THE ANTI-EMPIRE REPORT N° 23

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Alcune cose da sapere prima che il mondo finisca

DI WILLIAM BLUM

Londra, un’altra vittima della guerra contro il terrore

Nel periodo precedente l’invasione USA dell’Iraq, da molte parti è venuto l’avvertimento del grande caos e della grande violenza a cui ciò avrebbe portato in varie parti del mondo, i molti nuovi antiamericani – terroristi e non – che sarebbero stati prodotti. Ma adesso penso si possa dire che le conseguenze sono state ancora peggiori di quanto annunciato. In Indonesia, per esempio, più di una volta. In Turchia più di una volta. In Pakistan ripetutamente. In Arabia Saudita, in Marocco, a Madrid. E ora la gente di Londra ha appena subito quello che la gente di Baghdad, Falluja e molte altre città irachene vanno subendo quasi tutti i gironi da più di due anni. Questo solo per nominare alcuni dei più gravi attacchi fra i migliaia di atti terroristici contro bersagli americani e di alleati di Washington da quando gli Stati Uniti hanno imposto al mondo la loro cosiddetta Guerra contro il Terrore. Contrariamente alla macchina delle menzogne, il mondo non è stato reso più sicuro.Abbiamo bisogno di qualche altra prova che non c’è soluzione securitaria al terrorismo? Né soluzione militare? Come si possono fermare le bombe negli autobus e nelle metropolitane? Controlli ogni passeggero per tutto il giorno, ogni giorno, per sempre? Passi ai raggi X tutte le borse e gli zainetti a Times Square durante l’ora di punta? Ci piaccia o no, dobbiamo ammettere che il Terrore è un messaggio ed è meglio che impariamo ad ascoltarlo con la mente meno indottrinata che riusciamo a far emergere dalla nostra interiorità. Ci sono i messaggi violenti e ci sono i messaggi verbali. Un gruppo che si autodefinisce Organizzazione della Jihad di al-Qaeda in Europa ha rivendicato gli attacchi a Londra in un messaggio su internet. Il gruppo ha detto che gli attacchi erano “in risposta ai massacri perpetrati dalla Gran Bretagna in Afghanistan e in Iraq…
Continuiamo ad avvertire i governi di Danimarca, Italia e di tutti i Crociati che avranno la stessa punizione se non ritireranno le loro truppe dall’Iraq e dall’Afghanistan.” Si noti che, come al solito, non c’è alcun riferimento a democrazia, libertà, ricchezza, valori occidentali, o qualcuna delle altre cose che George W. non si stanca mai di dirci che i terroristi odiano e che sono le ragioni per cui attaccano l’Occidente. (1)
Non è particolarmente importante che questo annuncio sia o meno un annuncio ufficiale del gruppo ufficiale al-Qaeda (se un tale gruppo esiste ancora o è mai esistito), o se il gruppo avesse qualche connessione diretta con i quattro uomini di Leeds identificati come i colpevoli. I discendenti e i simpatizzanti di al-Qaeda stanno ancora in circolazione e crescono di numero e rabbia ogni giorno che passa che gli Stati Uniti e i loro alleati restano in Iraq e Afghanistan. Se dei musulmani che sono nati in Gran Bretagna, vivono in un quartiere di periferia e giocano a cricket possono essere ispirati a diventare attentatori suicidi, allora gli Stati Uniti e il Regno Unito possono scegliere solo fra due opzioni: rimuovere la fonte dell’ispirazione cambiando la propria politica estera, oppure continuare a negare l’evidenza, cosa politicamente conveniente.

Uscire dall’Iraq

Strategia di uscita – questa è la parola del momento nei talk show della domenica mattina e fra i membri del Congresso, conservatori e liberali allo stesso modo, che fanno appello alla Casa Bianca perché annunci una tabella di marcia per il ritiro dall’Iraq. Per molti serve come critica della politica irachena dell’amministrazione; è più o meno la critica più dura che fanno (insieme con richieste di altre truppe, altri veicoli blindati, e altri giubbotti antiproiettile). Ma discorsi del genere, anche se dovessimo prenderli sul serio, cosa significano in realtà? Suggerisco che per valutare queste richieste dobbiamo sapere qual’è per chi le fa la vera ragione della presenza USA in Iraq. Se uno crede che la motivazione fondamentale dietro l’invasione e l’occupazione ordinata da Washington era altruistica – rovesciare una dittatura e fondare una società veramente libera, indipendente, democratica, secolare e prospera – allora, naturalmente, può sostenere che gli USA non se ne dovrebbero andare nella misura in cui la situazione attuale è anni luce da un tale nobile obiettivo. Tuttavia, se uno in realtà non soffre di questo avanzato stato di demenza e sa, o almeno sospetta seriamente, che cose come il petrolio, Israele, il dollaro contro l’euro, l’impero e le aziende USA siano state, e rimangono , la principale raison d’être della presenza americana, allora che senso avrebbe fare appello a una tabella di marcia per il ritiro? Il petrolio ecc. sono considerazioni permanenti per la Casa Bianca. Non c’è stata strategia di uscita perché non c’era strategia di uscita. Così l’unica richiesta da fare deve essere uscire adesso, cominciare a fare i bagagli domani. Se non stanotte.

Ogni giorno che l’occupazione continua aumenta la terribile sofferenza del popolo iracheno. Gli attentati e gli omicidi quotidiani potrebbero anche finire non appena gli USA se ne vanno; la fine dell’occupazione certamente ha ricevuto un’attenzione più che fuggevole nei comunicati degli insorgenti. Il fatto che gli USA stiano creando ogni giorno altri “jihadisti” antiamericani – cosa che la CIA ha recentemente confermato (2) – è in se stessa una ragione sufficiente per andarsene. Una domanda che qualcuno dovrebbe fare a Bush o Rumsfield: “Se sapessi con certezza che gli attentati, i rapimenti e gli assassini in Iraq cesserebbero immediatamente alla partenza degli USA, lei si ritirerebbe immediatamente?”
Chi mette in guardia contro una guerra civile in Iraq se gli USA si ritirano ricordano quelli che mettevano in guardia contro un bagno di sangue comunista in Vietnam se le forze americane se ne fossero andate. Questo avvertimento fu ripetuto nei media al punto di diventare un cliché. Tuttavia, non ci fu mai alcun tipo di bagno di sangue. Tutto quel che accadde fu che alcuni dei collaboratori dei nemici del Vietnam furono inviati in campi di “rieducazione”, un trattamento molto più civilizzato che nell’Europa di dopo la seconda guerra mondiale, dove molti di quelli che avevano collaborato con i tedeschi furono pubblicamente esibiti, rapati a zero, umiliati in altri modi, e /o appesi all’albero più vicino.
Gli Stati Uniti alla fine dovranno andarsene dall’Iraq, almeno parzialmente. Ma quando questo accadrà, guardate con attenzione. Osservate chi avrà mantenuto il controllo del petrolio e delle altre entità economiche; e chi avrà conservato vari privilegi. Nei primi giorni dell’occupazione, l’Autorità provvisoria della coalizione sotto il funzionario americano Paul Bremer ha approvato diverse leggi che garantivano alle aziende americane ogni sorta di vantaggi con un rischio minimo. Queste leggi sono ancora valide e, essendo scritte, saranno molto difficili da cambiare. E quale organismo di governo iracheno sarà in capace di far chiudere agli USA le sue basi, comprese quelle nuove attualmente in costruzione?

Salvare l’Africa. Per chi?

Siamo appena passati attraverso una delle periodiche campagne “Salva l’Africa” – il G-8 si stava riunendo, Live 8 stava suonando, l’aiuto stava crescendo, e debiti venivano cancellati… Paul McCartney, Bono, Stevie Wonder…. Make Poverty History”… Ma qualcuno dubita che dopo che le canzoni saranno state cantate e l’attuale campagna sarà storia l’Africa non nuoterà nello stessissimo fiume di miseria? Neanche se tutti gli impegni di aiuto del G-8 saranno mantenuti, cosa che, se la storia può servire da guida, non accadrà nemmeno lontanamente; e nel 2010, la data obiettivo per l’aiuto, chi sta prendendo gli impegni probabilmente da qualche tempo non sarà più in carica. Si possono offrire tutte le ragioni che si vogliono per questo triste stato di cosa, non ultima fra queste il meccanismo della globalizzazione come sostenuto dal G-8, in particolare i sussidi di questi paesi ai propri prodotti agricoli, con i quali i produttori africani non riescono a competere, e l’aggiustamento strutturale del FMI, che costringe i paesi che ricevono l’aiuto a tagliare ogni sorta di servizi sociali e ad aprire l’economia alle multinazionali. È per promuovere questi fini che il G-8 esiste; non è, sia detto il vero, un istituto di beneficenza per aiutare le nazioni più povere.

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Ma in alto sulla sull’elenco delle ragioni del fallimento c’è anche la corruzione. In passato, buona parte di qualsiasi aiuto reale che arrivava non raggiungeva chi ne aveva più bisogno, mentre funzionari dei governi africani andavano a spasso in Mercedes e volavano in Svizzera per stare vicino ai propri soldi. Cosa si può fare per questo? Trovare leader migliori, naturalmente; leader genuinamente preoccupati del benessere di chi sta in fondo. Hmmm. Ma cosa succederebbe se un Salvador Allende o un Jean-Bertrand Aristide o un Fidel Castro o un Hugo Chávez arrivasse al potere in un paese africano? Gli Stati Uniti farebbero del proprio meglio per rovesciarlo, o, se non ci riuscissero, renderebbero il suo governo il più difficile possibile. Tale fu il destino di Patrice Lumumba nel Congo e Kwane Nkrumah in Ghana negli anni ’60, e di Agostinho Neto in Angola all’inizio degli anni ’70. Washington installò anche dei propri mostri particolari, come Hissan Habré in Ciad negli anni ’80 e Joseph Mobutu nello Zaire per tre decenni, finiti negli anni ’90. Gli USA non hanno dovuto sovvertire Nelson Mandela perché questo in carica non è stato particolarmente progressista, istituendo un vasto programma di privatizzazione ed aggiustamento strutturale del FMI, che non ha fatto nulla per alleviare la miseria di milioni di sudafricani.

Ancora una volta con sentimento

Il 2 luglio, un attacco aereo americano nelle montagne dell’Afghanistan ha distrutto una casa, e mentre gli abitanti del villaggio si radunavano per osservare i danni, un aereo URA ha lanciato un’altra bomba sullo stesso bersaglio. La seconda bomba ha ucciso 17 civili, comprese donne e bambini, secondo il governatore della provincia. I militari USA hanno confermato le morti dei civili ma hanno detto che il loro numero non era chiaro, affermando che la casa presa di mira era una nota base operativa per attacchi terroristici. Il comunicato ha aggiunto che le forze USA “si rammaricano per la perdita di vite innocenti.”
Due giorni più tardi, dopo che anche il governo afgano dell’alleato americano Hamid Karzai ha criticato i bombardamenti, il Dipartimento di Stato USA ha dichiarato: “siamo profondamente rammaricati per qualsiasi perdita di vite civili nel corso di azioni militari.” (3)
Nel 1999, durante il bombardamento NATO (leggi USA) della Jugoslavia durato 78 giorni, “ci rammarichiamo per la perdita di vite innocenti” era un’espressione comune dalle bocche di portavoce della NATO. Era anche un’espressione regolarmente utilizzata dall’IRA dopo qualcuno dei loro attentati andato storto in Irlanda del Nord. ma le azioni dell’IRA venivano regolarmente definite “terroristiche”.

Se tutti gli economisti venissero messi distesi uno dopo l’altro ancora non raggiungerebbero nessuna conclusione utile.
I poveri del mondo sono caduti dall’ordine del giorno cosmico secoli fa. In India, i senza casa bastano a costituire città di discrete dimensioni, gli slum sono tanto grandi da costituire una grossa metropoli; “povertà schiacciante” o “poverissimi” non rende abbastanza; “una dieta senza cibo” ci si avvicina di più. Noi tutti conosciamo il quadro. Il Wall Street Journal, però, vede cose che noi non vediamo. “L’economia indiana è cresciuta di un 7 per cento che è più di quanto previsto durante i tre mesi terminati il 31 marzo”, hanno informato senza fiato il 5 luglio. “Il prodotto interno lordo indiano quest’anno ha registrato una delle crescite maggiori al mondo.”
Prodotto interno lordo… è davvero una meraviglia, questa; puoi metterci dentro quasi tutto quello che vuoi, come un bidone dell’immondizia; qualsiasi cosa chiamata prodotto, qualsiasi cosa chiamata servizio. Vuoi essere un buon cittadino e accrescere il PIL? Dai fuoco a un edificio (che poi deve essere ricostruito), oppure esci e ammazza qualcuno (servizi di pompe funebri, cimiteri, avvocati, ecc.). Come ha osservato un economista, sposa la tua donna delle pulizie, e farai calare il PIL (un servizio pagato che si trasforma in uno non pagato). Il PIL è in tale misura arbitrario, così arbitrariamente complesso; e poi la complessità è moltiplicata paragonando il PIL fra differenti paesi. Chi sa cosa ci mette l’India nella propria pattumiera? È la stessissima spazzatura calcolata nella stessissima maniera che negli Stati Uniti? Non è molto probabile. Ma economisti, politici, i media, usano tutti i loro Indicatori Economici di Punta per dipingere il tipo di quadro che vogliono vedere; dal momento che l’India è immersa nelle gioie della globalizzazione è vitale per i capi claque della globalizzazione come il Wall Street Journal dipingere facce sorridenti.

Cosa ti piacerebbe credere contro ogni evidenza?

“Alcuni mesi fa ho detto al popolo americano che non avevo scambiato armi per ostaggi. Il mio cuore e le mie migliori intenzioni mi dicono ancora che questo è vero, ma i fatti e l’evidenza mi dicono che non lo è.” Presidente Ronald Reagan, 1987 (4). Reagan potrà anche essere stato nel suo stato pre-Alzheimer quando pronunciò le famose smentite sullo scambio di armi con gli ostaggi americani detenuti in Iran, ma qual’è la scusa per le fantasie dei Repubblicani di oggi? Come il vicepresidente Dick Cheney, che ha rivelato insospettate doti di umorista dichiarando in giugno che i prigionieri al centro di detenzione USA a Guantánamo Bay, Cuba, erano trattati bene. “Vivono ai tropici. Sono ben alimentati. Hanno tutto quello che potrebbero mai desiderare.” (5)

Per non essere da meno, il membro del Congresso Duncan Hunter della California ha tenuto alcuni giorni più tardi una conferenza stampa su Guantánamo. Mostrando alcuni gustosi pasti tradizionali, ha detto che il governo spende 12$ al giorno in alimenti per ogni persona. “Così il punto è che i detenuti a Guantánamo non hanno mai mangiato meglio, non sono mai stati trattati meglio, e in vita loro non sono mai stati meglio che in questa situazione.” (6)
Normalmente non mi disturbo a commentare storie raccontate dai bugiardi professionisti di Bush; roba del genere è sorprendente e fa notizia come Paris Hilton che posa in abiti succinti. Ma quello che trovo interessante è come la gente di Bush ha colto bene una verità fondamentale, messa in vasta circolazione per la prima volta da un certo signor A. Hitler, originariamente austriaco. Questo individuo, anche se spesso gravemente criticato, in realtà arrivò a diversi giudizi assai penetranti su come funzionava il mondo. Uno di questi era il seguente:
“Le grandi masse della gente nel più profondo del proprio cuore tendono ad essere corrotte piuttosto che consapevolmente e intenzionalmente malvagie… dunque, in vista della primitiva semplicità delle loro menti, cadono vittime più facilmente di una bugia grande che di una piccola, poiché essi stesso mentono nelle piccole cose, ma si vergognerebbero di bugie che fossero troppo grandi.” (7)
Si può dubitare che molti americani che hanno ascoltato o letto le osservazioni di Cheney o di Hunter abbiano trovato molto difficile credere che fossero bugie dalla a alla zeta? E la prossima volta che questi buoni cittadini si imbatteranno in accuse di maltrattamenti a Guantánamo, saranno scettici. Funziona.

William Blum
Fonte:www.killinghope.org/
14 luglio 2005

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LUCA TOMBOLESI

NOTE

(1) Per una discussione di questo problema vedi il saggio dell’autore a: http://members.aol.com/essays6/myth.htm
(2) New York Times, 22 giugno 2005, p. 10
(3) Associated Press, 4 e 6 luglio
(4) Washington Post, 5 marzo 1987, p. 1
(5) CNN.com, 23 giugno 2005
(6) Scripps Howard News Service, 28 giugno 2005, commento di Reg Henry
(7) Adolf Hitler, Mein Kampf (ed. inlgese Houghton Mifflin Co., Boston, 1971; versione originale 1925), vol. 1, capitolo 10, p. 231

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