DI ANDREA CARANCINI
Civium libertas
Conosco e apprezzo da diversi anni l’attività giornalistica di Giulietto Chiesa.
Ho apprezzato a suo tempo, quando ancora gli permettevano di comparire nelle maggiori reti televisive, gli interventi di Chiesa sulla “guerra al terrorismo”.
Ho seguito poi l’impegno divulgativo di Chiesa relativo ai fatti dell’11 Settembre: ho comprato il libro, da lui curato, “Zero. Perché la versione ufficiale sull’11 Settembre è un falso” e l’ho molto apprezzato, come ho apprezzato il fatto che Chiesa abbia promosso l’edizione del film omonimo, che vede coinvolti personaggi di primo piano come Dario Fo, Lella Costa e Moni Ovadia.
Poi però, qualche giorno fa, è successa una cosa davvero brutta: Giulietto Chiesa si è prodotto, sul suo sito internet, in un attacco pesantissimo contro Maurizio Blondet, un altro dei protagonisti italiani della divulgazione dei fatti relativi all’11 Settembre.
In questo attacco Giulietto Chiesa non solo ha dato a Blondet del “fascista”(non è vero: Blondet è di destra ma non è fascista), del “provocatore” e del “forsennato” ma ha addirittura invitato – cito testualmente – a “bandire Blondet da tutte le discussioni tra persone civili che si occupano dell’11 Settembre”.
Addirittura.
Come ha scritto Massimo Mazzucco si tratta di un anatema in piena regola (vedi link).
Di un invito alla morte civile.
Ora, come già detto, Blondet non è fascista ma non è questo il punto: il punto è che in una società “democratica” nessuno si può permettere di decretare la morte civile di un collega solo perchè ha delle idee politiche diverse, fossero pure le idee di un fascista.
Se tu, Chiesa, chiedi l’esclusione di Blondet dal consesso civile il fascista sei tu (fascista “rosso”, in questo caso, data la nota matrice comunista di Chiesa) perchè non c’è solo il razzismo biologico: c’è anche il razzismo ideologico.
Il comportamento di Giulietto Chiesa, comunque, è chiaro, anche se riprovevole: Chiesa ha il terrore di essere bollato come antisemita (perchè è questo il ricatto praticato contro i divulgatori onesti dei fatti dell’11 Settembre: siete nemici dell’America e quindi di Israele) e quindi prova ripugnanza per uno come Blondet, additato da tempo come antisemita dalle galline starnazzanti della Israel Lobby.
Eppure Blondet, essendo cattolico, non è antisemita: è semmai giudeofobo, e la differenza non è di lana caprina, come potrebbe sembrare.
Il suo punto di riferimento non è l’antisemitismo razziale ma l’antigiudaismo religioso, così come è stato concepito dalla Chiesa fino al Concilio Vaticano II.
Una posizione assolutamente legittima, in quanto determinata da una considerazione realista (e non buonista, come quella fatta propria dalle attuali gerarchie ecclesiastiche) di ciò che è la religione giudaica, per lo meno nel suo filone mainstream: una fede basata sul mito del sangue e del suolo, con quel che ne consegue per il resto dell’umanità.
Una posizione, quella cattolica anzidetta, che sta bene attenta a non generalizzare, quando si tratta di ebrei: e infatti Blondet è un notorio ammiratore dei rabbini di Neturei Karta (un gruppo di ebrei “ortodossi” ostili al sionismo).
Insomma: Blondet non è Julius Streicher e un uomo della cultura di Chiesa dovrebbe saperlo bene.
Ma la paura – la paura, dicevamo, di passare da antisemiti – gioca brutti scherzi.
Così Chiesa, per paura, ha ingiustamente massacrato Blondet.
Così facendo però, anche se forse non se ne è reso conto, ha ottenuto il duplice effetto di dare ragione ai propri nemici e torto ai propri amici e compagni di strada del movimento per la verità sull’11 Settembre.
Riflettiamo infatti sulle polemiche sorte in seguito alla pubblicazione del detto libro “Zero”.
Si tratta, come dicevo, di un ottimo libro (perchè Chiesa, si sa, è un giornalista capace), che ha scatenato contro Chiesa l’astio dei giornalisti di regime.
Un caso emblematico è quello di Mario Giordano, il direttore di Studio Aperto, che si è profuso in un attacco livido dalle colonne del Giornale (vedi link).
Quali argomenti ha portato Giordano contro Chiesa?
Nessuno. Zero.
O meglio: l’unico argomento è che Chiesa non sarebbe credibile in quanto (vetero) comunista.
Un vero brezneviano.
Non c’entra un tubo con gli argomenti del libro e Giordano emerge per quello che è: un travet, sia pure superpagato, della disinformazione.
Ora però Chiesa si comporta da brezneviano con Blondet, dando quindi ragione – almeno in questo – a Giordano.
Ma c’è di più: Giulietto Chiesa è riuscito, così facendo, anche a dare torto ai propri amici.
Vediamo: come è noto, tra gli autori di “Zero” – e quindi collega di Chiesa – figura anche Webster Tarpley, noto studioso dell’11 Settembre.
Ebbene, Tarpley è un noto estimatore proprio di Maurizio Blondet!
Nel suo libro “La fabbrica del terrore” (Arianna Editrice, 2007) Tarpley cita Blondet due volte, nell’introduzione e nella prefazione alla terza edizione.
Ecco cosa scrive nell’introduzione (p. 11): “Ho tratto incoraggiamento e idee anche da un manoscritto sul fallimento delle difese aeree il 9/11, inviatomi dal mio buon amico Maurizio Blondet, un coraggioso giornalista cattolico che è stato inviato speciale per Il Giornale e L’Avvenire”.
Ed ecco cosa scrive nella prefazione alla terza edizione (p. 638): “Il mio libro è l’unico esempio di una tale MIHOP [acronimo che sta per “Made it happen on purpose”: fatto accadere di proposito. E’ la spiegazione di Tarpley dell’11 Settembre] scritta, nell’originale, in inglese; i grandi studi europei di Meyssan, von Bulow, Wisnewski e Blondet sono, ciascuno a suo modo, MIHOP a tutti gli effetti.”
Non solo: nella bibliografia conclusiva dell’edizione italiana (che si presume quanto meno rivista dall’autore, visto che conosce l’italiano), figurano 5 libri di Blondet: più di ogni altro autore!
Il prossimo 18 Novembre Webster Tarpley sarà a Roma, alla libreria Odradek, a presentare il suo libro: a quanto ho letto sarà presente anche Giulietto Chiesa.
Cosa pensa Tarpley dell’attacco di Chiesa a Blondet?
Sarei proprio curioso di domandarglielo.
Andrea Carancini
Fonte: http://civiumlibertas.blogspot.com/
Link: http://civiumlibertas.blogspot.com/2007/11/un-brutto-intervento-di-giulietto.html
8.11.07