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Caro Diario, Ecco il rapporto fresco fresco dal Grande Bianco Nord in preda alle turbolenze terroristiche. Dopo “l’attentato al Parlamento”, il Canada é su tutti i media.
Quelli Italiani, come al solito, si distinguono per l’approssimazione e gli errori plateali nel raccontare i fatti. Tuttavia ció che manca completamente é un’analisi delle motivazioni, delle conseguenze e degli attori coinvolti. Vediamoli un poco.
COSA E’ SUCCESSO VERAMENTE
Criminalizzazione
Mentre l’isteria mediatica non ha memoria, gli alberi nascono sempre dai semi.
Per comprendere cose sta succedendo da queste parti dobbiamo fare un passo indietro. A Gennaio del 2014 con un colpo di penna 15.000 canadesi vengono trasformati in criminali pericolosi. Sono i possessori di un certo tipo di arma, perfettamente legale fino a quel punto. La polizia federale decide che é possibile trasformare il fucile CZ 858 in un arma automatica (cosa mai accaduta) e lo rende illegale. Pena minima per il suo possesso due anni di reclusione. Era solo l’inizio.
IL RAMBO CANADESE
Il 6 Giugno 2014, in New Brunswick, un ragazzo di 24 anni, complottista, survivalist e anti governo prende il fucile e fa secchi tre poliziotti della RCMP, ferendone altri due (vedi qui i dettagli). La cittá di Moncton viene messa sotto assedio da piú di 2000 poliziotti, in una replica dei fatti di Boston.
IL PIRATA DELLA STRADA DI ALLAH
A metá ottobre in Quebec, Martin Couture-Rouleau, un ragazzo di 25 anni, prende la macchina e travolge due soldati in divisa, ucidendone uno. Successivamente viene inseguito dalla polizia in una fuga rocambolesca che si conclude quando la macchina del presunto attentatore finisce in un fosso. Quando Martin viene fuori dalla macchina la polizia gli spara e lo uccide. L’uomo era disarmato a parte un minuscolo coltello. Couture-Rouleau era conosciuto alle autoritá, era stato detenuto per “sospetto di terrorismo” e il suo passaporto ritirato.
L’ORRENDO ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA CANADESE
Veniamo alla notizia che ha fatto scalpore. Il 22 ottobre 2014, Michael Joseph a.k.a. Paul Zehaf Bibeau, 32 anni, arriva con la macchina vicino al monumento ai caduti di guerra nella Capitale Ottawa, la lascia in mezzo alla strada, prende la sua doppietta e spara al soldato di origine Italiana Nathan Cirillo. Dodicché si dirige verso l’edificio del parlamento sorvegliato da decine di poliziotti, membri del servizio segreto e cosí via.
Appena fa la sua apparizione nei corridoi del parlamento viene massacrato da decine di colpi di pistola semi automatica (vedi video sopra). l’Eroico Sergente Kevin Vickers prende il credito ufficiale per avere fatto giustizia sommaria: viene proclamato un eroe, addirittura ricevuto dal parlamento (video). Anche Zehaf Bibeau, come il precedente era su una lista speciale di persone sotto controllo della polizia federale.
GLI ATTORI E LE LORO MOTIVAZIONI…MANCANTI
I “profili criminali” che abbiamo a disposizione sono totalmente superficiali. Il Rambo Canadese’ sarebbe uno scolarizzato in casa, un teorico della cospirazione, con un ‘odio profondo per i poliziotti’. Tanto basta. Il pirata della strada era un Canadese convertito all’Islam di recente cosí come l’attentatore di Ottawa. Di piú non ci serve. Dei tre, il “Rambo” Borque é l’unico ad essere sopravvissuto. Il che non era probabilmente nei piani. Al processo é apparso “totalmente privo di emozioni”, si é proclamato colpevole e si é beccato tre ergastoli consecutivi, una pratica che fino a qualche mese prima era giudicata illegale in Canada.
I presunti terroristi non hanno lasciato nessun tipo di spiegazione per i loro atti. Cosa strana, visto che per un terrorista di qualunque tipo, i suoi atti sono perfettamente logici e vengono spiegati in dettaglio. Si tratta dell’atto piú importante della loro vita, quasi sempre di quello finale. Per i media in piena isteria patriottica, non c’e’ alcun bisogno di capire: “loro” sono pazzi, terroristi e nemici dell’umanitá. Nessuno di loro ha connessioni chiare con qualunque gruppo o cellula terroristica. Ma ognuno di loro ha avuto contatti con le forze dell’ordine. Coloro che usano il cervello, organo che ultimamente sembra divenuto simile all’appendice, si rendono conto che i tre hanno agito in preda a qualche “impulso”. Un impulso fortissimo a uccidere, incuranti delle conseguenze. In particolare i casi dei (presunti) terroristi mussulmani puzzano di bruciato lontano un miglio. Le loro azioni non appaiono particolarmente programmate, meno che mai brillantemente eseguite. Chi arriva a volere sacrificare la sua vita per uccidere puó usare mezzi piú pericolosi che una macchina o una doppietta. A meno che l’impulso non provenga da un segnale che riprogrammi l’intera struttura della personalitá:
Questo tipo di esperienza, include la suggestione post ipnotica e stimoli visivi in seguito ai quali la coscienza umana diviene passivamente ricettiva rispetto all’evento o all’entità. La chiamiamo ICE 1. Un evento capace di influenzare la coscienza modificandola in maniera temporanea o permanente.
Gli eventi ICE non riguardano solo i contatti con le EME. I governi si sono interessati da sempre all’opportunitá di avere lo schiavo perfetto. Metodologie per ottenere questi risultati sono stati sperimentate dal famigerato progetto Mk-ultra1della CIA, volto alla programmazione degli esseri umani per creare killers pronti a uccidere a comando. Coloro che pensassero che progetti come Mk-ultra appartengano a alla logica della guerra fredda si sbagliano. Documenti nel dominio pubblico mostrano come il progetto fosse ancora attivo nel 2006.
Un amico dell’attentatore di Ottawa ricorda che il soggetto si sentiva “perseguitato dal Diavolo”. Un tipico sintomo degli effetti di programmazione mentale.
CONSEGUENZE
reazioni del pubblico spaventato: combattere il terrorismo interno
Quali sono le conseguenze di questi tre casi?
A distanza di 13 anni, e nel giro di un paio di mesi la guerra al terrore é stata resuscitata. Il nuovo nemico ISIS ha colpito il Canada, il paese innocente.
Peggio.
Il nemico é formato da “Canadesi, gente che pensavamo non potesse far male a una mosca e invece… ” .Sembra la XIII parte di un film di Hollywood a cui hanno ristretto il budget. Eppure il pubblico continua a bersela. “Potrebbe essere chiunque, anche quel mio vicino strano” dice una casalinga sconvolta al Globe and Mail. Continui allarmi al terrorista vengono lanciati, persone arrestate al minimo sospetto. La processione delle facce sconvolte viene mostrata in TV in maniera ossessiva, le grida al Leviatano si levano alte : dateci piú protezione!
Cosí sia.
Chiunque si ponga interrogativi viene minacciato: siamo in guerra, dubitare significa collusione con il nemico.
Nell’ultimo anno é diventato comune vedere intere cittá Canadesi sotto assedio di forze dell’ordine parate come militari. Sembra un film? Consiglio di rivedere the Siege.
A parte le teorie cospirative ci si chiede se i mezzi proposti per la lotta al nemico siano necessari. No, se si esaminasse con razionalitá il “pericolo”.
L’Italia, negli anni 70, riuscí a sconfiggere le Brigate Rosse e altri gruppi terroristici con profonde radici sul territorio senza mai ricorrere a mezzi del genere.
Il quadro cambia nel contesto piú ampio di un imminente collasso sociale e della necessità delle autorità di stabilire un regime fascista per il controllo della popolazione.
Chi pensa che queste cose riguardino solo il Nord America avrá una sorpresa nel secondo tempo del film. Prossima tappa: attacco dell’ISIS al Vaticano.
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