DI CLAUDIO GALLO
La mia tesi, solo in apparenza strana, e’ la seguente: il sistema Neoliberista che dirige direttamente o indirettamente la gran parte del mondo sta producendo una disastrosa mutazione antropologica che conduce ad una sorta di totalitarismo planetario.
Prima di tutto chiariamo il lessico. Neoliberismo è in generale una filosofia economica stabilitasi nel 20° secolo grazie a figure come Friederich Hayek e Milton Friedman. Tipico di quel pensiero è il credo che il solo fattore unificante della società è l’ individuo, unito ad una fede in un mercato libero che possa regolamentare la societa’ stessa in maniera autonoma, senza ingerenze esterne. I Neoliberisti sono sempre a favore di qualsiasi deregolamentazione o privatizzazione.
Storicamente, la autoregolamentazione del Mercato è conosciuta come la classica teoria liberista della “mano invisibile”. Di solito viene attribuita ad Adam Smith, anche se l’ economista Scozzese vi faceva ricorso molto raramente e in apparenza con un significato più restrittivo. Comunque, la mano invisibile costituisce ora una parte essenziale della teoria neoliberale, che considera ogni tipo di intervento pubblico nella Economia come l’ opera del Diavolo.
I poteri magici della mano invisibile necessitano di una societa’ di puri e semplici individui all’ opera: ciascuno perseguendo il miglior interesse personale, il sano egoismo degli atomi della Societa’. Alchemicamente, questo egoismo composito sfocerebbe in un beneficio massimizzato ed esteso alla Societa’ intera. E’ un macchinario che non si inceppa mai, un “Motore Perpetuo” in cui la produzione illimitata combacia con il desiderio illimitato. Non vi sono virtualmente limiti.
Oltre a Smith, il padre oscuro del Neoliberismo è l’ ultra-moderno Bernard Mandeville. Nella sua Favola delle Api egli ha glorificato l’ avidita’ ed ogni vizio in generale come la vera forza dominante dell’ Economia. Non fu un caso che Hayek stesso manifesto’ apertamente il suo apprezzamento per lui. La franchezza di Mandeville non è tipica del Neoliberismo, che ab origine tende a proporsi come al dila’ della morale; anche in seguito alla pubblicazione di “The Wealth of Nations”, Smith si confrontava con lo studio delle implicazioni morali. Come afferma Renè Dumont, l’ azione economica in Smith è “aggirare la morale senza osteggiarla”.
Jean Claude Michea ha spiegato piuttosto esaustivamente che questo sospetto di avversione alla moralità e’ insito nel DNA del Liberismo: e’ la reazione alle sanguinose guerre di Religione Europee del 16° e 17° Secolo. Le memorie di quegli orribili conflitti , colmi di passioni e odio politico e religioso, hanno forgiato l’ attitudine della neutralita’ liberale.
Questo è un passaggio focale, perche’ tuttora il Neoliberismo si propone come una ideologia di neutralita’: la ideologia della fine delle ideologie. Non uno tra i molti sistemi politici, storicamente e socialmente definito, ma un fatto naturale atemporale. Il Mercato autoregolamentato diventa cosi’ idealmente una sorta di categoria universale che era presente dal principio nella Storia Umana. Molti critici, che seguono precipuamente gli studi antropologici di Marcel Mauss, hanno fatto notare che la piu’ antica forma di Economia era piuttosto incentrata sull’ obbligo a dare e ricevere reciprocamente.
Se il nocciolo del Neoliberismo è un fatto naturale, come suggerito dalla ideologia profondamente interconnesso alla psiche collettiva, chi può modificarlo? Si puo’ vivere senza respirare, o interrompere i ritmi circadiani? Questa e’ la ragione per cui la Democrazia Occidentale si nasconde dietro le molte maschere, dietro cui e’ essenzialmente lo stesso partito Liberista. Il cambiamento non e’ proibitivo….è impossibile. Alcuni ritengono questo aspetto una subdola forma di di Totalitarismo invisibile.
A questo punto attendo che qualcuno dia il via alla vecchia litania sulla differenza tra il Liberismo (Bene) e Neoliberismo (Male), tra Liberismo politico ed economico, e tra liberalismo e Liberismo. Da un punto di vista analitico, molte di queste differenze sono concrete: il liberalismo di Benjamin Constant era molto diverso dalla teoria economica di Milton Friedman, e molte delle battaglie liberali per la libertà del 19° Secolo furono decisamente auspicabili. Ma da un punto di vista storico, sembra che il Neoliberismo non sia niente piu’ di cio’ che è ora il Liberismo. Vi ricordate i Marxisti del 1960/70 affermare che la Unione Sovietica non era il Comunismo reale? Era una sorta di degenerazione, naturalmente, ma dov’ era il vero Comunismo? Il trionfale Neoliberismo e’ il Liberismo e si dipana nella Storia proprio come il Comunismo Sovietico (o la sua peggiore versione Asiatica) era il Comunismo della Storia.
Nella societa’ Neoliberista non vi e’ nessuno a gestire realmente il potere politico. La Economia si autoregolamenta ed il Governo e’ costituito da tecnici che applicano alcune scelte razionali. Ovviamente, questo e’ un paravento ideologico. Conservare questa facciata, inducendo la gente a credere che sia la realta’, è precisamente lo scopo politico del Neoliberismo. Lo strumento principe per perseguire tale scopo e’ la propaganda. I principali pensatori della moderna propaganda riscoprirono rapidamente la vecchia idea ben nota ad ogni antico mistico: le immagini sono piu’ potenti delle parole. Guy Debord riconobbe con genialita’ questo processo nel suo criptico “The Society of Spectacle” del 1967.
Nel suo libro “Hidden Persuaders”, Vance Packard punto’ il dito contro i cartelloni sfavillanti e i messaggi subliminali. Come Noam Chomsky osserva sulle Corporazioni, “l’ obbiettivo e’ di massimizzare i profitti e le quote di Mercato. Ed essi dispongono di un bersaglio per tali obbiettivi: specificamente la popolazione. Essi devono essere convertiti in consumatori totalmente ottusi di merci che non desiderano. L’ ideale sarebbe di ottenere individui totalmente dissociati l’un l’altro.”
Il Libero Arbitrio in Declino
Ed ecco giungere il cervello. L’ idea che, ad uno specifico livello sociale e politico sia necessario implementare la struttura fondamentale del cervello abitualmente demandata alla razionalita’ pratica e verbale (dove, ad esempio, la relazione causa/effetto e’ cruciale per fondate ragioni evolutive) dovrebbe rimanere valida. Mentre in Natura non esiste nulla di simile al libero arbitrio, ad un ristretto livello sociale si potrebbe concepire il concetto di liberta’. Questo spazio ristretto è la dimora della nostra preziosa razionalita’. Da alcune decadi, questa attitudine, inscritta nella nostra fisiologia, sta diventando rapidamente obsoleta. Il cervello e’ uno degli organi piu’ flessibili, che si e’ costantemente adattato nel corso della Storia. Ora, la grande differenza consiste nel fatto che esso si sta adattando ad un cambio cognitivo architettato da uomini con lo scopo di controllare altri uomini: l’ esito di tale mutazione potrebbe essere un nuovo tipo di individuo piu’ malleabile e controllabile, nient’ affatto un individuo “adatto” in termini evolutivi. Pensate alla “mutazione antropologica” di Pasolini…
La nostra societa’ Neoliberale sta allevando una specie che si adatti al Nuovo Totalitarismo Globale. Un autore come Francis Fukuyama lanciò un allarme piuttosto simile nel suo “Our Posthuman Future” del 2002, anche se molto meno radicale, e soprattutto, non connettendo la struttura del sistema politico dominante con tali mutazioni.
Per operare nella nostra I-Society, non necessitiamo tanto di un approccio razionale, quanto di una capacita’ di associare le immagini per analogia. E’ un mondo in cui il vecchio principio di non-contraddizione e’ inutile, perche’ le immagini si proiettano ininterrottamente con una dinamica non-logica. Baumann lo chiamo’ il “Mondo Liquido”. Per vivere in un mondo liquido, siamo propensi a sviluppare attivita’ cerebrali che possono retrocedere ad un rapido ripetersi di una successione continua di immagini ed emozioni. In tale mondo, una struttura razionale e’ pura archeologia.
La legge della nostra societa’ e’ la velocita’, e nella mente le immagini sono piu’ rapide dei pensieri. Puo’ sembrare un po’ astratto, ma pensiamo alla nostra vita di tutti i giorni. Avete notato la diffusa incoerenza degli odierni films thriller, molto piu’ marcata che non nelle pellicole del passato? Cio’ e’ dovuto al fatto che la struttura logica di una pellicola non e’ piu’ importante; il punto focale della trama puo’ essere un’ emozione o un sentimento che filtriamo volentieri attraverso un qualche schema cerebrale in cui la razionalita’ non e’ coinvolta. La razionalita’ in effetti non e’ mai stato il tratto caratteristico del mondo degli uomini; cio’ e’ ovvio, ma e’ stata da sempre ritenuta essere al vertice della piramide cognitiva sociale umana come lo strumento limitato della nostra liberta’ politica. Ma la capacita’ di operare connessioni razionali non e’ mai stata cosi’ in disuso come ora nella attuale societa’.
Sono certo che nei grattacieli di cristallo e negli attici dove il celebre un percento degli immensamente ricchi vivono, il vecchio Machiavelli non e’ mai passato di moda. Per gestire il loro potere e le loro ricchezze, essi necessitano delle vecchie categorie di causa/effetto e cosi’ via…In definitiva, il mondo liquido e’ la ideologia che soggioga l’ altro 99% in una sorta di Totalitarismo dove chiunque e’ pronto a giurare di essere libero.
Claudio Gallo, l’ autore dell’ articolo, è un giornalista, attualmente ricopre la carica di editore culturale de “La Stampa”, dove e’ anche stato editore dell’ ufficio Esteri e corrispondente a Londra. Il suo principale interesse è la politica Mediorientale.
Fonte: http://rt.com/
Link: http://rt.com/op-edge/171240-global-totalitarianism-change-neoliberalism/
8.07.2014
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GIORGI GANDOLFO