DI JAMES CORBETT
corbettreport.com/
Come riportato ieri dal Corbett Report, il veterano ricercatore del Bilderberg Daniel Estulin ha ottenuto documenti interni del meeting dei ministri delle finanze dei G20 tenutosi la scorsa settimana a St. Andrews, in Scozia. I documenti – compresi gli elenchi dei partecipanti, le bozze del comunicato della conferenza, nonché note scritte a mano con i dettagli di chi ha parlato e di cosa avrebbe detto durante le delibere – sono trapelate dalla conferenza grazie alle fonti di Estulin nonostante le misure di sicurezza, che erano alte “persino per gli standard del Bilderberg”. I documenti possono essere visti su BilderbergBook.com e sono stati riprodotti qui in formato PDF.
Ascolta l’intervista esclusiva del Corbett Report con Estulin in merito a questi documenti scaricando l’ mp3 o leggendo la trascrizione sotto:
In aggiunta all’espansione dell’Unione Africana e ai programmi di riduzione demografica che Estulin ha identificato come i punti chiave del dibattito dei G20, i documenti indicano inoltre come gli oligarchi finanziari contino di stabilire un fondo globale di “finanziamento pubblico prevedibile” per combattere il falso problema del surriscaldamento globale. Sbalorditivamente, l’abbozzo del documento ammette che il fondo potrebbe essere amministrato da “un’esistente istituzione finanziaria internazionale”. Sebbene questo linguaggio potenzialmente esplosivo sia stato eliminato dalla blanda e politicamente appetibile versione finale del comunicato dei G20 , le annotazioni dei presenti indicano che la natura e l’operazione di questo fondo sono stati un punto chiave di discussione durante la conferenza.
Anche se il paragrafo sul cambiamento climatico nella versione finale del documento sembra come un ripensamento inserito come punto finale prima del riassunto, la bozza del comunicato indica che fosse in effetti una delle massime priorità che veniva [discussa] originariamente immediatamente dopo il preambolo di apertura. La versione finale ha inoltre esorcizzato tutto il linguaggio politico, tranne quello più velato.
Si confronti questa frase della versione finale: “la finanza pubblica può finanziare un significativo investimento privato” con l’originale: “un sostanziale, aggiuntivo e prevedibile finanziamento pubblico da parte dei paesi sviluppati è essenziale, e deve servire da base per la finanza privata, i mercati del carbonio e le risorse pubbliche nazionali dei paesi in via di sviluppo per contribuire all’azione sul clima. La finanza pubblica può inoltre finanziare un significativo investimento privato”.
L’abbozzo del testo svela il piano dei finanzieri di stabilire un processo per il trasferimento sistematico della ricchezza dai paesi sviluppati non per aiutare i paesi in via di sviluppo (che contribuiranno inoltre con le [proprie] “risorse pubbliche nazionali” per combattere l’inesistente panico per il diossido di carbonio), ma per aiutare a sorreggere i finanzieri privati e i mercati del carbonio. Questa “finanza pubblica” sarà naturalmente raccolta dalle nazioni sviluppate attraverso il fisco, ed ammonta quindi ad una tassa indiretta sul carbonio imposta sulla popolazione del mondo sviluppato.
Forse il linguaggio più egregio dell’abbozzo iniziale del documento proviene dalle frasi finali del paragrafo sul cambiamento climatico, anch’esse sostituite da blande frasi fatte nel comunicato finale:
“… seria considerazione deve essere data alla creazione di un nuovo fondo, come complemento ai meccanismi esistenti, ai progetti di sostegno, ai programmi e alle politiche, possibilmente con finestre multiple per sostenere l’adattamento e la mitigazione, la cooperazione tecnologica e la costruzione di capacità nei paesi in via di sviluppo. Dovrà avere una rappresentazione bilanciata ed operare secondo la guida di politica della Conferenza delle Parti, di fronte a cui sarà responsabile, con la sua operazione possibilmente affidata ad un’esistente istituzione finanziaria internazionale”.
In altre parole, le entrate della tassa sul carbonio, depositato in questo nuovo fondo di trasferimento della ricchezza verranno date proprio alle stesse istituzioni che si sono dimostrate uno strumento dell’egemonia anglo-americana in molteplici occasioni quì, quì e quì.
Infine, il G20 delega la decisione sul tipo di tassa sul carbonio/sul meccanismo di trasferimento della ricchezza da istituire all’UNFCCC, la similarmente non eletta e non responsabile Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, che si riunirà a Copenhagen il mese prossimo. Anche se è chiaro che
finalizzerà un trattato generale internazionale . Tuttavia, ancora una volta, i documenti del G20 ottenuti sottobanco sostengono il contrario.
Una nota presa a mano da uno dei presenti con titolo “US-Geithner” dice: “presidente ottimista hanno elementi di base pronti negli USA per il prossimo anno”. Un’altra, intitolata “affrontare questioni prima di Copenhagen – Wayne Swan” dice: “Più accordo di quanto si pensi. Necessità di trovare un modo pubblico di comunicare”. Forse una tale autoconsapevolezza della profonda impopolarità della proposta tassa sul carbonio spiega perché gli elementi più controversi della bozza del comunicato sono stati eliminati.
Fonte: www.prisonplanet.com/
Link: http://www.prisonplanet.com/leaked-g20-documents-shed-light-on-global-carbon-tax.html
12.11.2009
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICAELA MARRI