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La società civile israeliana ancora una volta sotto shock per l’immagine dei soldati che costringono un violinista palestinese a suonare ad un posto di blocco

DI CHRIS McGREAL

Di tutte le rivelazioni che hanno portato allo scandalo l’esercito israeliano nelle ultime settimane, forse nessuna mai ha scioccato così tanto l’opinione pubblica quanto la registrazione video dei soldati israeliani che costringono un uomo palestinese a suonare il suo violino.
L’incidente della registrazione di un ufficiale che riempie di pallottole il corpo di una tredicenne, dichiarando poi che le avrebbe sparato anche se avesse avuto tre anni, non è riuscita ad essere altrettanto scioccante.
Neppure così nauseanti erano state le immagini su un giornale israeliano che ritraeva alcuni soldati ultra-ortodossi che deridevano i cadaveri dei palestinesi impalando la testa di un uomo in cima ad un palo e attaccandogli una sigaretta alla bocca.Ma il fatto del violino ha toccato profondamente il modo in cui gli israeliani hanno vedono se stessi, ed il loro conflitto con i palestinesi.
Il violinista, Wissam Tayem, ha dichiarato che si stava recando ad una lezione di musica vicino a Nablus quando un ufficiale israeliano gli ha ordinato di “suonare qualcosa di triste” mentre i soldati si divertivano con lui. Dopo qualche minuto gli è stato detto che poteva passare.
Può darsi che i soldati volessero la prova che Mr Tayem fosse davvero un musicista che stava andando a lezione, visto che normalmente non sarebbe permesso ad un uomo sotto i 30 anni di attraversare il checkpoint.

Tuttavia dopo che l’incidente è stato filmato da una pacifista e attivista israeliana, esso ha seminato il disgusto tra gli israeliani che normalmente non sono turbati da come vengono trattati gli arabi.
Uri Orbach, il commentatore radio dell’ala destra militare, ha ritenuto l’incidente orribile ed evocatore di quando i musicisti ebrei suonavano in sottofondo alle uccisioni di massa. “Che dire di Majdanek?” ha domandato, riferendosi allo sterminio del campo nazista.

I critici non hanno trovato parallelismo tra un posto di blocco istraeliano ed un campo nazista. La loro preoccupazione è stata che la sofferenza ebrea fosse stata disonorata dall’umiliazione di Mr Tayem.

Yoram Kaniuk, autore di un libro su un violinista ebreo costretto a suonare per il comandante di un campo di concentramento, ha scritto sul giornale Yedioth Ahronoth che i soldati responsabili dovrebbero essere messi sotto processo “non per abuso sugli arabi” bensì per aver “disonorato l‘olocausto”.

“Di tutte le cose terribili che sono successe ai blocchi stradali, questa storia è una di quelle che escludono una vera possibilità di esistenza di Israele come stato ebreo. Se l’esercito non processerà quei soldati non avremo più nessun diritto morale di parlare di noi stessi come uno stato che ha avuto origine dall’olocausto”, egli ha scritto.
“Se permettiamo che i soldati ebrei mettano un violinista arabo ad un posto di blocco e ridano di lui, noi riusciremo a toccare il punto più basso possibile di moralità. La nostra intera esistenza nella regione araba è stata giustificata, ed è ancora giustificata, dalla nostra sofferenza; dai violinisti ebrei nei campi di concentramento.”

Altri hanno avuto un punto di vista più largo mettendo in relazione i normali trattamenti disumani sui palestinesi ai checkpoints, la violazione dei corpi senza vita e quello che appare come l’esecuzione di una bambina palestinese terrorizzata di 13 anni ad opera di un ufficiale dell’esercito a Gaza.

Gli israeliani hanno dedicato grande sforzo nella convinzione che il loro esercito è “il piu’ morale al mondo” perché si considera basato sul codice di “purezza delle armi”. E’ raro che esista una grande indignazione pubblica sulla descrizione delle pratiche dell’esercito quando civili palestinesi sono stati uccisi perchè “catturati lungo la linea del fuoco”, o che dei bambini siano uccisi perchè usati come scudo dalle truppe durante i combattimenti.
Ma la coscienza pubblica era stata scossa dalle rivelazioni della scorsa settimana. La registrazione audio dell’uccisione della tredicenne, Iman al-Hams, che richiama allo sconcerto, sebbene l’orrore appare essere tanto l’ufficiale israeliano che scarica un intero caricatore sul corpo inerme quanto l’uccisione della bambina.
Alcuni soldati hanno dichiarato ai giornali israeliani che le loro madri hanno chiesto di garantirgli di non aver commesso certi tipi di azioni.
Un gruppo pacifista israeliano, l’Arik Institute, ha fatto molta propaganda sui giornali appellandosi al “Patriottismo Ebreo” perchè “apra gli occhi e si guardi intorno”, verso la sofferenza dei Palestinesi.
Gli incidenti accaduti hanno richiamato l’esercito a sollecitare tutti i comandanti, a partire dai sottotenenti, per enfatizzare l’importanza di mantenere il codice di “purezza delle armi”.
Coloro che criticano l’esercito affermano che il vero problema non è il comportamento dei soldati, ma il clima di impunità che deriva dal comando.

Mentre l’ufficiale responsabile di aver ucciso Iman al-Hams è stato accusato di colpe minori, ed i soldati che hanno forzato il violinista a suonare sono stati sgridati per essere “insensibili”, i soli soldati puniti per violazione dei regolamenti la scorsa settimana sono stati quelli che hanno posato nudi sulla neve per un fotografo. Sono stati allontanati dalle proprie unità.

La scorsa settimana B’Tselem, il gruppo per i diritti umani israeliani, ha criticato ciò che è stato descritto come “cultura dell’impunità” all’interno dell’esercito. B’Tselem dichara che almeno 1.656 non combattenti palestinesi sono stati uccisi durante l’Intifada, inclusi 569 bambini.

“Fino ad ora, un solo soldato è stato condannato per aver causato la morte di un palestinese”, è stato detto.
“La combinazione di regole di condotta che incoraggiano un comportamento arbitrario tra i soldati, insieme al clima di impunità, trasmette un messaggio chiaro e preoccupante sul valore che l’esercito isrealiano riserva alla vita palestinese.”

CHRIS McGREAL
Fonte: http://www.guardian.co.uk/israel/Story/0,2763,1361755,00.html
29-11-04
Traduzione per Comedonchisciotte a cura di Manrico Toschi

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