DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
blogs.telegraph.co.uk
La trama si infittisce alla Corte costituzionale tedesca, organismo con potere di vita o di morte sull’unione monetaria europea.
Contrariamente a quanto si crede, i professori tedeschi euroscettici non hanno abbandonato i loro sforzi legali per bloccare il salvataggio europeo delle banche esposte al debito greco, e dal 7 maggio al debito di Spagna, Portogallo, e Irlanda.
Se dovessero riuscire, la zona euro rischia la disintegrazione in pochi giorni, forse ore. Non penso che gli investitori di New York, Londra, Tokyo, Pechino, o anche Francoforte se ne rendano conto.
Ci sono quattro casi presso la Corte – o Verfassungsgerichtshof – in cui si sostiene che tali discussi salvataggi bancari violino diverse clausole del trattato UE, e quindi anche la Legge Fondamentale della Germania.
Un quintetto di professori – Wilhelm Hankel, Wilhelm Nölling, Joachim Starbatty, Karl Albrecht Schachtschneider, e Dieter Spethmann (ex amministratore delegato della Thyssen) – hanno appena esteso la loro denuncia sul salvataggio bancario della Grecia, per includervi i nuovi 440 miliardi di € di prestiti, che violano il diritto comunitario.
La denuncia riguarda anche l’acquisto di massa da parte della Banca centrale europea dei bonds greci, spagnoli, portoghesi e irlandesi, da banche private. Ciò che permette agli investitori che hanno acquistato questi titoli durante la bolla del credito allo scopo di massimizzare il profitto – così come a coloro che hanno acquistato CDO subprime degli Stati Uniti per avere alti rendimenti – di riversare le conseguenze dei loro errori di valutazione sulle spalle dei contribuenti (gli hedge funds erano già “long” sul debito Club Med, naturalmente, quando la BCE è intervenuta, in modo da realizzare un guadagno speculativo a spese dei contribuenti).
E’ stato ampiamente riportato dalla stampa tedesca – che dovrebbe essere più informata – che la Corte ha respinto la causa dei professori. Questo è falso. E’ stata respinta la loro richiesta di un provvedimento immediato che bloccasse i trasferimenti verso la Grecia (per il fatto che una tale mossa sarebbe stata troppo pericolosa). Ma il caso è ancora pendente.
Nel loro ultimo esposto i professori hanno detto che il fondo europeo “in tutta evidenza” viola la clausola di non-salvataggio del Trattato di Lisbona.
Hanno ripreso i commenti del ministro francese in Europa Pierre Lelouche, il quale ha ammesso, dopo il summit del 7 maggio, che i leader UE avevano effettuato un colpo di stato incostituzionale. “E ‘espressamente vietato dai trattati nella famosa clausola no-bailout. De facto, abbiamo cambiato il trattato” ha detto.
Il quintetto ha affermato che il metodo utilizzato per imporre al Bundestag il salvataggio UE è una minaccia “golpista” per la democrazia tedesca. “Questo percorso sta portando la Germania alla rovina”, hanno detto al Frankfurter Allgemeine.
I cittadini non sono stati informati su come è stato creato il fondo di stabilità di 440 miliardi di €. La natura opaca dei negoziati a Bruxelles non ha fatto chiarezza su chi era alla guida di questa politica, ed esattamente per quale scopo. Un SIV (veicolo di investimento strutturato), era stato creato a Lussemburgo per raccogliere denaro e gestire il fondo. “Eppure, quando il Bundestag ha adottato questo progetto di aiuto non un singolo membro del parlamento sapeva su cosa stava votando.”
“Il Cancelliere Merkel ha obbligato il Presidente a firmare questa legge d’emergenza in poche ore. E il Presidente non era in grado di esaminarne la costituzionalità, come è suo dovere fare. Nessun governo dovrebbe mai trattare un capo di Stato in questo modo, e tra l’altro su una questione di tale importanza esistenziale”.
Il gruppo ha detto che l’erosione delle finanze dello Stato tedesco “colpisce la base costituzionale del nostro Stato e della nostra società”. Essa è in contraddizione con il vero spirito d’Europa, con le sue radici e culture diverse, e “gioca con il futuro dei nostri figli e nipoti”.
“Combattere su questo non significa ritornare a un nazionalismo obsoleto. Come cittadini abbiamo il diritto di chiedere che il nostro governo si attenga al suo giuramento di proteggere dalle minacce la nazione tedesca”.
Essi sostengono che il “mancato bailout” non fa nulla per ridurre il debito dei paesi che ricevono gli aiuti. L’intero gioco è stato progettato per i creditori. “I fondi per la Grecia sono chiaramente dei trasferimenti finanziari, in quanto tutti sanno che la Grecia non può rimborsare i suoi debiti.” Stando ai conti dello stesso FMI, il debito pubblico della Grecia passerà dal 120% a 150% entro il 2014. “Questa è follia economica”, ha detto il prof Nölling.
Nel frattempo il Centro per la politica europea a Friburgo – un think tank di libero mercato – è entrato nella mischia con una relazione in cui si sostiene che l’uso di 60 miliardi di € di fondi dell’UE ai sensi dell’articolo 122 del trattato di Lisbona, per sostenere il pacchetto di salvataggio, è illegale (L’art. 122 del Trattato di Lisbona ammette aiuti per un paese membro a causa di catastrofi naturali e altre circostanze “straordinarie”, n.d.t.) . Si tratta di una nuova svolta, e appare incontestabile.
Ecco il link in lingua tedesca: http://www.cep.eu/startseite/
“E’ una totale violazione del nostro diritto costituzionale, e di fronte a un caso che gli venga sottoposto i giudici del tribunale dovranno ammetterlo, anche se temono le conseguenze economiche”, ha detto l’autore, il dottor Thiemo Jeck.
La clausola di non salvataggio dell’ articolo 125 dice:
“L’Unione non risponde né si fa carico degli impegni assunti dalle amministrazioni statali, dagli enti regionali, locali, o altri enti pubblici, da altri organismi di diritto pubblico o da imprese pubbliche di qualsiasi Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto economico specifico. Gli Stati membri non sono responsabili né subentrano agli impegni dell’amministrazione statale, degli enti regionali, locali o degli altri enti pubblici, di altri organismi di diritto pubblico o di imprese pubbliche di un altro Stato membro, fatte salve le garanzie finanziarie reciproche per la realizzazione in comune di un progetto specifico.”
Questo non necessariamente vieta agli Stati europei di unirsi volontariamente per salvare un paese in difficoltà. Tuttavia, un altro discorso è utilizzare i fondi UE a tale scopo, anche se ciò è possibile laddove “uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo” (art 122).
La Grecia si è trovata nei guai per ragioni “al di là del suo controllo”? Ovviamente no.
Il politico bavarese Peter Gauweiler sta progettando di sollevare un caso speciale alla Verfassungsgerichtshof per includere questi ultimi argomenti.
Non ho idea di come la Corte risponderà a tutte queste questioni, ma coloro che affermano con sicurezza che i giudici rigetteranno il tutto, non lo sanno nemmeno loro.
Questa è la Corte che ha messo i brividi alle istituzioni dell’Unione con la sua sentenza sul Trattato di Lisbona nel giugno 2009. I giudici hanno ammonito severamente la Corte di giustizia europea, organo che scandalosamente e ripetutamente sosteneva di avere suprema giurisdizione sul diritto nazionale.
La Corte di giustizia non ha tale potere. Essa lo afferma falsamente. L’UE è una Organizzazione nata da Trattati di Stati sovrani. Gli stati recepiscono le norme UE (non leggi) nel loro diritto nazionale.
Il Verfassungsgerichtshof ha dichiarato che gli stati sono “sovrani sui Trattati” e non viceversa. Hanno detto che i parlamenti nazionali sono l’unico forum legittimo della democrazia, e che il Parlamento europeo è intrinsecamente antidemocratico. Questo è corretto.
La Corte costruisce una linea di difesa contro ogni eventuale possibile violazione della sovranità tedesca, affermando che alcune materie “devono rimanere per sempre sotto il controllo tedesco” – tra cui, ovviamente, la politica fiscale.
In un certo senso, la Verfassungsericht è diventata il difensore della democrazia e delle libertà per tutta l’Unione europea, (mentre altri giudici nazionali sono in gran parte codardi, tranne la Corte Suprema d’Irlanda), poiché la Corte di giustizia hegeliana ha dimostrato in una serie di casi chiave che non ha alcun rispetto dei diritti umani e funge da semplice scagnozzo del potere autoritario della macchina dell’esecutivo UE. Come tale, la Corte di giustizia europea è un’organizzazione pericolosa.
La mia ipotesi è che il Verfassungsgerichtshof girerà intorno a queste questioni per un po’, sperando che la crisi passi. La crisi non passerà perché la divisione Nord-Sud dell’UEM è inerente al sistema e non può essere colmata.
Ad un certo punto la Corte si troverà costretta a giudicare. Si può ben ritenere che ci siano elementi di incostituzionalità nel pacchetto di salvataggio – anche se non in tutto – tali da ordinare a Berlino di ricominciare daccapo.
Se ciò accade, sarebbe meglio non avere in portafoglio obbligazioni Club Med o valute (al plurale).
Versione originale:
Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: http://blogs.telegraph.co.uk
Link: http://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100006843/legal-noose-tightens-on-europes-monetary-union/
8.07.2010
Versione italiana:
Fonte: www.stampalibera.com
Link: http://www.stampalibera.com/?p=13812
9.07.2010