Un documento Ue del 2017: “Lo scontro tra la Russia e l’Occidente avverrà a causa dell’Ucraina”

L'Unione Europea e l'Agenda 2030: la situazione geopolitica attuale rientra nelle previsioni? Uno studio di cinque anni fa firmato dal European Strategy and Policy Analysis System prefigurava quegli scenari che adesso stanno diventando realtà

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Di Lorenzo Maria Pacini, ComeDonChisciotte.org

L’analisi degli eventi geopolitici non può esimere dal considerare se e quanto le forze in gioco avessero già considerato l’eventualità del conflitto. Chi è avvezzo alle scienze politiche sa bene che le decisioni politiche non sono il frutto di umori variabili – o non solo – ma di attenti calcoli, previsioni, progettazioni. La politica si fa sempre sulle lunghe distanze, sia di spazio che di tempo. Nell’attuale scenario appare con una certa evidenza come l’Europa sia la grande sacrificata fra le potenze in gioco: da una parte la Federazione Russa, con gli altri alleati del mondo multipolare che intervengo da Oriente e Sud (non dimentichiamoci che oltre alla Cina anche l’Iran, l’India, la maggioranza dei Paesi africani e il Sudamerica si sono posti in contraddizione con l’egemonia del blocco dell’Atlantico), dall’altra la NATO, capeggiata dagli Stati Uniti e accompagnata dalla nutrita schiera di Paesi lacchè degli interessi d’oltreoceano.

La macroforza politica del nostro continente, ovvero l’Unione Europea, nata come protesi coloniale dell’impero americano, già nel 2017 aveva discusso dei possibili scenari geopolitici che si sarebbero venuti a creare a seguito di un inasprimento dei rapporti con la Russia.

E, guarda caso, l’impostazione dei documenti della UE non riguardava soltanto i dettagli geopolitici, economici e strategici, ma mostrava chiaramente lo scontro fra civiltà, per citare Samuel Huntington, che vede da un lato il blocco del globalismo liberale e dall’altro quello della Tradizione. Il documento in questione, intitolato 2030. Tendenze globali fino al 2030: l’UE sarà in grado di affrontare le sfide future?, firmato dal European Strategy and Policy Analysis System, fa riferimento non casualmente alla Agenda 2030, redatta dall’ONU e recepita dagli Stati membri, particolarmente al centro delle strategie di Great Reset dell’Unione Europea.

Nel testo si legge:

«Per quel che riguarda l’Ucraina, il conflitto interno e la diatriba tra Russia e Occidente sembrano destinati a proseguire. Il modello di attività della Russia sembra dimostrare la sua determinazione nel voler utilizzare le proprie leve del potere affinché l’Ucraina rimanga stabilmente nella sfera di influenza russa. La Russia potrebbe continuare a esercitare pressioni sull’Unione europea e rendere i rapporti ancora più febbrili ribadendo il suo diritto a “proteggere” le minoranze russe all’interno della regione, compresi gli Stati baltici dell’Unione europea. Ciò potrebbe anche avere un impatto sulla coesione della stessa Unione europea, così come la percezione che le richieste di maggiore solidarietà da parte dell’Unione europea non sono state soddisfatte minerebbe sia la fiducia di alcuni Stati membri sia la percezione esterna della volontà collettiva dell’Unione europea» (1)

L’Ucraina viene considerata per la sua posizione strategica non tanto nei confronti della Russia, quanto per il conflitto fra la Russia e l’Occidente, nella dimensione ideologica della battaglia in corso. L’Unione Europea verrebbe, spiega il documento, messa a repentaglio nella sua coesione e nella percezione esterna. Il problema è quindi relativo al potere che la Russia avrebbe sui Paesi europei a livello identitario e di indirizzo politico. Una previsione non errata che si sta mostrando in tutta la sua correttezza proprio in questi giorni: dopo che la NATO ha richiesto all’UE di muoversi con sanzioni e armamenti contro la Russia, c’è stato prima un rapido moto di obbedienza agli ordini, poi una ritirata strategica da parte dei Paesi chiave come Germania e Francia. Unica nazione in perfetta linea con Washington è l’Italia, che d’altronde più delle altre soffre la presenza delle basi militari statunitensi ed è la base missilistica e radiografica americana nel Mediterraneo.

Ma non finisce qui, perché l’Unione aveva previsto anche i problemi energetici. Si legge infatti:

«Non è possibile escludere interruzioni di gas durante i prossimi inverni. La cooperazione commerciale ed economica potrebbe continuare a sgretolarsi, mentre sia Russia sia Unione europea cercherebbero clienti alternativi per i loro beni, aumentando di conseguenza la loro separazione strutturale. Inoltre, la Russia cercherà di difendere, e se possibile di incrementare, la propria tradizionale influenza nei Balcani. Questa crisi potrebbe quindi segnare l’inizio di una nuova era geopolitica che vede una Russia meno cooperativa in materia di questioni mondiali e un riallineamento delle potenze emergenti. La Russia ha già adottato alcune misure per rafforzare le relazioni con la Cina, ad esempio fornendo energia a condizioni agevolate. Il recente accordo per istituire una banca di sviluppo dei BRICS, con 100 miliardi di dollari USA di finanziamenti e un paniere di valuta di riserva del valore di altri 100 miliardi di dollari USA, indica una sfida che incombe sulle esistenti istituzioni «occidentali» quali il FMI e la Banca mondiale. Lo scontro tra Russia e Occidente probabilmente aumenterà anche l’esistente divario di governance internazionale tra la portata delle sfide globali e la capacità di concordare le risposte di collaborazione necessarie» (2)

Se è vero che nelle scienze politiche niente viene fatto e detto a caso, possiamo serenamente dedurre che la programmazione in conformità con i diktat di ONU e WEF fosse già parte delle analisi strategiche della governance europea. E non è casuale nemmeno il grande sacrificio che è stato imposto all’Europa da parte degli USA proprio in materia di risorse primarie. Gli Stati Uniti hanno dichiarati interessi a mantenere il controllo che hanno da quasi un secolo sul Vecchio Continente, così come hanno un bruciante desiderio di proseguire nell’espansione ad Est per attaccare la Russia (non dimentichiamoci che la NATO nacque, nel 1949, come dichiaratamente anti-russa). Molti Paesi europei negli scorsi anni hanno probabilmente ecceduto nel profilare una certa indipendenza da Lady USA, anche tramite gli accordi geoeconomici verso l’Oriente e una leadership diplomatica realista e più attenta alla tutela degli investimenti pro bono suum.

Non c’è dunque da stupirsi se l’Europa è adesso la vittima sacrificale degli interessi esteri, ancora una volta e con maggior sofferenza. D’altronde, per consentire una formattazione mondiale è necessario destabilizzare ed orientare attentamente tutti gli equilibri sussistenti, ed Agenda 2030 questo lo ricorda molto bene sin dalle prime righe di presentazione dove, nella sezione introduttiva Trasformare il mondo, specifica che

Nell’intraprendere questo grande viaggio collettivo, promettiamo che nessuno verrà lasciato indietro (3)

Un documento Ue del 2017: "Lo scontro tra la Russia e l'Occidente avverrà a causa dell'Ucraina"

Viene da domandarsi se con tutte le previsioni già compiute, fosse stato possibile evitare la stretta economica che stiamo vivendo. La risposta è già contenuta nella domanda: proprio perché si tratta di programmi già in buona parte stabiliti e in linea con gli obiettivi, è chiaro che non vi fosse, né vi sia adesso, alcuna volontà di redenzione dell’Europa da parte dei governanti, i cui interessi vengono costantemente fatti sulla pelle della gente. Non tutti gli eventi sono coincidenze della Storia.

La possibilità di riscatto per i popoli europei passa attraverso la comprensione della dimensione ideologica e metafisica di questa battaglia, in quel timore che l’Unione Europea vedeva come rischio di rottura dei propri schemi e pericoloso per i traguardi prefissati. Lo scontro fra civiltà è la vera battaglia ed è lì che siamo chiamati a compiere una scelta.

Di Lorenzo Maria Pacini, ComeDonChisciotte.org

Lorenzo Maria Pacini – Direttore Editoriale di Idee&Azione. Professore di Filosofia e Sociologia presso UniDolomiti di Belluno, Accademia San Pietro di Pavia, Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (CH) – Istituto di Neuroscienze Dinamiche Erich Fromm

17.03.2022

NOTE

(1) = 2030. Tendenze globali fino al 2030: l’UE sarà in grado di affrontare le sfide future?, European Strategy and Policy Analysis System (2017), p.70 – https://espas.eu/files/generated/document/en/espas-report-2015it.pdf

(2) = Ibidem, p.70/71

(3) = Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale ONU, 25.09. 2015: Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, A/RES/70/1,  p.3/35 – https://unric.org/it/wp-content/uploads/sites/3/2019/11/Agenda-2030-Onu-italia.pdf

PER APPROFONDIRE

2030. Tendenze globali fino al 2030: l’UE sarà in grado di affrontare le sfide future?, European Strategy and Policy Analysis System (2017) – PDF

Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (2015) – PDF

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

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