, da ogni sciocchezza che offre il mercato, vivere del necessario invece che del superfluo fa bene al nostro equilibrio psicologico ed è un risparmio oltre che economico anche ecologico perché evitiamo di ammonticchiare rifiuti che poi non sappiamo come smaltire.
E invece in termini macroeconomici tutti questi dati sono negativi. Dove sta il marcio? Nella crescita. Un modello economico basato sulla crescita quando non riesce o non può più crescere collassa (che non è la situazione solo dell’Italia ma di tutti i paesi che sono dentro questo modello, compresi anche quelli che in questo momento viaggiano col vento in poppa perché anche loro prima o poi si troveranno davanti al limite, dato che le crescite all’infinito esistono in matematica ma non in natura). E il collasso è piuttosto rapido. E’ come la cassetta di un film che arrivata alla fine si riavvolge in pochi secondi. Se i cittadini consumano poco le imprese saranno costrette a ridurre la produzione e a liberarsi di molti lavoratori i quali, in cassa integrazione o disoccupati, consumeranno ancora meno, le imprese produrranno meno e manderanno a casa altri lavoratori in un circolo vizioso vorticoso. In un sistema come questo gli uomini sono costretti a consumare per produrre invece di produrre per consumare.
Tutto ciò in nome della macroeconomia e del Pil, cioè della ricchezza complessiva di un Paese. Ma la ricchezza di un Paese ha poco o nulla a che fare con la ricchezza dei suoi abitanti. La Nigeria è il paese più ricco dell’Africa ma ha il più alto numero di poveri dell’ex Continente nero. E’ la ricchezza che crea la povertà come si accorse Alexis De Tocqueville che nel suo saggio ‘Il pauperismo’ del 1835 notava, con stupore, che i Paesi rimasti fuori dalla Rivoluzione industriale avevano il minor numero di poveri.
C’è una soluzione a questo busillis infernale? Bisognerebbe avere il coraggio di decrescere, di diminuire la produzione, il lavoro, la ricchezza complessiva e di portarsi a un livello di equilibrio dove non si avanza più ma nemmeno si retrocede, redistribuendo la minor ricchezza rimasta in modo più equo. Ma ci vorrebbe un’intelligenza, una visione del futuro che le élites politiche mondiali, ansiose solo di consenso qui e ora, non possono avere.
Massimo Fini
Link [www.massimofini.it]
Il Gazzettino, 22 agosto 2014
re certe riflessioni.
Il problema è la ridistribuzione mancata, si dovrebbe lavorare meno e lavorare tutti, nella produzione primaria e secondaria, non nel terziario.
t’o’ fateve du risate…..
https://www.youtube.com/watch?v=tjaKFX1mzEA
https://www.youtube.com/watch?v=MYZlBvmtJSM
che tanto la decrescita c’è già stata…. nel cervello di sicuro..!
E’ una crisi artificiale, programmata.
Ahó! … questa è pure meglio..!!
https://www.youtube.com/watch?v=21qju7zGi8E
Una volta tanto Massimo Fini sembra dire cose di buonsenso.
Perfectum est, stimatissimo!! Non c’è altro da aggiungere!!!
Persino il peggior governante si sarebbe reso conto delle politiche autolesioniste attuate solo negli ultimi 10 anni. Purtroppo abbiamo a che fare con una classe dirigente nell’ambito dell’istruzione, del legislativo e dell’esecutivo venduta a padroni stranieri; non di meno lo sono tanti contemporanei che si vantano di essere capitani d’industria.
Non me la sento di condannare tanti imprenditori di piccole e medie imprese che han preso il largo per paesi anche limitrofi come Svizzera, Croazia, Slovenia, etc… Con il livello non solo di tassazione da pizzo, ma anche di vessazione burocratica e psicologica cui sono sottoposti, i tanti che han preso il largo avevano come altra opzione una più o meno lenta agonia.
C’è anche chi non se n’è andato ed ha perso tutto e con esso l’Italia ha perso patrimoni esperienziali più che meramente materiali.
Sarebbero da considerare altri dati, quelli riferiti alle menti che se ne sono già andate e a quelle che sono in procinto di andarsene. Questi sono i dati peggiori.
Alla fine della seconda guerra mondiale, il paese era distrutto, molti erano morti, ma di menti ce n’erano ancora e quelle hanno permesso all’Italia di riprendersi.
Purtroppo le decisioni sono state già prese, altrove. L’Italia diverrà un paese cuscinetto verso il nord Africa, fornitore di manodopera a bassissimo costo, buono per essere trasformato in reti di resort per stranieri. Già ora pezzi di Italia, tombini compresi, sono di proprietà di gruppi stranieri.
E gli italiani?
Vedrete appena verrà meno il Servizio Sanitario Nazionale di cui tanto ci si lamenenta, ma che resta il migliore al mondo, per il momento. Ridotta di numero, la maggioranza verrà relegata in aree urbane trasformate in favelas.
Questo paese potrebbe aspirare ad un futuro migliore se vi fosse senso di identificazione del suo popolo alla patria, senso civico e rispetto del lavoro altrui. Purtroppo, tanto han fatto per distruggere quel poco che c’era rimasto di identità nazionale che l’unico senso di appartenenza è alla squadra di calcio.
P.S.
"Italia, popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e …", tutto insieme. Vero!
La maggioranza tanto presa a saperne di più del lavoro altrui che non è in grado di fare il proprio, che la minoranza risponde con un "Ma va a cagher!"
La maggioranza si merita quello che accadrà.
dal 1996 (quando ci siamo agganciati al marco) e poi dal 2001 (entrata nell’Euro) l’Italia ha adottato una moneta non sua (ma quelle della germania) troppo forte per le nostre esportazioni (*), in più ha perso la sovranità monetaria, quindi la capacità di attuare politiche economiche espansive nel caso fosse investita da una crisi. Nel 2008 ci ha investito la crisi dei subprime americana e noi non abbiamo potuto fare niente se non metterci nelle mani dei banchieri (Draghi e Monti) chiedendogli in ginocchio di aiutarci (in cambio di lacrime e sangue del popolo italiano). Ringraziate Prodi e Ciampi e se avete votato PD (quello che poi ha invocato Monti per "salvarci") sentitevi bene in colpa.
(*)http://se2.cdn.fluidworks.it/wp-content/uploads/2014/01/Produzioneind.png
pare che lo spazio necessario a fornire le giuste risorse ad una coppia di aquile reali sia 100kmq.in casi estremamente ,per loro,favorevoli ne basterebbero 40/50.per la specie homo sapiens il dibattito è aperto.per gli ottimisti il problema neanche si pone,per gli altri siamo già alla frutta.le risorse per l’uomo sono finite o infinite?il vecchio concetto nazista di lebensraum aveva si o no qualche fondamento?mettendoci daccordo sulle premesse del contendere forse potremmo addivenire ad una soluzione condivisa sulla gestione dell’economia che non porti all’estinzione dell’umanita.
Il Grafico in questione è dovuto al meccanismo a cambi fissi chiamato EURO e alle regole imposte da Bruxelles .
Se mettessimo a paragone lo stesso grafico della Germania vedremmo chiaramente dove la produzione industriale italiana è andata a finire .
Non c’è modo di adattarsi a un genocidio economico .
Prima o poi sfocia sempre in un genocidio sociale .
In ultima istanza in un genocidio fisico ( dovuto alla battaglia per le risorse base per la sussistenza ) .
L’economia, l’occupazione, il P.I.L, il mercato immobiliare, i risparmi delle famiglie, i prezzi al consumo, ecc ecc ecc ……..Chissà perché "decresce" tutto, tranne la mia pancia.
Malgrado la dieta, la ginnastica, i sollevamenti pesi, le passeggiate da 10 chilometri al giorno, quella non mi decresce mai.
Volevo dimagrire e sono solo riuscito a diventare un ciccione muscoloso.
e dovremmo anche smetterla di chiamarla crisi…. sennò facciamo il loro
gioco… le etichette sono importanti!
Come è possibile pensare ala decrescita senza mettere in discussione il sistema di produzione capitalista e la legge del profitto è utopia allo stato puro : cosa non si fa per aggirare il vero ostacolo!
Crisi creata per distruggere i nostri diritti le nostre identità il nostro futuro per creare una razza di schiavi pezzenti disposti a tutto per un pezzo di pane. Il bello o o il brutto e che ci stanno riuscendo
D’accordo. Ma (e non certo per difendere l’indifendibile PD … ) tutto era cominciato ancor prima. Con il divorzio tra Banca Italia e Tesoro…
A chi fosse sfuggito, l’articolo di CounterPuch citato nella pagina del blog di Bardi, era apparso tradotto su CdC …
A me quello che ha più impressionato invece non è il grafico ma il commento dell’utente Beppe sul blog di Ugobardi, lo riporto se non lo aveste letto:
Caro Prof.re
complimenti per il livello del suo blog, l’unico in
Italia a comparare il fattore di crescita economico e industriale alla
primaria fonte che regola un sistema chiuso, ovvero l’energia (in questo
caso chimica legata alla combustione del petrolio).
Come lei saprà
meglio di me, esistono varie forme di energia oltre a quella prodotta
dalla combustione e il nostro pianetino è del tutto simile a un sistema
euleriano in cui vi sono enne componenti e il divenire di ogni singola
particella (individuo) è regolato da leggi molto simili ai principi
della termodinamica.
Chi governa l’economia si è reso conto da tempo che la termodinamica è applicabile anche all’economia,
ad esempio
Q+L = I+Ec+Eg+…
in termodinamica
Q=è il calore fornito al sistema => in economia è la disponibilità di energia elettrica, materie prime, know
L= è il lavoro sul sistema=> in economia il lavoro che ogni singola persona è in grado di dare al sistema
I = è l’entalpia => in economia la ricchezza prodotta e disponibile
Ec= è l’energia cinetica => la crescita numerica della popolazione
Eg= è l’energia gravitazionale (potenziale) => il livello di sviluppo
..etc
Come vale il Primo principio, vale anche il Secondo:
TdS= dQ+dLw
T= è la temperatura disponibile => in economia la disponibilità di moneta (la liquidità tot immessa nel sistema)
dS= è l’entropia => il disordine sociale
dQ= è la variazione di energia sul sistema=> se aumenta l’energia aumenta la ricchezza reale
dLw= è la variazione del lavoro legato agli attriti => conflitti sociali, guerre..
Se
considera l’andamento delle borse come un pistone sa che in un motore
esiste un punto morto superiore e un punto morto inferiore, in Economia
sono i picchi di minimo e di massimo,
sa che per funzionare la
camera ha bisogno di carburante e che il carburante per trasformarsi in
energia ha bisogno di un comburente e di una scintilla.
il carburante=> è la liquidità,
il comburente=> sono le persone
la scintilla=> è la crisi.
Esistono
varie forme per immettere liquidità: creare moneta Qe, Ltro,
Derivati,equity, Mutui a soggetti non affidabili (subprime)..etc
I
cicli economici sono controllati e durano in media tra i 7 anni e i 10
anni, hanno bisogno però di scintille perchè il motore economico possa
funzionare.
Le posso fare 2 esempi che sono palesi a tutti 11
settembre 2001 (torri gemelle) -15 settembre 2008 (fallimento
Lehman)..potrebbe credere che questo valga solo per il dopo 2000, ma
posso presentarle altri casi= 1911,1929,1939,1950(inizio guerra fredda
con la guerra di Corea),1960 (Vietnam)..etc
Poco prima della
scintilla si immette liquidità in massa, possiamo ricordarci nel 2001 la
liquidità immessa con il boom informatico, nel 2007 con derivati e
subprime, a fine 2013 con i vari Qe, Giappone, Usa e ora Europa.
Il
tempo di immissione liquidità può durare in media da 1 a 3 anni, ad
esempio crisi del 2007, si può vedere in Cina che la creazione della
bolla è durata 8 mesi, mentre in America 24 mesi.
Oggi siamo in
piena immissione di liquidità tramite politiche di alleggerimento e di
Ltrlo, in Asia sono in creazione bolla da luglio 2013, circa 13 mesi, in
America da Aprile 2012, circa 29 mesi, In Europa da maggio 2014
direttamente, indirettamente da fine del 2012.
Maggiore è la
liquidità immessa, maggiore è il comburente necessario per la
combustione, maggiore è il livello di energia (generata e consumata dal
sistema), maggiore è il livello di entropia generato, maggiore è il
disordine e conflitto.
Il problema per noi singoli individui è
che ogni esplosione, influisce sui fattori del primo principio, alcuni
aumentano e altri diminuiscono.
Chi detiene i fili
dell’economia, sa benissimo che esiste anche il terzo principio e che
perché il sistema continui a funzionare si deve avere un’espansione del
volume.
ALLORA, QUAL E’ IL FINE ULTIMO.