… ci sarebbe un posto dove non vorrebbero arrivare quei fanatici dell’ISIS, a meno che non stiano cercando un passaggio veloce per raggiungere l’aldilà e tutte le vergini che gli hanno promesso.
Almeno questo sembra a leggere cosa scrive The Economist sul Medio Oriente. Infatti, prenendo una posizione piuttosto strana, l’Economist non ritiene che le forze irachene debbano sbaragliare l’ ISIS nella battaglia in corso per Mosul. Questo perché quei Tagliateste – quelli che con le teste tagliate poi ci giocano a palla – potrebbero essere utili per qualche altro motivo qualificante già messo all’ordine del giorno della stessa rivista: la presa della Siria e la cacciata di quel diavolo di Bashar Assad da Damasco.
Proprio così, avete capito bene. Il settimanale inglese, da sempre amato da chi non è capace di farsi – da solo – una propria opinione, si è infilato in una diabolica alleanza con l’ ISIS. Così i loro portatori d’acqua, cher lavorano in tanti settimanali in tutto il mondo, trasformeranno questa strana tesi in un argomento focale di cui potranno sproloquiare i piccoli-funzionari di tante aziende per tutta la durata della loro dura giornata di lavoro. E se avrete la sfortuna di passargli abbastanza vicino li sentirete sostenere che “la strategia più saggia per riconquistare Mosul è lasciare all’ISIS (sic) una via di uscita, verso l’Est della Siria.”
Perché questo è quello che ha scritto The Economist, e a cui si deve credere.
Wow! @TheEconomist ammette che preferirebbe che l’ ISIS si trasferisse in Siria – facendo peggiorare la situazione del paese – piuttosto che vederli (definitivamente) sconfitti in Iraq.
Lezione di Geografia
Il problema è che l’editto di The Economist è una m***accia. Per due motivi. In primo luogo, perché se si lascia all’ ISIS “una via di uscita, verso est”, questo passaggio non li porterebbe in Siria, ma li porterebbe in Iran, passando per Erbil, che è la capitale del Kurdistan iracheno. Ora, visto che tipo di ossi duri sono i curdi e quanto siano ben in grado di mantenere le proprie posizioni, quello sarebbe esattamente il posto dove non vorrebbero arrivare quei fanatici dell’ISIS, a meno che non stiano cercando un passaggio veloce per raggiungere l’aldilà e tutte le vergini che gli hanno promesso.
E’ uno scivolone dei social media di The Economist che, quando scrivono westward , intendevano sicuramente indicare la Siria. Perché andando in quella direzione, l’ISIS può essere utile e aiutare a realizzare il sogno anglo-americano di un cambio di regime a Damasco. E poi nel giro di pochi anni, dopo che si sarà compreso che anche la nuova ciurma si metterà sotto il comando, molto probabilmente, dello stesso genere di islamici, i due paesi potranno impegnarsi ancora una volta per “combattere il terrorismo” e per ungere ancora una volta le ruote della tanto cara industria delle armi. Dopo tutto, questo sarebbe un bel risultato in campo economico, non vi pare?
Una Lezione di Tattica
Per quanto riguarda il settimanale, quindi sta (certamente) cercando di convincere i suoi followers che lasciare all’ISIS una qualsiasi via di uscita sia “la strategia più saggia.” Si, però questa è una stupidaggine, perché il miglior piano militare sarebbe circondare Mosul e prendere la città con la forza. In effetti, questa è sempre stata la miglior strategia militare e lo sappiamo solo perché questo sta scritto in tutti i trattati di strategia militare.
Quindi, delle due l’una: o l’opinionista-adolescente-responsabile di The Economist e del suo Twitter ne sa molto di più di gente del calibro di Carl von Clausewitz e di Sun Tzu, oppure il vero obiettivo di questo settimanale è solo il rovesciamento di Assad.
Anche se questo significa risparmiare l’ ISIS.
Quale potrebbe essere lo scenario più plausibile? Ci metto un biglietto da cinque, sulla seconda che ho detto.
Dichiarazioni, opinioni e pareri espressi in questo articolo sono esclusivamente quelle dell’autore e non rappresentano necessariamente le linee di RT.
Fonte : https://www.rt.com 25 ott. 2016
Link : https://www.rt.com/op-edge/364020-economist-isis-unholy-alliance/
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario