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La Redazione

 

Un crollo poco graduale per l’impero

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A cura di Truman
Il 16 Settembre 2005
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di Carolyn Baker.

01/09/2005. “ICH” — — Si comincia a pensare che la “Lunga emergenza”, come è stata magnificamente chiamata da James Howard Kunstler, non sarà poi così tanto lunga. Proprio sotto i nostri occhi, nelle ultime 72 ore, si sono svolte le catastrofiche manifestazioni abbinate sia del “Picco del petrolio” che dell’effetto serra. I progressisti se la prendono con i conservatori perché ignorano la realtà del riscaldamento terrestre, gli scettici di tutto lo spettro politico accusano i sostenitori del “Picco del petrolio” di farsi ingannare dagli industriali del petrolio. Purtroppo la natura stessa sta provando, in modo tragico, l’assurdità delle nostre contrapposizioni dimostrando senza equivoci che non ci possiamo più permettere il lusso di perdere tempo in puerili discussioni accademiche come se fossimo studenti che dibattono argomenti scolastici. Questo articolo non ha bisogno di dimostrare la realtà né del “Picco del petrolio” né del riscaldamento terrestre. E’ la natura stessa che si sta incaricando di dimostrarlo.

Infatti ci troviamo di fronte a un momento di svolta della storia nel quale tutti i problemi dell’umanità impallidiscono di fronte al tema della sopravvivenza dell’umanità stessa e del suo ecosistema.Mentre i sostenitori consapevoli della lotta all’impero, come Cindy Sheehan e Hugo Chavez devono prendere posizione nel modo migliore in cui si sentono obbligati, tutti dobbiamo affrontare la realtà che gli imperi non smettono all’improvviso di conquistare le altre nazioni, che i presidenti non guidano i loro paesi, e che, anche se lo facessero, in America non esistono più elezioni pulite. Ormai sono i pazzi che hanno preso la direzione del manicomio, disposti a qualsiasi cosa pur di conquistare l’ultima goccia di petrolio del pianeta, di mantenere il potere e quello delle cosche industrial-finanziarie che li hanno messi in quel posto, di dominare la terra anche a prezzo di distruggerla. Basta nominare un qualsiasi problema, escluso l’olocausto nucleare, e confrontarlo con gli effetti convergenti del riscaldamento terrestre e del “Picco del petrolio”. Tutte le disgrazie della terra, in questo momento storico, alla fine si intersecano con il tragico sovrapporsi di queste due realtà.

Sono gli psicopatici che governano il mondo. Sono ormai quaranta anni che trascurano la verità per quanto riguarda i rifornimenti di petrolio, e grazie alla loro infinita avidità siamo arrivati al punto di non poter evitare una crisi energetica mondiale. Ormai non si fa più in tempo a combinare tecnologia e materiali per costruire, collaudare e mettere in opera qualcosa che ci aiuti ad evitare la crisi. Ormai, di fronte all’irrefrenabile collasso energetico, dei pazzi come Schwarznegger pongono il veto a misure di utilizzo dell’energia solare nel più popoloso stato dell’America. Però spesso gli psicotici sono anche suicidi, o per lo meno hanno un piano per eliminare tutti quelli che non sono pazzi come loro. Non esistono progetti tanto bizzarri o selvaggi che non intendono considerare.
Anzi la catastrofe di Katrina può essere una creazione del programma HAARP del Pentagono, un’arma di distruzione di massa capace di destabilizzare il clima e l’ecologia di intere regioni della terra. Se la devastazione della Golfo è stata una tale creazione, che occasione ghiotta per lucrare sul prezzo del petrolio in quattro e quattro otto. Si tratta di un’ipotesi che gli avversari del “Picco del petrolio” possono prendere in considerazione dal momento che secondo loro nel pianeta c’è abbondanza di petrolio, e che il gigantesco balzo dei prezzi non ha niente a che fare con il Picco del petrolio ma invece con l’abietta avidità dell’industria petrolifera.

Per qualche tempo ho cercato di approfondire il fenomeno del “Picco del petrolio” , in particolare studiando gli scritti dei geologi non al servizio delle industrie petrolifere. Dopo trenta anni dalla coniazione del termine la realtà di un catastrofico esaurimento del petrolio, causato dalle modalità di consumo sia degli USA che della Cina, è l’incombente e irrefutabile certezza il cui prezzo sta per esserci presentato. Le compagnie petrolifere stanno cercando di succhiare fin l’ultimo centesimo prima che la loro fonte si esaurisca? La maggior parte di loro certamente si. Ciò non nega il fatto che nessuna nazione si può permettere di fare ciò che gli USA hanno fatto dopo la seconda guerra mondiale con gli attuali approvvigionamenti che sono diventati sempre meno abbondanti e sempre più costosi nel corso degli ultimi cinquanta anni. Se a ciò aggiungiamo anche il problema del riscaldamento terrestre con il conseguente cambiamento del clima, allora l’unico risultato è un cataclisma energetico.

Ma il quadro principale, ovviamente, è rappresentato da quello che ci riserva il “Picco del petrolio” con le sue conseguenze su tutte le economie. Al momento non sembra che queste conseguenze si muovano lentamente. L’uragano Katrina ha innescato una serie di reazioni a catena che possono portare a un 11 settembre economico e, quasi sicuramente, all’inizio della fine dell’impero americano. Secondo Catherine Austin Fitts (www.solari.com) l’abbandono dell’impero poteva avvenire lentamente, come un “fuoco lento”, oppure all’improvviso con l’effetto domino da un settore economico all’altro, con conseguenze economiche virulente attraverso la nazione e il mondo. Una tessera fondamentale che sta per crollare è il mercato immobiliare, una bolla che sta per scoppiare da un momento all’altro. Poi un inverno lungo, freddo con i prezzi dei combustibili sempre più cari può benissimo provocare una valanga di cadute. Qualunque cosa dobbiamo rassegnarci all’idea che il regime americano non cambierà e riconoscere che gli eventi mondiali e nazionali sono guidati dalla pazzia.

Per me questo significa mettere in ordine le mie priorità personali e politiche. Il collasso economico e la devastazione del “Picco del petrolio” mi obbligano a preparare me stesso e la mia comunità nel migliore dei modi possibili ad affrontare la navigazione nel mare tempestoso del futuro. Per alcuni questo può significare la coabitazione, l’istituzione di comunità , o l’adozione di altre forme di condivisione delle attrezzature di casa, comunque, in ogni caso, si tratta sempre di “ridurre l’uso dell’energia” (vedi Power down, di Richard Heinberg http://www.museletter.com) . Per i problemi specifici sulle conseguenze del “Picco” si veda il sito di Matt Savinar http://www.lifeafteroilcrash.net, fare click su “Preparations”). E’ istruttiva la serie di articoli, in tre parti, di Dimitri Orlov su come sopravvivere al collasso dell’Unione Sovietica http://www.fromthewilderness.com/free/ww3/060105_soviet_lessons.html.

Comunque bisogna continuare a protestare per le guerre in Afganistan e in Irak. Bisogna urlare forte che non si tratta di altro che del saccheggio del petrolio fondato su bugie vergognose. Nessuno di noi era preparato all’11 settembre 2001, ma proprio come la “mappa” degli eventi mondiali è cambiata per sempre, gli storici futuri annoteranno che gli USA sono entrati nell’era post-carbone durante l’ultima settimana di agosto 2005. Come ha scritto questa settimana Mike Ruppert sul suo sito: http://www.fromthewilderness.com/:

L’arrivo di Katrina il 9 agosto 2005 può benissimo essere ricordato come la data dell’inizio del crollo dell’impero americano. Potrà anche essere ricordata dalle future generazioni come il giorno in cui la Madre Terra ha dichiarato guerra totale alla razza umana.

Fonte: information clearing house
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article10053.htm

Traduzione di Vichi per Comedonchisciotte.org

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