I SOPRAVISSUTI DEL ‘LIBERTY’ NON POTRANNO MAI DIMENTICARE”.
DI DAVID ROSSIE
Non ci saranno bande musicali ad accoglierli, e nemmeno parate militari con i soliti discorsi presidenziali in onore dei loro sacrifici. No. Ma non è che non se li sarebbero meritati. Tutto il contrario. Sono i superstiti di una delle navi più decorate d’America.
Si tratta di un equipaggio che nel 1967, dopo una tremenda giornata, si è guadagnata due Croci della Marina, 11 stelle d’argento, 20 stelle di bronzo, e 204 Purple Hearts (letteralmente: Cuori rossi, cioè un riconoscimento a chi è stato ferito in combattimento. NdT). Su 294 uomini di equipaggio c’è stata una percentuale di morti e feriti del 70 per cento, Il comandante ha ricevuto anche la Medaglia d’Onore.
Sono gli uomini della nave americana USS Liberty. Se non se ne è mai parlato, sia degli uomini che della nave, e del loro incontro con la morte, è perché lo hanno fatto apposta. Lo ha fatto apposta il loro governo.
Nel 1967 la Liberty era la nave-spia più sofisticata di tutta la flotta americana. L’otto giugno, durante la guerra dei sei giorni fra Israele e i suoi vicini arabi, la Liberty si trovava nel Mediterraneo in acque internazionali, al largo della costa del Sinai, quando fu attaccata senza alcun preavviso da aerei e siluranti israeliani.
L’attacco contro la nave provvista di armamento leggero, fu condotto con colpi di cannone, razzi, mitragliatrici e napalm da parte degli aerei, e con siluri, che la colpirono a metà scafo, da parte delle navi. Quando furono calate le scialuppe di salvataggio, sia per soccorrere i caduti in mare sia per prepararsi ad abbandonare la nave, qualora fosse stato necessario, le mitragliatrici delle siluranti colpirono sia le imbarcazioni che gli uomini.
L’attacco si protrasse per un paio d’ore. Nel frattempo, malgrado i tentativi di disturbo radio da parte degli israeliani, la Liberty era riuscita ad avvertire la propria flotta, e le portaerei Saratoga e America lanciarono i loro aerei in soccorso della nave in difficoltà. Ma i soccorsi non arrivarono mai. Perché gli aerei furono richiamati indietro direttamente dalla Casa Bianca.
Non appena gli israeliani si accorsero che l’attacco era stato comunicato agli altri e che la nave non era colata a picco, con uno degli atti più ipocriti di tutte le guerre, mandarono in aiuto un elicottero che gli americani rifiutarono.
Alla fine la Liberty riuscì da sola ad arrivare a un porto neutrale, con 34 caduti e 171 feriti, compreso il comandante William McGonagle.
L’azione degli israeliani era inconcepibile ma aveva le sue motivazioni. Hanno pensato che la nave potesse trasmettere i messaggi radio del traffico aereo israeliano agli egiziani. Temevano inoltre che potessero essere svelate le loro intenzioni di impadronirsi delle alture del Golan. Così si sono creduti in diritto di attaccare un alleato che li ha sempre sostenuti politicamente e finanziariamente sin dalla loro nascita e che continuava a farlo.
E’ degno di menzione il fatto che alcuni piloti israeliani, sapendo che si trattava di attaccare una nave americana, si sono rifiutati di compiere la missione.
Il comportamento americano, durante e dopo l’attacco, è stato ancora più inconcepibile. Il ritorno degli aerei americani sul ponte delle loro navi, dopo che erano stati richiamati indietro dalla loro missione di soccorso alla Liberty, segnò la prima volta nella storia navale degli USA che una missione veniva annullata mentre una nave americana era sotto attacco.
All’equipaggio fu ordinato di mantenere il segreto su quanto accaduto, con la minaccia della corte marziale e della prigione per chi avesse parlato. Non furono mai chiamati a testimoniare davanti a una commissione d’inchiesta della Marina, né il Congresso si preoccupò di aprire un indagine o altro sull’episodio.
Il Comandante McGonagle si meritò una Medaglia d’Onore per il suo eroico comportamento nel salvataggio della nave, però non fu il Presidente Johnson a conferirgliela, come era d’uso, ma se ne incaricò il Segretario della Marina con una cerimonia quasi clandestina che si tenne a Washington.
Israele indennizzò tutti i superstiti e i parenti dei caduti, con il denaro che gli era stato dato dagli Stati Uniti.
Cos’ anche quest’anno, come tutti gli anni dal 1982, i veterani della Liberty si raduneranno per ricordare il giorno più memorabile della loro vita, un giorno che i rappresentanti di Washington vorrebbero dimenticare al più presto.
David Rossie
Fonte: http://www.commondreams.org/
09/06/2005