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UCRAINA: IL GIOCO DELL' ATTESA

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A cura di Bosque Primario
Il 13 Maggio 2014
108 Views
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DI PEPE ESCOBAR

atimes.com

Tutto quello che bisognava sapere sulla mediocrità politica di quelle élite politiche che dovrebbero rappresentare i “valori della civiltà occidentale” è stato messo a nudo dalla reazione manifestata in occasione dei referendum tenutisi a Donetsk e Lugansk.

Questi referendum possono anche essere stati organizzati all’ultimo momento, in fretta, nel bel mezzo di una guerra civile “de facto” e su di essi ha gravato la mano armata della giunta neofascista-neoliberista di KIEV e della NATO, che è riuscita anche ad uccidere qualche elettore a Mariupol. E’ stato un processo imperfetto? Sì. Ma assolutamente perfetto nel dipingere e raffigurare un movimento di massa che voleva un autogoverno e l’indipendenza politica da Kiev.

Era la democrazia diretta in azione, non stupisce pertanto che il Dipartimento di Stato americano, che odia questo tipo di rappresentatività, abbia minacciato la sua vendetta.

L’affluenza è stata enorme. Una vittoria schiacciante per l’indipendenza era già fuori questione, ma lo è stata pure per la vittoria della trasparenza, con una votazione pubblica, con urne di vetro e con un monitoraggio continuo dei giornalisti occidentali – principalmente dei maggiori media tedeschi, ma anche della Kyodo News Agency e del Washington Post.

Quello che dovrà avvenire dopo che la Repubblica Popolare di Donetsk si é proclamata stato sovrano ed ha chiesto a Mosca di considerare la sua adesione alla Russia, non è una “secessione” né una dichiarazione di guerra civile, ma sarà una trattativa.

Questo appare chiaramente dalla misurata reazione ufficiale del Cremlino: “Mosca rispetta la volontà del popolo di Donetsk e Lugansk e spera che l’attuazione pratica del risultato dei referendum si svolgerà in modo civile.”

Il tono cauto si riflette anche nell’invito fatto dal Cremlino all’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea (OSCE) per facilitare una mediazione nella trattativa.

Ma ancora una volta, traspare la prova concreta che la giunta neo-liberista & neo-fascista della NATO non vuole negoziare su nulla. Il presidente Oleksandr Turchynov ha etichettato, con toni burleschi, un esercizio di democrazia diretta come una “farsa, che i terroristi chiamano il referendum “, mentre Washington e Bruxelles dicono che i referendun erano “illegali” .

E tutto questo dopo che è avvenuto il massacro di Odessa; dopo che hanno mandato dei paramilitari neo-nazisti travestiti da “ Guardia Nazionale” (quelli che i sicari dei media generalisti statunitensi hanno definito “nazionalisti ucraini”); dopo che hanno mandato dozzine di agenti della CIA e dell’FBI e altri 300 inevitabile mercenari dell’Academi – ex Blackwater. Che altro ci sarebbe da aspettarsi dall’attuale Segretario ucraino per la Sicurezza Nazionale, che è il neo-nazista Andriy Parubiy, ex comandante delle “forze di autodifesa ” di quelli di Maidan e cheerleader del collaborazionista nazista Stepan Bandera nella Seconda Guerra Mondiale?

Il Banderastan – con il suo remix degli squadroni della morte degli anni ‘80 in America Centrale – non accetta referendum; piuttosto dànno fuoco ai cittadini ucraini russofoni, perché sono “insetti”, che hanno avuto il coraggio di occupare un palazzo.

E allora è questo il messaggio che arriva dai referendum.

Rifiutiamo la giunta neo-liberista & neo-fascista della NATO & di Kiev. Si tratta di un “governo ” illegale fatto da golpisti. Noi non siamo separatisti “filo-russi” e non vogliamo la secessione. Quello che vogliamo è una Ucraina unica, federale e civile, con forti autonomie delle Provincie.

R2P – Bisogna proteggerli

L’impero del Caos vuole – che altro potrebbe volere – il caos. Fondamentalmente, l’Impero del Caos sta proteggendo sfacciatamente la realizzazione di un “esercito contro la loro popolazione stessa “; ma questa politica era stata rigorosamente verboten – e perseguita con le bombe della Nato o con una Jihad approvata dalla NATO – come fecero in Libia e Siria – ma adesso è un’altra cosa : si tratta solo di normalizzare l’ Ucraina.

In Libia e in Siria – ci provarono tre volte alle Nazioni Unite – adesso potrebbe finalmente essere questo il pretesto giusto per mettere in atto la vera R2P (“la responsabilità di proteggere”). Ma in Ucraina i “terroristi” – questa è la terminologia dell’era Dubya – sono la popolazione, e i “buoni” sono quelli delle milizie neo-naziste di KIEV. L’Ambasciatore Usa alle Nazioni Unite e top cheerleader della R2P, Samantha Power ha superato tutti i suoi precedenti record di merdosa follia quando ha descritto la giunta della NATO, attaccata dai civili, come “ragionevole ” e ” adeguata”, aggiungendo anche che “nessuno dei nostri paesi” sarebbe stato tanto cauto di fronte ad una tale minaccia.

Berlino, dal canto suo, vuole , provvisoriamente, seguire la via diplomatica, anche se c’è una netta divisione tra i duri atlantisti e gli industriali tedeschi – che vedono chiaramente che Washington sta puntando senza esclusione di colpi a distruggere la sinergia economica russo-tedesca. Il gioco dell’Impero del Caos è quello di alzare un muro tra di loro e il muro si materializzerebbe solo con una ” invasione” russa. E ‘vero che Mosca potrebbe facilmente prendere l’occasione e, dando ragione a Samantha, invocare un intervento R2P per proteggere i russi e i russofoni dell’Ucraina. Ma il campione di scacchi Putin sa che cadrebbe nel tranello per creare un nuovo Afghanistan proprio sul suo confine occidentale.

Per Berlino tutto quello che conta è l’economia. La Germania crescerà dell’ 1,9 % al massimo nel 2014 ma ci sono ben 6.200 imprese tedesche in Russia e oltre 300.000 posti di lavoro tedeschi dipendono da questo interscambio: le sanzioni che vogliono mettere gli americani sarebbero più che controproducenti, anche se l’isteria della Russofobia e della Guerra Fredda 2.0 rimangono ancora rampanti.

Parigi, per esempio, l’ha scritto sui muri. Il contratto da 1,66 miliardi dollari per vendere due portaelicotteri Mistral alla Russia andrà avanti comunque, dato che i diplomatici di Parigi hanno riconosciuto che la cancellazione del contratto – in termini di sanzioni e posti di lavoro persi – farebbe molto più male alla Francia che alla Russia.

Oltre un mese fa, il 10 aprile, Putin inviò una lettera cruciale a 18 capi di stato, cinque dei quali fuori dall’UE, dei paesi che importano gas russo attraverso l’Ucraina. Era stato più che esplicito; Mosca non poteva da sola finanziare una economia ucraina vicina al default. Sconto dopo sconto, non riuscendo a mettere multe su altre multe non pagate, dal 2009 Mosca si è trovata un debito di Kiev accumulato che arriva alla sorprendente cifra di 35,4 miliardi di dollari. Anche gli europei, scrisse Putin, dovrebbero sedersi a questo tavolo.

Dall’alto della sua spettacolare pochezza, il Presidente uscente della Commissione Europea (CE), José Manuel Barroso , pur concordando sulla necessità del dialogo, rispose che la nuova regola della Gazprom di autorizzare l’invio del gas attraverso l’Ucraina solo se pagato in anticipo era “preoccupante”. Come se qualsiasi altra grande impresa energetica europea, in una circostanza del genere, potesse ignorare, senza preoccuparsi, le fatture non pagate.

A una Ucraina neutrale, finlandizzata, bloccherebbero qualsiasi importazione se continuasse il caos che c’è adesso. Resta solo da aspettare che questa giunta neo-liberale & neo-fascista della NATO se ne vada in rovina spontaneamente, congelata dal freddo.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Nimble Books , 2009). Indirizzo e.mail: [email protected]

Fonte : http://www.atimes.com

Link: http://www.atimes.com/atimes/Central_Asia/CEN-01-130514.html

13.05.2014

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario.

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