Di Alberto Conti, Comedonchisciotte.org
Caro nipote che non c’è,
questa è la triste storia che ti voglio raccontare, la storia del cattivo pastore e di quel tale di Scandicci, che buttava le castagne per mangiare i ricci. (1)
C’era una volta, nel Paese dei balocchi, un brav’uomo di famiglia contadina, che sbagliava i congiuntivi, con le sue scarpe grosse e il cervello fino, ma dotato di smisurata ambizione.
Costui studiava, studiava, per diventare molto più di un contadino, per diventare un paladino di giustizia e libertà, di un Paese dei valori. E fu così che divenne giudice, nell’epoca precedente a quella del tristo giullare genovese, ma quella è un’altra storia, anche se entrambi finirono inesorabilmente per diventare traditori, scivolando dai valori civili universali ai valori immobiliari personali.
In quell’epoca di grande corruzione nel Paese dei balocchi, lo zio Sam dal di là dei mari decise che bisognava farla finita, il Paese dei balocchi aveva preso una brutta piega, da stampella stava diventando un problema per un impero capitalista antisociale. Bisognava dargli una regolata, sostituire tutti i suoi precedenti gestori, tranne uno, quello veramente portato per indole e natura propria a mentire “a fin di bene” sulla fabbrica dei somari. Un bene che certamente non era quello dei poveri somarelli, ma tanto ormai quelli si bevevano qualunque cosa, anche la più assurda.
Tutto cominciò dalla confessione di uno squallido mariuolo minore, che invece di rubare le caramelle ai bambini come facevano tutti gli altri mariuoli, aveva rubato in una casa di riposo per vecchietti rincitrulliti. Ed è qui che il nostro singolare giudice, abile e spregiudicato cacciatore di verità, fustigatore di costumi e malcostumi, cominciò ad agire senza tanti scrupoli pur di ottenere altre confessioni a catena, con la protezione e il supporto di un pool di giudici per bene, all’oscuro delle vere intenzioni dello zio Sam, percepito così lontano da risultare insospettabile. Fu una strage di mariuoli, che davano e prendevano mazzette tra imprenditoria e politica, per mantenere nello status quo il Paese dei balocchi. Occorreva fomentare lo sdegno generale, già latente presso il popolo dei baloccati, così da invocare una giustizia cieca, come dev’essere ogni giustizia che si rispetti. In realtà, come già anticipato, questa particolare giustizia selettiva ci vedeva benissimo, ma ad un livello che il pool dei giudici galantuomini neppure sospettavano, felici di avere finalmente, ed eccezionalmente, mano libera nel fare il loro nobilissimo mestiere.(2)
Quel che accadde dopo fu molto peggio del male che si era preteso eradicare. Alla scena dei corrotti gestori politici del Paese dei balocchi, seguì la scena dei baloccati di prima divisi giocoforza in due fazioni, in due schieramenti fintamente contrapposti: da una parte i risparmiati dalla rivoluzione giustizialista, sempre più degenerati nel loro metodo di governo ipocrita, caratterizzato da un linguaggio detto orwelliano per oggettive e non casuali ragioni storico-letterarie (3), mentre dall’altra parte nasceva un blocco iperliberista dei ricchi veri e degli allocchi teledipendenti, che altrettanto ipocritamente prometteva libertà per tutti, ma praticava la libertà solo dei pochi già privilegiati, la libertà dei diversamente ladri, quelli che al posto del malaffare illegale volevano rendere legale il malaffare, in perpetuo conflitto d’interessi. Due blocchi sempre più simili tra di loro, in perfetta sintonia con le abitudini correnti dello stesso zio Sam, faro indiscusso di questa strana “civiltà”.
Il campione della nuova e sfavillante casa della libertà manco a farlo apposta era il più ricco del reame, o meglio lo sarebbe diventato miracolosamente grazie alla ricerca spasmodica dell’audience a tutti i livelli, dal commerciale al politico, ma innanzitutto a livello massmediatico, tra disinformazione e intrattenimento, come insegnato nel lontano centro della grande mela ormai matura, quasi marcia.
Passarono gli anni, mentre i baloccati d’un tempo ondulavano tra i due schieramenti fintamente contrapposti, fino a che, a furia di essere derubati e impoveriti, i meno tonti cominciarono a destarsi dal sogno agitato, riconoscendolo come incubo. A questo punto lo zio Sam si allarmò nuovamente, e sapete cosa fece? Quello che aveva sempre fatto, comprare e ricattare le nuove avanguardie, il cui capo-comico non era certo un fine statista, e nemmeno un potente volpone mafioso, ma semplicemente un volgare giullare fintamente castigamatti, anticipatore della nuova (si fa per dire) moda avanguardista. Cavalcare il dissenso per spingerlo in un vicolo cieco e suicidarlo, così come si era fatto in altro modo con lo stesso astro nascente del blocco liberista, inizialmente utile a preparare il terreno psicosociale, ma ormai diventato inadeguato ai tempi nuovi, di nuove crisi sistemiche. (4) Ed eccoci alla stretta finale, ad opera dello schieramento “democratico e progressista”, verso un “socialismo” livellante verso il basso per tutti, tranne che per quello 0,5% che ancora si accoccola ai piedi di uno zio Sam che però comincia a mostrare il peso degli anni, quasi pronto a cedere lo scettro dell’impero a chi meglio di lui saprà interpretare un ristrutturato ex-ex regno dei balocchi, tramite un grande reset verso il regno dei depauperati somari-schiavi. (5)
Qui comincia la vera storia che ti voglio raccontare, caro nipote che non c’è, per spiegarmi e spiegarti perché non ci sei, com’è che andata questa triste vicenda, nel fu Paese dei balocchi e nel resto del mondo, quel vecchio mondo di baloccati frustrati e di somari frustati.
E’ una storia infinita, e lo spazio rimasto è poco, perciò accontentiamoci di alcuni ritagli significativi.
Quando la confusione è tanta sotto il Sole accade che il vuoto politico dei gestori inadeguati viene riempito da qualcosa, una qualsiasi cosa. Ma se il regno così com’era sta per crollare veramente, quel qualsiasi cosa prende necessariamente la forma di uno shock. (6) Lo shock non è uno scherzo, è qualcosa di molto grave e violento, invasivo, che si rapporta direttamente allo spettro della morte, di un qualche tipo di morte, di non ritorno, come il motivo per cui non ci sei, caro nipote mio.
Lo shock indotto è stato battezzato pandemia, diffusione globale di una gravissima malattia, anche mortale, ma in misura così selettiva e statisticamente modesta che ci è voluta una regia mondiale unitaria per rappresentare questo shock in modo abbastanza realistico da poterlo introiettare direttamente nell’inconscio popolare, condiviso soprattutto all’interno di quella stessa maggioranza tirannica figlia dell’audience. La parte più significativa di questa sceneggiatura si evidenzia in questa tragedia greca in forma di Ministero della Paura, fonte di paura della morte, bilanciato, si fa per dire, da un’altrettanto farlocca speranza, quella di una salvifica prevenzione vaccinale. Un vero e proprio rito esorcistico della morte, dove parole intese originariamente e orwellianamente, nomi e riferimenti, realtà e fantasia, vero e falso, fiducia e inganno, tutto si fonde in uno strato profondo di emozioni sepolte in un inconscio individuale e condiviso, ma inaccessibile a qualsiasi razionalità cosciente. Per costoro la propria morte spirituale è un evento già accaduto, come un sonno profondo dell’anima che lascia solamente un’identità vuota a cui aggrapparsi spasmodicamente, fatta soltanto di quelle false credenze eterocostruite giorno dopo giorno, ora dopo ora, da più di un anno, con una potenza di fuoco rappresentativo che non risparmia nessun angolo del loro immaginario collettivo.
Un’identità vuota che però rappresenta soggettivamente l’unico salvagente in un oceano in tempesta, qualcosa a cui aggrapparsi disperatamente, a cui non si può rinunciare, per non morire.
Il Ministero della Paura, guidato da un demente, produce danni e distruzione impunemente, con un’efficienza mostruosa, come solo la demenza al potere sa produrre. Ed è così che il potere dispotico può ancora fingere sembianze apparentemente democratiche, fondandosi su una dittatura della maggioranza resa catatonica (7) nell’anima e nello spirito. Quella maggioranza dittatoriale figlia dell’audience e del marketing, triste eredità del magico Paese dei balocchi del tempo che fù, quello riservato all’infanzia anagrafica, ed ora invece esteso ad una ipnotica infantilizzazione di massa generalizzata. Potenza della Paura!
Appena sopra l’istituzionalizzazione di paura e speranza farlocche c’è il Grande Bugiardone, quel nominato che dall’alto del suo ruolo ideologico ed operativo si permette di mentire sistematicamente e alla luce del Sole, ignorando perfino i bugiardini delle case farmaceutiche delle quali promuove direttamente e indirettamente i bilanci. Questo losco figuro aristocratizzato negli ambienti dell’alta finanza predatoria, alla stessa stregua del giudice-poliziotto-cacciatore-contadino di cui sopra, ma ad un livello decisamente superiore nella gerarchia del vero potere (quanto moralmente inferiore), rappresenta falsamente la massima “garanzia” per la maggioranza dei benpensanti distratti quanto terrorizzati nel profondo, la quale, riconoscente, ricambia di cuore il tiranno omaggiandogli, nella perversa logica dell’audience, la vera garanzia di consolidare e perpetuare il proprio potere amministrativo degli interessi dello 0,5% di cui è rappresentante attivissimo.
In parole povere è un sostenitore della primazia di un potere elitario antipopolare, ma paradossalmente fondato proprio sul gregge, manipolato in tutti i modi, anche geneticamente, in una deriva distopica transumanista che esige un popolo di schiavi fedeli nei secoli a prescindere, privati della loro stessa anima venduta al demonio nella logica del mercato.
Peccato per lui, peccato per loro, che il 95% è anche un po’ terrone, per fortuna nostra, e alla fin fine dimostrerà ancora una volta a se stesso e al mondo che “ Accà nisciùno è fesso! “.
E così tutti i popoli del Sole, figli della luce, sconfiggeranno l’elite delle tenebre.
Ecco perché non ci sei nipote mio, perché la tua stessa nascita è stata negata di fatto nel periodo più buio della storia, quando il mondo è caduto sopra gli onesti e puri di cuore, temporaneamente soverchiati da una maggioranza tirannica quanto zombificata che li voleva distrutti, pur di non sentirsi gridare addosso la verità, pur di non sentire la sveglia che avrebbe spento anche quel nulla di inganni e di menzogne oniriche al quale erano stati ridotti, anche col terrore artificiale della morte biologica. Ma non temere, avrai altre e migliori occasioni per affrontare l’umana esperienza.
Di Alberto Conti, Comedonchisciotte.org
NOTE
(1) https://www.poesiedautore.it/gianni-rodari/i-bravi-signori
(2) https://www.treccani.it/enciclopedia/tangentopoli_%28Enciclopedia-Italiana%29/
(3) https://www.youtube.com/watch?v=_2XiXOGqIkU
(5) https://ilariabifarini.com/il-grande-reset-il-mio-nuovo-libro/
(7) https://www.psiconline.it/le-parole-della-psicologia/catatonia.html
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15.11.2021