DI UGO BARDI
Aspo Italia
Diceva Mark Twain che la bugia ha fatto il giro del mondo mentre la verità si sta ancora allacciando le scarpe.*
Siamo di fronte a due problemi che ci stanno piombando addosso da due direzioni opposte: il riscaldamento globale e l’esaurimento dei combustibili fossili. Messi come siamo, fra l’incudine e il martello, c’è ancora gente che trova il fiato, il tempo, e la voglia di chiaccherare a vanvera pensando che, chissà, se un problema viene negato con foga sufficiente, forse sparirà da se.
Così, recentemente, un signore chiamato Arthur Robinson fa una conferenza stampa dove dichiara che “Circa 32.000 scienziati dissentono dal “consenso” sul global warming”. La notizia esce sul sito dell’AAPS (associazione dei medici e chirurghi americani, noti per la loro competenza in campo climatico). Poi, qualcuno traduce e mette su Comedonchisciotte il comunicato. A questo punto, mi cominciano ad arrivare lettere (finora me ne sono arrivate quattro) in cui mi si chiede se questa storia del riscaldamento globale non è per caso tutta una bufala.
Ora, che cosa devo rispondere? Solo che se qualcuno pensa che una petizione possa dichiarare che il riscaldamento globale non esiste o che non è un problema, fa lo stesso errore di quel consiglio comunale che – secondo la leggenda – aveva legiferato a maggioranza l’abolizione della legge di gravità.
In particolare, a proposito della petizione del sig Robinson, una piccola ricerca in rete vi fa scoprire che è in giro dal 1999 con il nome di “Oregon Petition”. Queste 32000 firme si sono accumulate in un periodo di quasi 10 anni e non c’è modo di sapere se quelli che hanno firmato 10 anni fa non abbiano cambiato idea oggi, quando si è accumulata un’evidenza ben più robusta del riscaldamento globale di quanto non si potesse dire allora. Inoltre, la petizione non ha nessuna forma di verifica delle firme e delle qualifiche dei firmatari. Di questi, non si sa chi e come possa definirsi qualificato a parlare di clima. Infine, il testo della petizione dice soltanto che “non c’è evidenza scientifica che i gas serra emessi dall’attività umana potranno causare un riscaldamento catastrofico dell’atmosfera terrestre”. Perciò potrebbe essere stata firmata in perfetta buona fede da persone che ritengono che il problema del riscaldamento globale sia grave ma non “catastrofico”.
Ma non c’è niente da fare; queste cose continuano a imperversare. Per esempio, gira in continuazione la bufala secondo la quale il petrolio – espresso in euro – non costa di più oggi di quanto non costasse nel 2000** (c’è cascato anche Giulietto Chiesa). Continua a girare anche la bufala del “petrolio abiotico” nella forma di un disgraziato articolo scritto da un Roberto Vacca completamente fuori dal mondo che in questi giorni è riapparsa qui e anche qui. Anche su questa faccenda mi sono arrivate diverse lettere di persone perplesse, fra gli altri da un consigliere regionale. Trovate sul nostro blog la confutazione della bufala del petrolio abiotico. Ma per quanto uno possa confutare e dimostrare, le fesserie continuano a girare.
Insomma, sembra che la velocità con la quale riusciamo a renderci conto della portata di quello che ci sta per piombare addosso sia enormemente inferiore a quella con la quale i guai ci stanno piombando addosso. Se va bene, facciamo tre passi avanti e due indietro. Ma potrebbero anche essere tre passi avanti e tre indietro; o anche tre avanti e quattro indietro. A questa velocità, purtroppo, si va molto poco lontano.
* Ringrazio Andrea per questa citazione di Mark Twain.
** E’ una bufala basata su un valore falso dato per il prezzo del petrolio nel 2000.
Ugo Bardi
Fonte: http://www.aspoitalia.blogspot.com/
2.08.08