Mentre la Commissione europea raccomanderà probabilmente la prossima settimana di concedere all’Ucraina lo status di candidato, la Danimarca e i Paesi Bassi potrebbero bloccare questo passo verso l’adesione all’UE, secondo quanto riportato ieri, giovedì 9 giugno, da Bloomberg.
Ricordiamo che l’Ucraina ha presentato domanda di adesione all’UE a febbraio e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato ad aprile che la decisione di conferire formalmente lo status di candidato a Kiev poteva già essere presa entro “poche settimane”. Ecco quindi che alcuni funzionari a Bruxelles hanno affermato che si preveda che la prossima settimana la Commissione venga chiamata a esprimere il proprio parere sulla candidatura dell’Ucraina.
Secondo i funzionari, rimasti anonimi, la maggioranza degli Stati membri dell’UE è disposta a sostenere lo status di candidato per l’Ucraina, mentre alcuni – tra cui i Paesi Bassi e la Danimarca – sono contrari.
In particolare, i funzionari danesi sarebbero preoccupati per i precedenti dell’Ucraina in materia di corruzione e stato di diritto, che la rendono molto lontana dagli standard necessari per poter entrare nell’Unione. Secondo una nota diplomatica la Danimarca ha affermato che l’Ucraina dovrà “migliorare radicalmente il suo quadro legislativo e istituzionale” nei settori della democrazia, dello stato di diritto, dei diritti umani, della protezione delle minoranze e delle politiche anticorruzione prima di poter essere considerata un candidato.
Kiev è “generalmente in una fase molto precoce” per quanto riguarda la sua idoneità a entrare nel blocco dicono i danesi.
L’Ucraina è classificata infatti come il Paese più corrotto d’Europa e uno dei più corrotti al mondo. Il suo governo è stato criticato per aver messo fuori legge l’opposizione politica dall’inizio dell’attuale conflitto con la Russia e per aver discriminato i russofoni.
Diversi Paesi dell’UE hanno avvertito che la piena adesione dell’Ucraina all’UE potrebbe richiedere molti anni, anche il primo passo dello status di candidato potrebbe essere “molto lontano”, ha dichiarato il mese scorso il Primo Ministro olandese Mark Rutte in un discorso ai legislatori dell’Aia. Rutte ha anche avvertito che concedere all’Ucraina una “corsia preferenziale” per l’adesione – come hanno sostenuto alcuni Stati dell’Europa orientale e l’Irlanda – sarebbe ingiusto nei confronti di aspiranti come la Turchia e il Montenegro, che sono rimasti candidati per decenni.
L’Italia ad oggi è favorevole alla concessione dello stutus di candidato.
Massimo A. Cascone, 10.06.2022