TRA APRILE E MAGGIO IL MONDO COSI' COME LO CONOSCIAMO CAMBIERA' (PANORAMA GEOPOLITICO SULLE TRASFORMAZIONI IN ARRIVO E RELATIVE OPPORTUNIT PER L’ITALIA)

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DI ANTONIO DE MARTINI

corrieredellacollera.com

Tra Aprile e Maggio il mondo così come lo conosciamo si trasformerà: dopo una inconsueta concentrazione di eventi elettorali, dall’Afghanistan alla Tunisia, all’ Unione Europea, all’Ucraina, all’Egitto, all’India, al Libano, all’Ungheria ( domenica, oggi per chi legge), conosceremo i nomi dei nuovi interlocutori internazionali rappresentanti i punti più caldi del Globo, mentre alcune elezioni amministrative hanno già definito nuovi ruoli:

in Francia lo sbiadito Ayrault scompare lasciando il posto al Matteo Renzi locale: un altro uomo capitato a sinistra per sbaglio, mentre in Turchia Tajip Erdoghan ha avuto l’appoggio della Turchia anatolica e profonda (e anche di Istanbul la cosmopolita) mostrando che le illusioni americane sul progressismo democratico sono tali.

La sola persona con le idee chiare, o il coraggio di esprimerle a voce alta, sembra essere la Julia Timoshenko – corrotta ma non stupida – che ha lanciato sul Project Syndicate (un sito che vende articoli di personalità politiche e del mondo economico) un articolo dal titolo emblematico “The Yalta Temptation”.

Nel mondo, prosegue la lotta per accaparrarsi le risorse della terra, ma la confusione iniziale sembra lasciare intravvedere gradatamente il disegno complessivo: La posta in gioco è rappresentata dal Petrolio, il Gas e le Terre rare ( tutto il resto, incluso il commercio internazionale e il mercato dei cambi, ne discende) e i ruoli appaiono già assegnati: All’America il controllo del Petrolio, all’Inghilterra il Gas e alla Francia le Terre rare.

Da questa strategia sono escluse Russia e Germania e i paesi BICS ( senza Russia) sono lasciati al loro destino.

La Russia perché con le sue immense risorse in tutti e tre questi ambiti dovrebbe avere un ruolo egemone e questo non le è consentito a pena di consegnarle il controllo del globo che non saprebbe comunque tenere.

Per questa ragione l’Iran deve uscire dall’orbita russa e dirigersi verso occidente. L’America sembra aver messo da parte la suggestione israeliana di distruggere il paese, ostacolo ai suoi calcoli geopolitici di egemonia sul Medio oriente ed ha adottato la strategia del negoziato che i Persiani avevano più volte fatto balenare senza eco.

Putin ha reagito alla marginalizzazione in puro stile KGB rafforzando i rapporti asiatici sia con l’India di cui è il primo fornitore di armi che col Pakistan che alletta con progetti comuni di indipendenza energetica ( il grande pipeline Iran Cina ecc). Il gruppo di Shangai è la materializzazione di questa politica col rifiuto di accettare la candidatura USA e la concessione dello status di osservatore alla Bielorussia.

Alla grave perdita di credibilità internazionale degli USA nella vicenda siriana, ha fatto da contrappunto la speculare perdita di prestigio russo nella questione ucraina.

Vladimir Putin ha rispolverato, con ben altra credibilità, la minaccia di Saddam Hussein e di Muammar Gheddafi di vendere petrolio al mondo in cambio di oro eliminando il dollaro da queste e altre transazioni internazionali, ottenendo la dovuta attenzione.

Adesso i duellanti sono a Parigi a colloquio e vedremo se ne uscirà un accordo o se gli USA cercano di guadagnar tempo per promuovere, magari anzitempo, l’uscita di scena di Putin e far prevalere il più malleabile Medvediev.

Diverso il caso della Germania: La cancelliera tedesca, ipnotizzata dalle scadenze elettorali interne o mal consigliata dal suo Intelligence, non ha capito il movimento strategico in atto e si è autoesclusa dalla operazione Libica e seguenti, a causa anche della sua psicologia da Hausfrau cauta fino alla viltà. Ora, alleato fedele degli USA, spera in un compenso e fornitore fedele della Russia, spera in una Nuova Yalta che salverebbe capra e cavoli e che la Timoshenko, dopo il soggiorno a Berlino ha immediatamente fiutato.

Il primo accordo di Yalta sancì la sorte della Germania per mezzo secolo, la Nuova Yalta potrebbe salvarle la vita per un analogo lasso di tempo.

Per ora ha La Germania ha ottenuto incarichi “secondari” quali occuparsi della Turchia, rimediare al pasticcio siriano e concentrarsi sull’Ucraina tanto necessaria all’equilibrio della bilancia commerciale tedesca col suo potenziale agricolo indispensabile a sostituire quello prussiano ( che diede la prosperità alla Germania Guglielmina) rovinato dalla industrializzazione sovietica e quello francese, su cui poggiava l’intesa franco tedesca del 67, distrutta dalla rivalità emersa sulla vicenda delle Terre rare come si è visto nella attuale crisi centroafricana dove la Merkel ha inviato, non richiesta, una compagnia di soldati al gran completo.

E’ l’equivalente dell’incrociatore tedesco di Agadir nella crisi marocchina del 1908 che segnò l’inizio ufficiale del “build up” della corsa agli armamenti che portò al primo conflitto mondiale, esaltando la frustrazione tedesca per la marginalizzazione rispetto al banchetto coloniale, come adesso sta salendo la frustrazione russa che non capisce perché non possa essere ammessa nel bel mondo.

Alfred Milner fa ancora scuola tra gli anglosassoni e nessuno nel resto del mondo lo conosce ancora….

Anche la Germania ha predisposto un attacco economico agli anglosassoni sotto forma delle informazioni fatte trapelare dalla B.C.E. di Mario Draghi: mille miliardi di euro sono pronti per attuare il famoso quantitative easing che segnerebbe – oltre ad una nostra temporanea risalita – la risposta europea all’egemonia del dollaro e lo affosserebbe, dato che un secondo quantitative easing di risposta ormai gli USA non potranno più farlo.

Il Q.E. è come l’arma nucleare: si può usare solo una volta. Dubito che sia più di una minaccia, ma è indicativo dell’aria che tira.

Gli USA comunque seguono la pista del petrolio: hanno recuperato un filo di fiducia con l’Arabia Saudita, premono sul Caucaso e Kerry è andato in visita in Algeria – dopo anni di isolamento – per discutere di “collaborazione e antiterrorismo” ( quindici anni di ritardo almeno…). In realtà deve concordare i rifornimenti e prezzi alternativi di Gas in caso la Russia continuasse a minacciarne il razionamento all’Europa. Altro segnale che il “gas americano e canadese” è un rifornimento della fantasia.

La Gran Bretagna ha iniziato dal 2011, a dare la caccia ai giacimenti libici ( e la BP li ha ottenuti off shore, è più sicuro) e si sta dando un gran daffare attorno a Cipro, sua ex colonia e attuale base. Il ministro degli esteri Hague ha visitato il Libano – dove le attribuzioni delle zone di prospezione sono state fermate per la terza volta – ha visitato tutti i paesi limitrofi e non e si è inserito autorevolmente nel gioco offrendosi anche di “liquidare la partita siriana”. Non c’ è riuscito, ma si è sbarazzato dei confratelli francesi e insiste contro Assad.

Con noi italiani, molte smancerie, perché sono anni che manteniamo oltre duemila uomini al confine israelo-libanese-siriano ( oltre ad alcune cacciatorpediniere) e ci associano al business. In questa ottica va vista la visita della Regina Elisabetta al Quirinale, palesemente più interessata a Napolitano che al Papa.

D’altronde, la presenza contemporanea all’ambasciata inglese di Grillo e Letta è un chiaro sintomo di iperattività inglese, mentre la dichiarazione di Obama “siamo favorevoli ad una leadership italiana nel Mediterraneo” mostra il giusto distacco di chi non si cura dei dettagli.

Per adesso, dagli inglesi abbiamo ottenuto solo l’ammissione in semifinale di Fognini e Seppi alla Coppa Davis e la candidatura di Emma Bonino a sostituire Lady Ashton come alto rappresentante europeo: Lady Ashton non è una lady, ma una proletaria promossa da Blair che avrebbe dovuto andarsene comunque. E’ come farsi regalare un abito smesso.

La Francia si è lanciata anima e corpo in Africa – finalmente liberata dalla spina nel fianco di Gheddafi col quale ha guerreggiato oltre un decennio in Chad – e incurante del ventesimo anniversario della strage di ottocentomila innocenti Hutu (pende un processo anche in Francia ed è ormai chiaro che ci fu la complicità francese avvallata da Mitterand) marcia trionfalmente in Centro Africa, mentre il Chad ha ormai mangiato la foglia ed ha ordinato il ritiro del proprio contingente.

L’Italia può in questa fase giocare più carte: Anzitutto in Iran : l’allentamento dell’embargo ha reso disponibile petrolio sottocosto in quantità crescenti, le industrie stanno riprendendo a produrre ed hanno bisogno di riprendere i rapporti coi fornitori; l’Egitto deve mantenere rapporti tiepidi con gli USA e detesta gli inglesi, ex potenza coloniale, noi possiamo rifornirli e collaborare; L’Algeria ha ormai un ruolo chiave nel mediterraneo e non si fida certo di Kerry.

Possiamo forzare i tempi e i modi di una collaborazione proficua a patto di non farci battere dai francesi ed aumentare la nostra capacità competitiva (ad esempio evitando che la SACE si riassicuri con la COFACE francese per non partire con un 2% di costi in più fin dal primo giorno). È così difficile trovare esperti di rischio-paese in Italia?

In Libano, anche in collaborazione col Vaticano possiamo spingere la candidatura di un Presidente amico e sfruttare la cosa dal punto di vista petrolifero. Dobbiamo anche puntare alla conclusione della pace in Siria ed a gestire la sua ricostruzione.

Per noi è un momento difficile perché l’ENI è in cambio della guardia e al ministero degli esteri abbiamo una ragazzina che si fa gabbare dai funzionari adottando una spending review da Pulcinella: annunzia la chiusura di alcuni consolati onorari tipo quello in Honduras o in Mauritania, dove, quando l’ambasciatore in Senegal che è titolare del rapporto, va in visita annuale, la nostra buon console onoraria paga lei il pranzo.

Ci serve al governo un premier tipo l’Ungherese Orban (magari con un pochino di senso solidarietà nazionale in più) : ha messo a posto la UE, pagato il debito contratto col FMI dal governo socialista, ottenuto una crescita accettabile e dato la cittadinanza a mezzo milione di nuovi ungheresi in un solo anno. E’ il solo in Europa ad avere un +2%.

Ci vedete Alfano in questo ruolo? Berlusconi? D’Alema? Monti? Casini? Grasso? Boldrini? Bersani? Letta? Ichino? Vendola? Schifano? Rodotà? Passera?

Passerà, passerà….

Antonio De Martini

Fonte: http://corrieredellacollera.com

Link: http://corrieredellacollera.com/2014/04/06/panorama-geopolitico-sulle-trasformazioni-in-arrivo-e-relative-opportunita-per-litalia-di-antonio-de-martini/

6.04.2014

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