DI MAURIZIO BLONDET
Fonti europee del controspionaggio fanno notare che Nicola Calipari non è stato il primo agente segreto italiano “silenziato” da proiettili Usa. Per tutti gli addetti ai lavori infatti anche il colonnello Giuseppe Schiavo, trovato morto e dichiarato suicida nella sua casa a Torino nel 1989, fu liquidato dagli americani perché sapeva troppo.
Giuseppe Schiavo, colonnello dell’Aviazione, era stato ufficialmente attaché militare (e ovviamente con funzioni d’intelligence) nell’ambasciata d’Italia a Baghdad proprio durante lo scandalo che coinvolse la Banca Nazionale del Lavoro, filiale di Atlanta in Usa, in loschi traffici di armi fra Saddam Hussein e Washington.
In pratica, la BNL di Atlanta aveva aperto a Saddam una linea di credito di 2,6 miliardi di dollari, di cui 720 milioni dedicati ai programmi nucleari del leader iracheno; il resto in vari armamenti, fra cui i gas tossici Made in Usa con cui Saddam gasificò i kurdi. Il bello è che, come scoprì l’indagine del Congresso sui fatti (presto insabbiata) il colossale prestito era garantito dalla US Commodity Credit Corporation, l’agenzia del governo Usa che finanzia i crediti all’export, e fatto passare (per nasconderne la vera natura) attraverso il Ministero dell’Agricoltura americano; un’altra tranche del prestito godeva della garanzia della Federal Deposit Insurance Corporation, un altro ufficialissimo ente di Stato. Insomma un’operazione clandestina di sostegno a Saddam impegnato nella guerra all’Iran, decisa direttamente dalla Casa Bianca. E mascherata come “credito all’acquisto di materie prime e macchinari pesanti”.
Christopher Drogoul, il direttore della BNL di Atlanta, testimoniò che la Kissinger Associates di Henry Kissinger era nel novero dei “consulenti internazionali” della banca, e tra le imprese che avevano venduto merci all’Irak grazie al mega-prestito figuravano la Dow Chemicals e la DuPont (esplosivi e napalm), la Lockheed, la Bell Helicopters, la United Technologies (proiettili) eccetera.
Nell’indagine fu coinvolto il segretario di Stato di allora, James Baker III, ovviamente con il ministro dell’Agricoltura; in altre parole, l’inchiesta stava risalendo lungo il governo Usa fino al presidente, George Bush (padre). Nel ’95, appena i repubblicani tornarono al potere con Bush figlio, l’inchiesta fu prontamente insabbiata.
Ma nel 1989 era in pieno e travolgente sviluppo. Il colonnello Schiavo doveva essere interrogato da magistrati italiani che l’avevano già convocato; e certo sapeva molto, anzi forse tutto, di quel trasferimento di armi dalla Casa Bianca a Saddam; purtroppo il suo opportuno “suicidio” – a cui non credettero né i familiari né i colleghi – non gli consentì di testimoniare.
Ma possiamo essere certi che Nicola Calipari, fin dal momento in cui gli è stato chiesto di occuparsi della situazione irachena, si sia andato a leggere (o a rileggere) i rapporti segreti inviati dal defunto colonnello Schiavo ai servizi; anzi, sicuramente Calipari ha trovato il filo d’Arianna che lo ha condotto a Giuliana Sgrena contattando le “fonti” raccomandate a suo tempo dal colonnello Schiavo, che erano alti gradi militari della Guardia Repubblicana di Saddam, e che oggi capeggiano l’insorgenza sunnita. Si sa infatti che i rapporti tra i nostri servizi e i militari baathisti erano cordiali (come anche, fino a quando hanno fatto comodo, con i servizi americani). Insomma il nuovo agente italiano conosceva a fondo quel che sapeva il vecchio sugli sporchi traffici della presidenza Bush con l’Irak, e delle operazioni illegali e segrete americane a Baghdad. Anche Calipari sapeva troppo e aveva imparato a muoversi con troppa abilità nell’inferno iracheno(1).
Maurizio Blondet
Fonte:www.effedieffe.com
26.03.05
Note
1)Wayne Madsen, “Italian agent Calipari: a target of opportunity for US assassins”, Counterpunch, 20 marzo 2005. Madsen, che sostiene che l’uccisione di Calipari è stata deliberata perché sapeva troppo sul vecchio scandalo della BNL americana, è lui stesso un professionista dell’intelligence: è stato agente della National Security Agency (NSA), il più segreto ente per la sicurezza interna Usa.