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“RIVOLUZIONE” – Il film documentario

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TUTTA LA CECENIA NELLE MANI DI UNA FAMIGLIA

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A cura di Davide
Il 20 Giugno 2005
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Un quinquennio di kadyrovtsy sullo sfondo dei prossimi avvenimenti nella repubblica

DI ANNA POLITKOVSKAJA

Esattamente cinque anni fa, nel giugno del 2000, Putin cambiò il vertice dell’amministrazione provvisoria della Cecenia. Al posto del crudele dirigente economico federale Nikolaj Kosman inaspettatamente fu nominato Achmat- Chadzi Kadyrov, stretto collaboratore di Dudaev ed ex forza muftì dell’opposizione al tempo della prima guerra cecena, che ha rinnegato le passate opinioni ed ha prestato giuramento al Cremlino. Così è iniziato il processo di cecenizzazione del conflitto. Il suo significato stava solo in una cosa: anche se “loro” combattono l’uno contro l’altro, ammettiamo pure che lo fanno sempre meno dei “nostri”. Questo è un tipo di guerra civile: il reparto federale contro un ampio strato di popolazione cecena. Il Cremlino ha deciso di combattere con un altro metodo, quello intraetnico, uno scontro di ceceni per il potere della repubblica e per il denaro, proveniente da Mosca.Prima di tutto la cecenizzazione, o kadyrovsina, è pienamente riuscita, Putin fu perspicace. I ceceni iniziarono a scannarsi l’uno con l’altro. Le denunce vennero rimpiazzate con le lettere. Come risultato, in cinque anni centinaia di persone sono state uccise e sono sparite in epurazioni etniche di ceceni contro ceceni. Ma il vecchio Kadyrov superò il piano tracciato da Putin. Si rivelò capace non solo di organizzare e capeggiare questo tipo di guerra civile, ma anche di coltivare un degno successore, il giovane Kadyrov. E quando Achmat Kadzi fu ucciso nell’attacco terroristico il 9 maggio 2004, Ramzan Achmatovic non solo sollevò alta la sua bandiera, ma addirittura superò il padre. Secondo i dati del centro di difesa dei diritti dell’uomo Memorial  e secondo informazioni personali, questa cronaca di primavera ne è la prova.

1 aprile

Centro rionale di Kurcaloj. Omar Ediev, sequestrato dai kadyrovtsy direttamente da casa sua quattro giorni prima, inaspettatamente è riuscito a tornare. Lo avevano tenuto a Centoroja, nella principale base dei kadyrovtsy (questo è il paese natale di Kadyrov), in una prigione illegale del luogo, e lo avevano torturato, chiedendogli informazioni sui guerriglieri. Oggi questa è una procedura tipica, Ediev ci è passato ma è stato fortunato: ora deve solo curarsi, ma è vivo…
Villaggio di Cocan-Jurt. Per la via Capaeva passava in auto una delle locali guardie di Kadyrov, Al’vi Usumanov (il giovane Kadyrov ha messo in ogni villaggio le sue guardie, e spesso proprio loro occupano le principali cariche nelle amministrazioni dei villaggi). Usmanov uscì dalla macchina e, assieme all’amico Vischadzi Kovraev, si avvicinò a una persona che gli sparò alle gambe dicendo: “Io non ti ho autorizzato a venire nel villaggio”. Dopo di che salì in macchina e se ne andò.

2 aprile

Villaggio di Duba- Jurt. Sono stati rapiti di notte, da due guerrieri sconosciuti che parlavano russo, Said Hussein e Sulejman El’murzaev. Sono padre e fratello di Idris El’murzaev, rapito dai federali nel 2004, mentre il suo corpo mutilato è stato trovato il 9 aprile dell’anno scorso. Non trovando giustizia in Cecenia, padre e figlio El’murzaev si rivolsero al tribunale di Strasburgo perché nessuno aveva svolto l’inchiesta per l’omicidio di Idris. Il corpo del padre, Said Hussein, fu ritrovato l’8 maggio nel piccolo fiume Sunza. Dove si trovi Suleiman è, invece, sconosciuto. La famiglia è certa che l’unica ragione della tragedia sia da ritrovare nella denuncia fatta al tribunale europeo per i diritti dell’uomo. La morte ed il sequestro di persone che si sono rivolte a Strasburgo è un nuovo indizio della cecenizzazione. Sia i Kadyrovtsy, sia i federali metodicamente fanno giustizia di coloro che cercano, a loro giudizio, di rovinare “l’immagine della Cecenia in Europa”.
Villaggio di Ghech. Alcuni sconosciuti guerriglieri mascherati, di lingua russa, hanno sequestrato dalla propria casa Duk-Vachi Dadachaev, 25 anni. Il 12 aprile hanno lasciato il corpo di Duk-Vachi con tracce di torture e di morte violenta alla periferia del paese di Kular. Questa tragedia, come quella degli El’murzaev, è oggi un raro tipo di delitto compiuto dai federali.
Quasi il 5% dei sequestri e delle rappresaglie continuano a farle i guerriglieri, e coloro che collaborano con i federali. I restanti sono vittime dei kadyrovtsy. Anche al momento dell’uccisione del vecchio Kadyrov questa proporzione era diversa: circa 50 a 50. Metà dei morti e degli uccisi erano stati liquidati dai federali (e dalle principali forze delle delegazioni dello Stato Maggiore della Difesa, del CSN e FSB). Solo metà delle uccisioni e sequestri erano compiuti da quelle che vengono chiamate truppe di sicurezza del presidente Kadyrov.

7 aprile

Groznyj, cittadina di Baronovka. Uccisi da sconosciuti armati due collaboratori della polizia investigativa MVD CR (Ministero degli Affari Interni della Repubblica Cecena, N.d.T.). Questa è una tipica rappresaglia dei guerriglieri che collaborano con i federali.

8 aprile

Villaggio di Melcu- Che. Anzor El’ghireev, 22 anni, viene rapito dai kadyrovtsy. Li aveva incontrati alla periferia del villaggio ed era iniziata una discussione. La famiglia è convinta che Anzor sia tenuto a Centoroja.
Groznyj. Durante una riunione del consiglio pubblico è stato preso il vice presidente Danil’bek Tamkaev, del villaggio di Kurcala. Aveva scritto una delazione nei confronti di un altro abitante di Kurcala, Omar Ediev, dopo di che il servizio di sicurezza del capo dell’amministrazione di Kurcala, Idris Gaibov, lo aveva portato a Centoroja, nella base principale dei Kadyrovtsy (situazione tipica: ogni governatore di Kadyrov ha apertamente una propria banda, chiamata “servizio di sicurezza”). A Centoroja hanno tenuto Ediev in piedi per 3 ore, chiedendogli delle confessioni, di denunciare le persone giuste. Ma lui non confessò nulla. Dopo di lui arrivò lo stesso Gaibov, che confessò che la delazione era falsa. E fu allora che i kadyrovtsy presero il figlio del delatore; poi furono portati via dal lavoro anche altri parenti d Tamkaev.

13 aprile

Villaggio di Tanghi- Cu. Dalla propria casa è stato rapito (sembra, da kadyrovtsy) Ramzan Mutsalchanov, del 1964. Il luogo in cui si trova è sconosciuto…

16 aprile

Villaggio di Majrtup. A mezzanotte nella casa di Dedisev i kadyrovtsy, arrivati su alcune macchine, fecero irruzione e organizzarono un pogrom. Spararono col mitra ai mobili, uccisero tutti e se ne andarono. Anche cinque anni prima la casa di Dedisev fu saccheggiata. Grazie agli sforzi del padrone di casa, il cinquantacinquenne Jachin, i malviventi vennero riconosciuti. Ma questi trovarono poi un impiego nel “Servizio di sicurezza” di Kadyrov, e per la giustizia divennero irraggiungibili. Non lasciarono prove che li accostassero al delitto, e così, pensa la famiglia, come risultato ci fu una nuova irruzione. La gente in Cecenia è sicura di una cosa: la metà dei delitti, realizzati dai kadyrovtsy, è ispirata al loro desiderio di spazzare via le vecchie tracce criminali, come nel caso della famiglia Dedisev.

19 aprile

Groznyj. Nella tarda serata, dalle parti della boscaglia vicina alla azienda agricola  statale “Rodina”, la base cecena dell’OMON (reparto speciale di polizia, N.d.T.) è stata sottoposta al fuoco. La mattina del 20 aprile i soldati del reparto speciale, rastrellando il territorio dal quale è partito l’attacco, trovarono un’automobile Niva bianca senza padrone e la portarono alla base. Quando tentarono di spostarla, un’esplosione rimbombò: nella Niva era stata messa una bomba. Due persone sono rimaste uccise: Alichan El’zuraev e Ruslan Makaev.

5 maggio

Villaggio di Oktjabr’skoe. Nella notte i tre fratelli Cersiev, Adam, 53 anni, Kurejs, 51 anni e Movla, 47 anni, sono stati rapiti dai guerriglieri di uno sconosciuto battaglione petrolifero, uno schieramento extraministeriale di protezione, dove vengono assunti molti kadyrovtsy. Questa sembra essere una “controcattura” di ostaggi, molto diffusa oggi in Cecenia. Il patto per la liberazione dei fratelli Cersiev è la comparizione di un pentito della loro famiglia, che partecipi alle formazioni armate illegali.

6 maggio
Due controcatture (Ramzan Kadyrov spera di esibire per il 9 maggio gli uccisori di suo padre, trovati da lui stesso).
Economato statale “Argunskij” I kadyrovtsy hanno sequestrato il padre del comandante di campo Dakki Umarov. Dove egli sia è sconosciuto, così come lo stesso Dakki Umarov.
Novye Ataghi. È stato rapito dai kadyrovtsy un adolescente tredicenne della famiglia Chamadov con lo scopo di convincere alla resa suo cugino, che partecipa alle formazioni armate del CRI. Il luogo in cui questo studente di seconda media è stato portato è sconosciuto.

11 maggio

Groznyj. I kadyrovtsy hanno prelevato dalla loro abitazione padre e figlio Sajdulaev: Charon, 54 anni, e Apti. Charon era sospettato di aver contatti con i guerriglieri, ed hanno portato via Apti per far pressione psicologica sul padre affinché desse delle informazioni. Entrambi si trovano nella base dei kadyrovtsy ad Argun.

12 maggio

Villaggio di Ischoj- Jurt. Di sera è arrivato al villaggio un gruppo di guerriglieri composto da circa venti uomini. Hanno comprato cibo e se ne sono andati. Dopo di che il villaggio è stato assediato, i kadyrovtsy hanno rastrellato i dintorni. Si sono uditi segni di combattimento. Gli abitanti hanno visto i corpi di due kadyrovtsy uccisi. I combattenti, poi, sono usciti dall’accerchiamento. Al mattino i kadyrovtsy hanno dichiarato di aver trovato due cadaveri di guerriglieri nel bosco. Quando li hanno portati al ROVD [dipartimento di polizia del villaggio N.d.W.] di Gudermes, in uno di loro è stato riconosciuto Il’man Chadisov, nato nel 1982, rapito dai kadyrovtsy in marzo, e tenuto a Centoroja. I poliziotti hanno sospeso poi l’identificazione del secondo corpo e l’hanno nascosto nel cimitero locale di Gudermes, nonostante egli fosse stato ucciso e fosse musulmano. Secondo l’opinione pubblica i kadyrovtsy, per sbarazzarsi del corpo, diedero in cambio dei corpi dei guerriglieri fucilati i prigionieri della prigione illegale di Centoroja. Questo è quanto, fino a quella notte.
A Mosca comunemente si pensa che “i kadyrovtsy abbiano in mano la situazione” in Cecenia, e che sarebbe peggio se loro non ci fossero. Ma sarebbe davvero peggio? Questa oggi è la domanda più importante, che richiede una risposta chiara. E che cos’è questa, se non una guerra? Il bilancio di cinque anni di cecenizzazione del conflitto è un vicolo cieco politicizzato. Con la morte di Maschadov non ci può essere più alcun dialogo. Hanno messo la popolazione tra due fuochi: i kadyrovtsy e i guerriglieri. Centoroja, con la prigione di Ramzan ed i suoi scantinati, è del tutto illegale. Esattamente come sono illegali le sue truppe e i suoi avversari. Ma la cosa più sorprendente è che tutti loro comunque coesistano, nonostante si diano battaglia l’uno con l’altro. Basaev promette un’estate di fuoco nel territorio russo, dimenticando che Ramzan gli è vicinissimo. Ma la gente in Cecenia ha coltivato queste terre, ha continuato a far studiare i bambini, a curarsi negli ospedali, mentre i funzionari hanno continuato a rubare. La preoccupazione in assoluto più grande fra tutte, senza eccezione, è rimasta il perfezionamento dell’arte di sopravvivere in condizioni di repressione di massa organizzata. Analoghi effetti delle cecenizzazione oggi sono sempre più evidenti: la nascita ed il rafforzamento di attività musulmane clandestine persistono non solo in Cecenia, ma in tutte le altre repubbliche caucasiche.

Anna Politkovskaja
Novaja Gazeta, 13 giugno 2005
Fonte:http://ceceniasos.ilcannocchiale.it/

Traduzione a cura di Chiara Zambrini
Un grazie a Marco Masi per la segnalazione

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